Prologo

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Un turbine indisciplinato di capelli castani si riversa sulle mie spalle, ribelle; il loro colore caldo e scuro contrasta con il mio incarnato pallido, creando un gioco cromatico che mette in risalto il mio viso.
Dischiudo appena le labbra, come per emettere un lieve, inudibile sospiro: sembro assorta in qualche criptico pensiero, estranea al mondo che mi circonda...
<<Memorem me vides amoris, Amor me perdidit viva>>, recita un cartiglio che tengo tra le dita affusolate, una sottile striscia di carta arricciata che contribuisce ad aumentare la curiosità di chi mi sta osservando: è un giovane, poco più di un ragazzo, ma le sue iridi cerulee dimostrano anni che non ha ancora vissuto. Fa correre lo sguardo distratto su di me, soffermandosi appena su qualche particolare: la curva del collo, un riccio fuori posto, il colore dei miei abiti e il baluginio argenteo della collana che indosso, reso dal pittore con rapidi ed eleganti tocchi di pittura candida... Perché io sono un quadro, la protagonista inanimata di una tela: e tu... tu mi stai guardando.

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