14. Per colpa del sushi

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Salgo sul bus in direzione del carcere minorile, voglio parlare con Jack della mia partenza, voglio sapere cosa ne pensa e soprattutto voglio sapere se quando uscirà da li dentro mi raggiungerà, dato che anche lui come tutti noi ha avuto problemi con la sua famiglia.

Adesso che ci penso, tutti quelli a cui voglio più bene hanno avuto problemi.

Le persone più speciali sono sempre frutto di situazioni complicate.

O almeno a me, piace pensarla così.

Scendo e cammino fino al carcere.

Suono il campanello e comunico il mio nome e cognome, e le mie intenzioni.

Il cancello si apre e dopo aver attraversato il deprimente cortile entro e l'uomo che c'era anche la volta scorsa mi augura un buongiorno.

Non ricambio ma continua a seguirmi e mi chiede "Posso aiutarla?"

"Voglio vedere il detenuto Jack Davies" dico.

"Ehm..." Fa una pausa di riflessione ma poi continua "Ha detto Jack Davies?"

Mi fermo e lo guardo negli occhi per capire se mi sta prendendo per il culo o fa sul serio "Ha capito bene, c'è qualche problema?" Dico spazientita.

Amadeus ci interrompe "Jack Davies non si trova più in questa struttura da qualche giorno signorina White, mi dispiace per lei"

Il mio cuore manca un battito.

"Cosa vuol dire?" Gli chiedo con un filo di voce.

"Non è più in questa struttura" ripete scandendo bene le parole.

Sento la bocca asciutta.

Da qui si esce per tre motivi: o hai scontato la pena, o sei stato trasferito, o sei morto.

"Ha scontato la pena? È libero?" Domando di nuovo.

Fa un mezzo sorriso inquietante "Cara piccola Alison, hai ancora molto da imparare"

Si gira per tornarsene nel suo ufficio.

Mi si è formato un groppo in gola non riesco a dire nulla, cosa che non capita spesso.

Quello stronzo non mi dirà nulla perciò è meglio andarsene.

Se fosse uscito mi avrebbe cercato.

Mi appoggio al vetro del bus in direzione casa.

Non so cosa pensare.

Accendo il telefono e trovo due chiamate perse da Justin perciò lo richiamo ma non risponde lui stavolta.

Chiamo Ian per sapere se è successo qualcosa di grave, risponde dopo il terzo squillo "Alis"

"Ian è successo qualcosa?" Gli chiedo.

Tossisce poi parla "Non che io sappia. Comunque mi sento male, avrei bisogno di una dottoressa super sexi"

Rido "Ehm... La dottoressa va bene anche se non ha una laurea in dottorato e assomiglia vagamente ad un fantasma?" Chiedo.

To risk  » Christopher McCroryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora