Hoseok, mentre percorreva gli ultimi passi che rimanevano per raggiungere la sua meta, non poteva fare a meno di notare che quel senso di inquietudine, col quale aveva convissuto per tutta la settimana appena trascorsa, non faceva che aumentare ad ogni movimento. Era ormai giunto dinanzi alla porta di ingresso dell'adorabile appartamento a pian terreno nel quale si sarebbe svolto l'evento della serata quando sentì che quella bestia che aveva ormai trovato rifugio nel suo apparato digerente aveva addirittura deciso di lacerarlo internamente. Respirò profondamente un paio di volte prima di trovare il coraggio necessario per muovere i muscoli del braccio destro e suonare il campanello. Il vocio che si sentiva già con la porta serrata lo sovrastò letteralmente quando Namjoon, col suo sorriso smagliante e la fossetta in bella mostra, gli comparve davanti dopo avergli aperto «Amico mio! Sei arrivato finalmente!»
Nonostante la voglia di darsela a gambe levate, non poté fare a meno di ricambiare l'entusiasmo col quale il suo migliore amico l'aveva accolto. In fondo, aveva accettato di cacciarsi in quella situazione soltanto per lui; non fargliela pesare era il minimo che potesse fare. Almeno finché il motivo del suo turbamento non gli si sarebbe materializzato davanti. Guardò calorosamente il viso del ragazzo, in parte felice di vederlo così raggiante solo per la sua presenza, e regalandogli il miglior sorriso che in quel frangente potesse sfoggiare rispose a suo modo al saluto «Buon compleanno Nam!»
Gli porse il suo regalo -un libro che aveva attentamente e premurosamente scelto qualche giorno prima, dopo aver passato almeno un paio d'ore in libreria, luogo a lui semi sconosciuto ma considerato dall'altro una specie di santuario- e a quel punto l'amico l'abbracciò goffamente, senza nemmeno scartarlo «Non dovevi, lo sai». Si scambiarono così qualche altro convenevole dell'occasione, precisando che il fargli un regalo per lui non era altro che un piacere, e fu così che si ritrovò a varcare la soglia di casa per immergersi definitivamente in quella che sembrava una vera e propria festa di compleanno da adulti, ben diversa da quelle a cui avevano partecipato assieme in passato. Dimenticandosi per un attimo delle sue preoccupazioni, Hoseok sbuffò appena una risata «Però. Jin hyung si è dato da fare, eh?»
Namjoon, per tutta risposta, roteò gli occhi «Lo sai com'è fatto. Gli avevo detto che tutto quello che avrei voluto fare questa sera era cenare con lui in un posto carino e magari offrire qualche birra ad un paio di amici dopo». Si girò intorno e solo dopo essersi assicurato di poter parlare liberamente aggiunse sussurrando «Quello che ha detto lui è stato "Lascia fare tutto a me". Sinceramente, pensavo andasse peggio».
Ascoltandolo, ridere di gusto gli fu inevitabile. Rivolgendo lo sguardo a quelle che sembravano essere almeno una trentina di persone radunate nel modesto ma confortevole salotto di casa dei due Kim, Hoseok pensò anche lui che, conoscendo l'amico in questione e le sue manie di grandezza ed ospitalità, al festeggiato sarebbe potuta andare decisamente peggio. Il messaggio che aveva ricevuto sette giorni prima -una cosa come "Lunedì prossimo festeggiamo il compleanno di Namjoon. Vieni da noi per le 21. Vestiti bene"- di sicuro lo aveva portato ad immaginarsi cose fatte più in grande. Oltre ad averlo offeso non poco, visto che aveva sempre creduto di avere uno spiccato senso dello stile. Questo tipo di considerazioni e le battute scambiate con Namjoon, comunque, non furono sufficienti a fargli dimenticare del tutto i suoi turbamenti. Infatti, mentre avanzava seguendo a ruota l'altro che lo portava verso la tavola imbandita di invitanti piatti colmi di deliziose pietanze fatte in casa e di bottiglie ancora umide, non riuscì a trattenersi. Il suo sguardo iniziò a scrutare attentamente tutti i presenti in sala, alla ricerca di qualche volto conosciuto. Fece finta di nulla quando l'amico si girò nella sua direzione, porgendogli il bicchiere all'interno del quale aveva appena versato una birra fresca. La sua espressione non lasciava alcun dubbio. L'aveva beccato.
«Cerchi qualcuno?»
Già. Provò in tutti i modi di non far trapelare nulla, pur sapendo che sarebbe stata tutta fatica a dir poco sprecata visto quanto fosse un inetto nel mentire e quanto Namjoon bene lo conosceva «Sì, tuo marito. Vorrei porgergli i miei omaggi. Sai com'è, sono un tipo educato»Era impressionante quanto il «Come no» che ricevette in risposta fosse carico di sarcasmo. In due sole parole era riuscito a farlo sentire un idiota completo. Più di quanto non si sentisse già, perlomeno. Cercò di giustificarsi in qualche modo, di recuperare il terreno che aveva la sensazione di aver perso da sotto i suoi stessi piedi in meno di un secondo, ma fu tutto inutile «Non è come pen-»
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Tongue Tied ll YoonSeok
Fanfiction"Ma lì, dove i ricordi non erano solo pensieri ma delle concrete visioni perché Yoongi c'era ed era proprio davanti a lui, la dote di far finta di niente non poteva proprio rientrare tra le sue capacità" - YoonSeok