«Sai, Cas, trovo strano che tu non conosca Bambi, insomma è un classico!» disse Dean passeggiando per il Luna Park insieme a Castiel. Per un attimo si chiese perché l'avesse chiamato così, insomma non era un suo amico, però "Castiel" gli sembrava un nome così stupido e "Cassy" era troppo da femmina. «Ammetto che non è il migliore della Disney ma cavoli, tutti i bambini l'hanno visto!»
«Mia madre pensava che la televisione fosse deleteria per lo sviluppo della fantasia, perciò non ce la faceva vedere» rispose con voce atona.
Niente tv? Ma che schifo d'infanzia! «Non sono d'accordo. Sapessi quante volte Sam ed io abbiamo giocato immaginando che io ero Batman e lui Robin, oppure io ero Ian Solo e lui voleva essere Luke Skywalker... anche se, secondo me, era più adatto a fare Chewbecca.» Si ricordò troppo tardi che Castiel non avrebbe compreso il riferimento e infatti...
«Non capisco di chi stai parlando, ma questo conferma ciò che asseriva mia madre: voi non creavate dei personaggi vostri ma ricalcavate pedissequamente dei modelli preconfezionati da altri.»
"Pedis... che?" Che razza di parola era? Lo stava forse insultando? "Questo ha ingoiato un vocabolario." «Però mi sembra che Gabriel, la televisione l'abbia guardata, eccome!»
Castiel si strinse nelle spalle. «Quando i miei divorziarono, mia madre si trasferì in un altro Stato e a nostro padre non importava che cosa facessimo, purché andassimo bene a scuola.»
«E non ti è mai venuto il desiderio di sapere che cosa ti eri perso?» gli domandò curioso.
«Sinceramente no e poi dovevo studiare.»
Ogni tanto si sentivano gli strilli delle persone che erano salite sulle montagne russe.
Anche a Dean sarebbe piaciuto salirvi ma non sapeva se la sua fobia per gli aerei si fermasse lì o si estendesse in altri campi, meglio non rischiare. «Da che pianeta provieni, o creatura aliena?» chiese, con una nota di divertimento nella voce.
«Perché mi chiedi questo?»
«Dai! Nessun ragazzo terrestre rinuncerebbe alla tv per studiare a meno che non sia un alieno o un androide...»
«Ti assicuro che non sono alcuna delle due cose. Una volta Gabriel ha provato a farmi guardare un film... ma l'ho trovato complicato...»
«Che cos'era? Qualche polpettone filosofico sul senso della vita?»
«No, non credo... Penso che fosse una storia d'amore. C'era un fattorino che consegnava una pizza a una baby-sitter dicendole di amarla... Pensavo che l'avrebbero mangiata insieme, invece lui passò tutto il resto del film a sculacciarla... Non ho mai capito perché l'avesse fatto...»
Dean tentò d'immaginare quel moccioso col trench mentre, con aria molto perplessa, tentava di dare un senso a quello che, dalla descrizione, sembrava un normalissimo filmetto porno. Scoppiò a ridere talmente forte che si piegò in due e, per non cadere, appoggiò una mano sulla spalla di Castiel. «Oddio...» disse ansimando tra una risata e l'altra. «Sei fortissimo!»
«Non capisco che cosa ho detto di così divertente...» disse un po' perplesso ma con un piccolo sorriso agli angoli della bocca come se vedere Dean ridere facesse contento anche lui.
«Sei un vero spasso! Non cambiare mai!»
«Credo che ciò sia impossibile. La normalità strutturale e funzionalità fisiologica di ogni apparato e organo...»
"Non solo ha ingoiato un vocabolario ma anche un'enciclopedia medica... pazzesco!" «Ok, basta con le lezioni di anatomia e godiamoci il Luna Park» lo stoppò Dean.
«Ci dispiace che tu parta» disse Gabriel accompagnando Dean in garage.
Quando Dean vide la sua Baby, gli venne un mezzo infarto: quello psicopatico gliela aveva dipinta rosa confetto! Solo intorno ai finestrini e ai parabrezza era rimasto il colore originale.
Lo afferrò per il bavero della giacca. «Figlio di puttana! Che cosa ti è saltato in mente? Ora me la devi far riverniciare!»
«Dean, ti prego, calmati!» esclamò Sam, cercando di separarli.
