• Scusa ma dimenticami •

518 33 11
                                    



Era notte fonda, io e Taylor c'eravamo fermate per la notte, in uno squallido motel nel Queens. Anche perché  non avevo la minima voglia di tornare a casa, in quella stessa casa dove mia madre non c'era più, in quello stesso letto che avrei dovuto dividere con Ben. In realtà non avevo la minima voglia di stare in nessun posto è ne di affrontare nessuno, era tutto così inutile, nonostante ci fosse Taylor lì con me. Sapevo di essere un gran casino da sempre, ho passato il tempo cercando di essere sempre perfetta in tutti questi anni, nascondendo ogni mia debolezza, ma ho capito che è impossibile inseguire la perfezione, quando sei incasinata dentro, è impossibile anche solo lasciarsi amare quando si è così dannatamente confusi. Sentivo di essere una completa delusione per il mondo, nonostante il mondo pensasse di me l'esatto contrario.
Ma in quel momento avevo capito che non era rimasto più niente di me, della persona che ero, della grande Laura Prepon, ero solo Laura, quella Laura intrisa di dolore, quello stesso dolore che mi stava divorando l'anima.
Non ero mai stata tanto debole come quella notte in quel maledetto motel.
Guardavo la mia amata dormire eppure potevo avere tutto, li solo guardando al mio fianco, eppure ci stavo rinunciando per sempre.
Piangevo perché sapevo che avrei deluso anche lei, ma sapevo anche che era meglio così, volevo solo sparire, volevo fare qualcosa di pazzo e andarmene via da tutto ciò che avevo costruito fino ad allora e rinunciarci lo sarebbe più di qualsiasi altra cosa.

Mi alzai dal letto nel modo più silenzioso possibile, non volevo svegliarla, sapevo che se sarebbe successo non avrei avuto più quel coraggio così spavaldo. Nella mia vita di certo non mi faceva paura stare lontano dalle persone, ero abituata a non legarmi mai troppo a qualcuno, per paura che potessi dipendere da essa, ma con lei era diverso, lei era entrata silenziosamente nella mia vita spenta e ordinaria e mi aveva fatto capire che il mondo poteva essere anche a colori e non solo sempre in bianco e nero se lo si vede da tutt'altra prospettiva, mi aveva fatta sentire amata come nessun altro, era sempre il mio angelo custode nonostante gli avessi fatto male più volte in passato e gliene stessi facendo ancora.
Sapevo che mi avrebbe odiata per il resto della sua vita e non mi avrebbe mai più perdonata per un gesto simile, lei era orgogliosa tanto quanto me, la conoscevo benissimo ormai.
Ma in quel momento andarmene mi sembrava la cosa più giusta da fare.

Presi un foglio che era lì a portata di mano sulla scrivania e iniziai in maniera spasmodica a scriverle una lettera, dando voce solo al mio cuore.
"Scusa amore, scusa per essere stata una delusione, scusa per non essere stata la persona che credevi che io fossi, quella forte, quella determinata nell'intraprendere sempre i propri obbiettivi, la propria strada, quella ragazza imperturbabile da qualsiasi emozione o paura.
Come vedi anch'io non sono perfetta, non lo sono mai stata, forse fingevo di esserlo, ma ora basta, sono stanca di fingere, sono stanca di essere la persona che sono diventata, quella non sono io, la vera me è un vero schifo credimi e forse è meglio per il tuo bene se mi stai lontana.
Mi dispiace di dover rinunciare a te e al nostro amore, credimi sei l'unica cosa bella che mi sia capitata in tutta la mia vita, ma non voglio rovinarti, non lo meriti, tu meriti più di chiunque altro di stare bene. Scusa se me ne sono andata così, ma non posso più sostenere questo dolore, non posso più farti parte di esso, non lo meriti.
Ti amo, lo farò per sempre.
Tua Laura."
A quelle parole quasi in automatico scese una lacrima dal mio viso ormai stanco e segnato dal dolore, tanto che non mi accorsi che le mie lacrime stavano sbiadendo l'inchiostro sul foglio, macchiandolo delle mie paure e insicurezze, rendendo meno visibile del previsto lo scritto.
Era un passo definitivo e tremendamente difficile da perseguire, stavo distruggendo tutto e sopratutto stavo distruggendo il nostro amore, sapevo che forse stavo per compiere la cazzata più grande della mia vita.

