Capitolo 2

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Dopo una lunga pausa di questa storia, sono ritornata a trovare ispirazione e a ricominciare riscrivere un nuovo capitolo. È un capitolo corto, ma spero che vi piaccia comunque.

~

<<Sono Cameron Dallas. Il tuo ragazzo preferito è fuori al momento, per favore lascia un messaggio al suono del segnale acustico, o se no, posso farne a meno. Spero che tu abbia una fottuta bellissima giornata.>>

Cameron è un'idiota, ha il coraggio di dirmi di chiamarlo però non fa neanche lo sforzo di rispondere al telefono.

Non era mia intenzione chiamarlo, tuttavia, qualcosa mi ha convinto ad accettare la sua proposta. In nessun modo mi innamorerei mai di uno come lui: ragazzo arrogante, impertinente, vanitoso e stronzo, quindi accettare non farà nessun danno. In più con questo gioco potrò vendicarsi di Nash Grier.

Forse non ha risposto alla mia chiamata perché sono quasi le tre di mattina, ma comunque avrebbe dovuto essere sveglio dopo aver proposto una scommessa così audace.

Trenta minuti di silenzio passarono prima che sentissi il cellulare vibrare per vedere il suo nome sullo schermo.

<<Sapevo che mi avresti chiamato.>> Disse appena risposi, la sua voce roca, come se si fosse appena svegliato.

Aggrottai le sopracciglia. <<E posso sapere come?>>

<<C'è solo una persona che odia Nash Grier più di me, faresti di tutto pur di vendicarti.>> Rispose rapidamente, potevo immaginarlo con un sorriso stampato in faccia.

<<Non lo odio necessariamente.>> Borbottai, non volendo ammettere che aveva ragione.

Sbuffò alla mia risposta e riuscii a sentire il suo respiro. <<Tesoro, tu lo odi dal profondo della tua anima.>>

Non risposi immediatamente. Io odiavo veramente Nash Grier, lui è probabilmente l'unica persona più stronza di Cameron, solo sentire il suo nome è doloroso.

<<Comunque, qual è il piano del gioco?>> Gli chiesi, spostando il telefono all'altro orecchio.

<<Sono contenta che cominci a parlare la mia stessa lingua.>> Cominciò a dire. <<Domani a scuola ti corteggerò e poi vincerò il gioco, perché ti innamorerai di me più velocemente di Taylor Swift quando scrive canzoni sui suoi ex.>>

Risi. Dovevo ammettere che ha un po' di senso d'umorismo. Forse questi finti tre mesi di fidanzamento non saranno così male; voglio dire, almeno finché avrò un muro indistruttibile intorno a me.

<<Corteggiarmi?>> Chiesi e feci una pausa prima di continuare. <<Chi sono io? Giulietta?>>

Rise sotto i baffi.<<Smettila di parlare, Parker.>> Sorrisi.

Parlammo per quindici minuti di tutto e niente, finché non sbadigliai.

<<Vai a dormire.>>  Disse dolcemente.

Scossi la testa, anche se non poteva ovviamente vedermi e sospirò alla mia non risposta.

<<No, tu vai a dormire.>> Sussurrai al telefono.

Potevo immaginarlo che scuoteva la testa.

<<Okay.>> Disse e riattaccò.

Buonanotte, Cameron.

~

Cinque della mattina.

Alle cinque di mattina ricevetti una telefonata dalla stessa voce che avevo sentito due ore prima.

Ignorai la chiamata, ma il suono della vibrazione del mio telefono diventò così frequente che diventò difficile ignorarlo. Lui mi ha inviato anche una dozzina di messaggi sulla segreteria telefonica. Il suono delle notifiche divenne fastidioso.

Ecco un piccolo suggerimento che tutti dovrebbero seguire: Non accettare mai le proposte di un coglione.

Il nostro piccolo gioco non era neanche iniziato e già mi veniva voglia di smetterla. Cameron Dallas è odioso e ha pure il coraggio di pensare che mi innamorerò di lui.

Dopo quattro chiamate, risposi al telefono con la voce assonnata.

<<Che cosa vuoi?>> Gemetti nel telefono.

Non disse nulla per un minuto; sentii un colpo improvviso nella stanza, girandomi verso il rumore vidi Cameron che bussava sul vetro della finestra.

Mi alzai dal letto e mi diressi verso la finestra, cercando di aprirla e quando ci riuscii entrò.

Indossava una felpa rossa, un paio di pantaloni grigi e i suoi capelli erano arruffati, sembrava come se fosse appena scappato di casa.

<<Buongiorno, principessa.>> Disse.

Non dissi nulla e mi girai solamente. Dopo un momento il mio telefono squillò ancora e risposi.

<<'Giorno, principessa.>>

Riattaccai e misi il telefono sul comodino e sotterrai la faccia nel mio adorato cuscino.

Dopo qualche secondo, il telefono squillò nuovamente.

<<Che cazzo vuoi?!>> Gridai al telefono.

<<Tu.>> Disse.

Perché mi stava chiamando quando era a soli due metri da me?

Mi preparai per ridire qualcosa, ma prima che ne avessi l'occasione sentii qualcuno bussare alla porta.

Cazzo.

<<Tesoro, tutto okay?>> Sentii mio papà chiedere.

I miei occhi si spalancarono leggermente e mi alzai dal letto per guardare Cameron, nello stesso momento sentii mio padre che provava ad aprire la porta.

In due secondi corsi verso la porta e misi tutto il mio peso su di essa, per evitare che mio padre potesse vederlo.

<<Sto bene, papà. Solo che->>

Cameron mi fece l'occhilino e fece un gemito, e stronzo come era, il gemito non era come quelli dovuti al mal di pancia.

<<Tesoro?>> Chiese mio padre attraverso la porta.

Feci uno sguardo truce a Cameron.

<<Crampi, cose da ragazze.>> Mormorai, sperando che la mia bugia fosse credibile. Sentii la risposta dopo qualche secondo, ero assolutamente spaventata da cosa potesse pensare mio padre.

<<Okay, se hai bisogno di qualcosa, basta che me lo dici.>> Rispose e udii i passi allontanarsi.

Quando non sentii più i passi di mio padre, mi voltai verso Cameron e gli dissi <<Vaffanculo.>>

<<Ti amo anch'io, amore.>> Rispose con un sorriso.

Gli diedi un sorrisetto e silenziosamente mi promisi che avrebbe ripetuto le stesse parole sinceramente dopo meno di tre mesi. Non vedo l'ora che arrivi il momento in cui dirà quelle due parole e di rompergli il cuore.

Bastano due parole per vincere: ti amo.

~
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