Gabriel invece lo guardò inclinando la testa un po' contrariato: «Intendi dire che la mia sorpresa non ti è piaciuta, Dean-o? Ed io che volevo rendere la tua macchina unica! Comunque non l'ho verniciata, l'ho solo ricoperta con la carta per foderare i cassetti. Sammy ed io ti aiuteremmo volentieri a toglierla ma siamo già in ritardo per il lavoro, perciò se volessi essere così gentile da lasciare la mia giacca...»
Dean lo mollò riluttante e chiese: «Sammy, non mi lascerai a liberare Baby da solo?»
«Temo di sì, Dean, hai sentito il mio capo.» Sam aprì il portabagagli del suo scooter e fece l'atto d'infilarsi in testa un casco rosa con i cuoricini, godendosi l'espressione inorridita del fratello, poi scoppiò a ridere e lo lanciò a Gabriel.
Questi allungò un cestino a Dean. «Per il viaggio di ritorno.»
«E che cosa c'è dentro? Vipere e rospi?» domandò sospettoso.
L'altro scoppiò a ridere: «Certo che no! Non sapevo che avessi dei gusti così particolari, ne terrò conto la prossima volta che verrai a trovarci. Sono solo delle mini apple pie.»
Dean lo prese, incerto se stringergli la mano per ringraziarlo o il collo per il servizio fatto alla sua auto.
Sam lo strizzò tra le braccia. «Torna a trovarci presto!»Mentre si stavano avviando verso i rispettivi uffici, Gabriel disse a Sam: «Sinceramente speravo che questo incontro con i tuoi andasse meglio... Pazienza!» Scrollò le spalle.
«Mi dispiace per come si è comportato papà...»
«Non ci pensare. Ci ha rimesso lui. Avrebbe potuto scoprire che genero meraviglioso sarei stato ma se non se vuole saperlo, peggio per lui. In compenso mi è piaciuto molto tuo fratello. Peccato che non abiti più vicino e che non gli piaccia volare.»Mentre Dean guidava, ripensò a quel week-end pazzesco. Era riuscito a liberare la sua Baby, anche se c'era voluto un po' perché quell'orribile carta aveva continuato ad appiccicarglisi alle mani, alle braccia...
Però doveva ammettere che in quei giorni, a parte quell'attentato alle sue coronarie, si era divertito.
Castiel era un vero spasso, anche se non se ne rendeva conto e a Dean non sarebbe dispiaciuto sbatterlo sul divano con una marea di DVD da guardare insieme solo per sentire i suoi commenti strampalati.
Anche Gabriel, scherzi idioti a parte, non era male: per colazione gli aveva servito una fetta abbondante di apple pie semplicemente fantastica e controllando nel cestino, Dean aveva appurato che gliel'aveva messa dentro, insieme alle mini tortine, tutte rigorosamente cucinate da lui.
"Peccato che non sia una Gabrielle... Papà sarebbe stato felice di avere una nuora così..."
Per la prima volta aveva deliberatamente ignorato gli ordini paterni: quando l'aveva accompagnato all'aeroporto, John gli aveva detto: «Spero che almeno tu riesca a far ragionare Sam.»
Invece Dean non ci aveva neanche provato.
Persino un cieco si sarebbe reso conto che quei due si amavano sul serio: ammiccamenti, sfioramenti, sorrisi... e non era solo una questione d'intesa sessuale ma c'era anche affetto, rispetto, gioia di stare insieme...
Continuava ad avere davanti agli occhi Sam che giaceva sulla schiena, con Gabriel aggrappato alle sue braccia, la testa posata sul suo petto...
"E chi li stacca quei due?"
La mente lo portò a pensare a Lisa. "Che cosa m'invento per giustificare il fatto che ho fatto saltare il pic-nic? Merda! Potevo farmi consegnare uno di quei pupazzetti da darle, mentre le dico qualche frase sdolcinata. Sam l'ha fatto per Gabriel... E prima o poi dovrò chiederle di sposarmi... Ho bisogno di bere..."
Fermò la sua Baby davanti al primo bar che trovò, entrò e ordinò qualcosa di forte...
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Tu, la cosa più importante
FanficSam e Gabriel hanno scoperto di amarsi ma diversi ostacoli metteranno alla prova il loro amore.