note iniziali: Eccomi con la ff per l'UFES! Ringrazio la ragazza che mi ha inviato i prompt. Spero che ti piaccia! E spero piaccia anche a tutti quelli che la leggeranno.
Alessio adorava la natura. Non era uno super fissato, però quella settimana nella natura selvaggia lo riempiva di gioia e di voglia di fare. Gli piaceva vedere l'alba o il tramonto, e sentire l'odore della terra, del fuoco e del mare. Da quando era un ragazzino aveva sempre fatto il campo estivo, tutti gli anni rivedeva quel piccolo gruppetto di amici, che durante l'anno facevano le cose più diverse dispersi in varie città, e che per quelle due settimane tornavano grandi amici, come si fossero visti il giorno prima. Gli ultimi anni da animatore erano stati divertenti: senza dubbio impegnativi, ma godeva di molta più libertà, e qualche volta Antonio riusciva a recuperare qualcosa da bere e da fumare attorno al fuoco. Quest'anno erano al mare. Avrebbero fatto gite in barca e un corso di snorkeling. Alex era più eccitato perfino di alcuni dei ragazzi, e già si vedeva in costume sulla barca, con il vento a rinfrescargli la pelle scurita dal sole, magari abbracciato ad Alice, la bella rossa con cui l'anno precedente aveva avuto una storiella semiseria e per cui aveva avuto una cotta micidiale. Respirò a fondo per l'ultima volta l'odore acre della città e salì sul treno, con il suo zaino da viaggio ben carico sulle spalle.
Non è che a Gennaro non piacesse la natura, è che la odiava proprio. Odiava il sole, che lo faceva sudare e scottare nei pochi lembi di pelle candida che gli lasciava scoperti, la pioggia che gli bagnava i vestiti e lo faceva sentire umido per tutto il giorno, e il vento, che gli sbatteva i capelli continuamente sulla faccia. Odiava la sabbia, e l'erba e il fango e le persone a cui piaceva la natura. Quel lavoro come animatore di un campo estivo l'aveva accettato perché non aveva più soldi e i suoi non accennavano a volergli regalare i biglietti per il concerto dei The Cure che aspettava da un sacco e per cui ora si era indebitato con i suoi, e lì lo avrebbero pagato bene. Sua madre lo avrebbe portato a destinazione in macchina: gli aveva caricato lo zaino nel baule (quando lo aveva visto per la prima volta era quasi scoppiato a piangere) aveva messo delle allegre canzonette estive e gli aveva sorriso a quarantadue denti quando lui, completamente vestito di nero e con gli occhiali da sole calcati sul naso, era salito in macchina in silenzio.
Era in lutto, grazie tante.
Quando Alessio arrivò a destinazione i ragazzi si stavano assiepando tra le prime due casette e vociavano rumorosi. Alcuni di loro lo salutarono allegramente, altri, al loro primo anno, lo guardavano intimiditi, altri ancora, troppo occupati a scherzare tra loro non si curavano affatto di lui. Faceva caldo, pur essendo le nove del mattino, e un bel sole faceva brillare il mare. Vide da lontano Antonio, che veniva verso di lui con un gran sorriso e le braccia aperte, e quando gli fu vicino lo riempì di pacche sulla schiena e sulla testa, facendolo ridere di gusto. Si avvicinarono anche Alice e Giovanna che parlavano tra loro a voce alta, e lo salutarono con trasporto, soprattutto la prima, che gli riservò anche un bacio veloce su una guancia. Poco dopo arrivarono anche Pietro e Anna, già alle prese con la ridistribuzione dei ragazzi nelle casette e che non si fecero problemi a metterli tutti al lavoro.
Alessio aveva appena accompagnato alcune ragazzine alla loro casetta e stava tornando nello spiazzo principale vicino alla pineta quando notò un ragazzo davvero bizzarro.
Era secco e dinoccolato, vestito completamente di nero e si guardava attorno alla ricerca di qualcosa; e di sicuro era troppo grande per essere uno dei ragazzi. Si avvicinò e gli chiese se gli servisse aiuto ottenendo in risposta dallo strambo, con sua gran sorpresa: "sono Gennaro, lavoro qui, un certo Pietro mi ha detto che sono in camera con un Alessio".
Grandioso!
"Alessio sono io, piacere"
"Beh, allora il piacere è il mio" e accompagnò la frase con un alzata ammiccante di sopracciglia. Alessio arrossì fino alla punta dei capelli e tossicchiò appena, imbarazzatissimo.
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You wanna play?
FanfictionEra secco e dinoccolato, vestito completamente di nero e si guardava attorno alla ricerca di qualcosa; e di sicuro era troppo grande per essere uno dei ragazzi. Si avvicinò e gli chiese se gli servisse aiuto ottenendo in risposta dallo strambo, con...