La sveglia suona. Tasto il comodino più volte nella speranza di colpire l'obiettivo, ma così non accade. Sfortunatamente inizia un altro giorno della mia agonia. Mi siedo sul letto e mi passo una mano tra i capelli sbadigliando. Spengo la sveglia e mi guardo attorno. Dopo qualche minuto mi alzo. Esco dalla mia stanza e mi diriggo verso il bagno per lavarmi. Dopo essermi lavata busso alla porta di mio fratello Cody. Cody è molto alto, e muscoloso, ha i capelli castani e gli occhi verdi. È più grande di me di quattro anni. Non risponde così apro la porta, ma appena apro una ragazza si mette a urlare e sia lui che la ragazza si coprono con il lenzuolo. Rimango a fissarli disgustata fin quando mio fratello Cody non dice:<Esci pulce!> Alzo le mani, e poi esco dalla stanza senza chiudere la porta. Mi diriggo verso la mia stanza ancora disgustata. Sento battere la porta di mio fratello. Capisco che non è un buon segno e allora mi chiudo velocemente dentro la mia stanza. Lo sento bussare con furia alla porta. <Aprimi immediatamente!> Urla continuando a bussare con violenza. <Ti apro solo se la smetti di urlare!> Urlo io in risposta. Mio fratello smette di urlare. Aspetto qualche minuto, e nel frattempo inizio a vestirmi. Scelgo un vestitino nero che arriva sotto il ginocchio. Lo indosso velocemente, e poi indosso dei collant, e una felpa bianca pelusciosa. Corro ad aprire la porta, e poi vado verso la scrivania, mi siedo ed inizio a truccarmi. Metto una sottile linea di matita nera e poi un po di mascara. Nel frattempo Cody entra e viene verso di me e mi dice:<Dovrai prestarle dei vestiti...> lo guardo male e poi rispondo:<Non se ne parla. Si rimette i suoi!> <I suoi glieli ho strappati.> dice Cody dirigendosi verso il mio armadio per prendere i primi vestiti che gli capitavano tra le mani. <Peggio per lei che si è fatta strappare i vestiti da uno come te. Che se ne vada nuda da casa nostra!> dico correndo a chiudere l'armadio. <Sophie sai bene di cosa sono capace! Quindi ti conviene fare quello che ti dico!> dice Cody prendendomi per un braccio. <Non ho paura di te!> dico guardandolo negli occhi. <Vai a scuola, dopo faremo i conti!> sussurra uscendo dalla mia stanza. Lo guardo uscire. Prendo alla svelta il mio zaino. Chiudo la porta a chiave e poi ripongo la chiave nella tasca dello zaino. Scendo velocemente le scale, e faccio un salto in cucina per prendere un bicchiere d'acqua. Mio padre entra in cucina. Mi guarda male e poi si siede e dice:<Sophie, dove è il tuo stipendio?> lo guardo, sospiro e poi dico:<In un posto al sicuro dove tu non lo prenderai per sperperare i miei guadagni.> Mio padre sbuffa e dice:<Se vuoi puoi andare via da casa, se non intendi darmi i tuoi guadagni!> Mio padre nell'ultimo periodo ha avuto molte difficoltá. Ha perso il lavoro un anno fa, e ora ha difficoltá a farsi assumre perchè viene giudicato troppo vecchio per essere assunto, ma troppo giovane per la pensione. A causa di questi ostacoli ha iniziato a bere, e continua a sperperare quel poco che ci rimane. Nel frattempo che noi troviamo una soluzione io lavoro in un bar il pomeriggio per aiutare i miei. Con quello che guadagno potrei anche andare via di casa, ma non lo faccio solo per mia madre. Anche se ora con me è schiva e fredda la voglio bene. Lei è caduta in depressione, e molte volte la sera quando mio padre ritorna a casa ubriaco, tutti e due litigano. Mio fratello invece sembra un duro, ma non lo è. Prima non era così. Prima io e lui eravamo molto legati. Eravamo spesso complici si piccoli guai. Esco dalla cucina cercando di non pensare a mio padre. Vado in soggiorno e trovo mia madre appisolata sul divano. La coperta è per terra, e lei sembra avvilita. La guardo, poi prendo la coperta e la ricopro. Le do un bacio sulla fronte ed esco di casa. Prendo il mio telefono, gli attacco le cuffiette e faccio partire la musica. Inizio a canticchiare la canzone che ascolto. Sono quasi arrivata a scuola. Mi guardo attorno, e noto un gruppo di ragazzi fissarmi. Abbasso lo sguardo e continuo a camminare.
Arrivo a scuola. Tutti continuano a fissarmi come se fossi la ragazza più strana del pianeta. Continua a camminare come se nulla fosse. Mi siedo sul muretto della scuola, e tiro fuori dallo zaino il libro di chimica. La campanella suona. Metto in pausa la musica, ripongo il libro nello zaino e entro dentro. Corro verso il mio armadietto. Mi affretto a posare i libri che non mi servono per la prima ora e poi vado in classe. Mi siedo al primo banco vicino la finestra, e attendo che la campanella che sesegnala l'inizio dell'ora suoni.
La campanella suona, il professore entra in classe. Tutti si siedono. Nessuno come al solito si siede vicino a me. Il professore prima di iniziare con la lezione dice:<Sono felice di dirvi che da oggi avrete una nuova compagna. Entra pure Molly!> il professore guarda verso la porta che dopo pochi secondi si apre. Mi guardo attorno e noto che l'unico posto libero è accanto a me. Sbuffo e inizio a guardare fuori dalla finestra pensando a come potrebbe essere la nuova ragazza. A giudicare dal nome mi sembra una di quelle ragazze con un enorme fiocco rosso in testa, un abitino bianco con dei fiori blu, e delle ballerine blu. Un po come le bambine che si vedono nei film degli anni '50. La porta si apre e una ragazza minuta con i capelli rossi e gli occhi verdi entra. Sbarrai gli occhi quando notai l'enorme fiocco rosso sulla testa, il vestito bianco con i fiori blu e le scarpe blu.
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Lettere ai mortali
FantasySophie è una ragazza di 17 anni. La sua famiglia va avanti solo grazie a lei. La madre è caduta in depressione, il padre è diventato un ubriacone da quando a perso il lavoro, e il fratello ventunenne a causa di queste difficoltá familiari ha iniziat...