Radunai le poche cose che mi erano rimaste e le misi in borsa. La guardai per l'ultima volta, chiusi gli occhi sospirando, per tenere impressi nella mia mente tutti i lineamenti di quel suo viso così perfetto, non volevo dimenticarmi nessun dettaglio di quella creatura meravigliosa, così presi coraggio e mi avvicinai a lei, avevo il disperato bisogno di assaporare le sue labbra un ultima volta, così le porsi un bacio a stampo molto delicato. Sapevo che mi sarebbe mancata più di chiunque altro al mondo.
"Addio amore mio!" Le sussurrai dolce, cercando sempre di stare attenta a non svegliarla, dopodiché presi le chiavi della sua auto e senza mai guardarmi indietro con gli occhi lucidi, uscii da quella stanza e dalla vita di Taylor Schilling.

*Ore dopo durante il viaggio*

La sua auto era avvolta ancora del suo profumo, cosi inconfondibile che non voleva proprio andare via. Tutto mi ricordava lei, la sua passione, il suo modo di guardarmi che mi faceva letteralmente andare fuori di testa, e sopratutto mi ricordai del giorno prima, quando in quella stessa macchina facemmo sesso sfrenato, mentre lei era al volante, sorrisi tra le lacrime a quel pensiero così bizzarro ed eccitante.
Nonostante l'avessi abbandonata, la cercavo sempre, tra i vicoli intricati dei miei pensieri, era lì sempre presente come una sentinella, come un mistero irrisolto della mia anima, come una macchia persistente che non voleva più andare via dal mio cuore, era lì con me, anche se in realtà non c'era.

Guardai l'ora erano le 8 di mattina ero ormai in viaggio da un bel po di ore, attraversai parecchi stati senza fermarmi mai.
"Chissà se è già sveglia" pensai, e sopratutto chissà se aveva già trovato la mia lettera, solo il pensiero mi fece rabbrividire immediatamente.
Avevo gli occhi come due pezzi di vetro, pesavano come macigni, un po' per le lacrime, un po' per la stanchezza che ormai era un diventata fattore. Ma dovevo essere forte e proseguire senza fermarmi mai come da programma, anche se in verità un programma ben preciso non c'è l'avevo, non volevo dare al mio viaggio una meta, ma volevo solo godermi il panorama, un po' come faceva Tom Hanks in "Forrest Gump".

Mi fermai una sola volta per fare rifornimento di benzina e per prendere da bere, sapevo di aver bisogno di roba davvero forte per avere la giusta forza di continuare a coltivare quelle mie idee così assurde, così decisi di prendere una bottiglia di Vodka e farla diventare la mia unica compagnia di viaggio.

*2 ore dopo*

Tra l'alcol e la guida, i miei sensi si appannarono completamente, mi scolai l'intera bottiglia di vodka in poco tempo, senza neanche accorgermene o pensarci mi ritrovai ubriaca al volante, praticamente tutto ciò che non avrei dovuto fare, lo stavo facendo, ma nonostante questo, continuai imperterrita per la mia strada, sbandavo vistosamente, tanto che le macchine dietro di me premevano continuamente sul clacson, cercando di evitarmi per non fare incidenti a catena. Non mi importava minimante della mia incolumità ne di farmi male, perché sapevo che il male fisico non avrebbe mai potuto superare quello che la mia anima stava subendo. Ormai vivere o morire a quel punto non era più così importante per me, infatti dopo poco una delle mie ennesime manovre azzardate si rivelò fatale o quasi, mi ritrovai a sbattere frontalmente in modo violento contro un auto che correva quasi quanto me.
In quel momento non capì più nulla fu blackout totale, vidi tutto completamente nero, forse la mia anima aveva lasciato il mio corpo, la mia vita era in bilico, forse finalmente potevo raggiungere mia madre, ovunque essa si trovava. Ma sapevo che se io fossi davvero morta, Taylor, non l'avrei mai più rivista, tutto quello che speravo in quel attimo non era tanto per la mia vita, ma volevo solo non farla soffrire, non di nuovo per causa mia.
Però magari sarebbe riuscita col tempo a dimenticarsi di me, almeno era quello che mi ripromettevo.
Me lo doveva infondo, perché lei meritava di essere felice, anche non necessariamente con me, magari con qualcun altro, qualcuno che avesse avuto le palle di starle accanto senza alcuna riserva, qualcuno che l'avesse amata al mio pari, perché sapevo che più di quanto l'amassi io sarebbe stato impossibile.

*Spazio dell'autrice*
Capitolo molto triste, ma almeno vedetela così mi è tornata l'ispirazione.
Scusate se magari ci sono errori di ortografia, ma diciamo che a quest'ora della notte non sono molto lucida.

Il labirinto dell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora