Miss u.

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A Louis piaceva guardare le persone che passavano per la strada. Gli piaceva osservare i lineamenti del loro viso, il modo in cui camminavano, il loro abbigliamento.Riteneva che in ogni più piccolo dettaglio, come le rughe sul volto o le borse sotto gli occhi, si potesse scrutare un dettaglio di quella persona, o provare ad indovinare un aspetto della sua vita. A Louis piaceva provare ad immaginare verso dove fossero dirette quelle persone che correvano velocemente sul marciapiede, o verso chi.

Si portó la sigaretta alle labbra lasciando che il fumo raggiungesse i polmoni, e spostó lo sguardo su una coppietta che si baciava appassionatamente su una panchina. Chiuse gli occhi, e lasció che una valanga di ricordi riaffiorasse nella sua mente.

Louis una volta era stato innamorato. Da ragazzino ne aveva fatte parecchie di cazzate, ma era anche stato innamorato. Tra i suoi mille difetti, possedeva un grande pregio: sapeva guardare dentro le persone. Sapeva capirle, comprendere i loro stati d'animo, scoprire i demoni incastrati dentro il loro corpo che lottavano per uscire fuori, ed uno di questi demoni lo aveva combattuto, aveva provato ad ucciderlo per salvare la persona che con quel demone ci conviveva. Harry. Louis aveva spogliato tante persone, ma ad Harry non soltanto dei vestiti. Aveva spogliato anche il suo cuore, aveva assaporato ogni centimetro della sua anima... e si era innamorato di lui. Si era innamorato delle sue stupide insicurezze, dei suoi modi di fare, del suo corpo, dei suoi occhi verdi come due smeraldi e delle sue labbra rosse come l'Inferno, che ancora dopo quasi vent'anni tormentavano, o deliziavano, di giorno i suoi pensieri e di notte i suoi sogni.

Louis ci aveva davvero provato a dimenticarlo, ma era come se un cieco provasse a vedere o un sordo a sentire. Non avrebbe mai potuto dimenticare la persona che aveva amato più della sua stessa vita, la persona per cui avrebbe dato qualsiasi cosa, anche se qualsiasi cosa non l'aveva. La persona con cui litigava un milione di volte, per poi fare l'amore un milione ed una volta in tutti i modi possibili, perché quello era il loro modo di perdonarsi. La persona che non aveva amato da morire, ma da vivere. Perché per lui aveva iniziato a vivere, solo per lui.

Ma Louis se lo era fatto scappare, e in quegli anni non aveva neanche provato a contattarlo, non una lettera, non un messaggio, non una telefonata. Ciò che restava era solo il buio più totale, e lo scorrere di un tempo che sembrava non passare mai, di cui aveva cominciato a contare persino i secondi con la speranza che volassero via in fretta. Ed anche la malinconia, con cui ormai conviveva addirittura serenamente. Erano una cosa sola, lui e la malinconia, sempre insieme, lei non lo abbandonava mai.

Cosa era lui adesso? Un quasi quarantenne privo di ambizioni, e che se anche le avesse avute, non avrebbe comunque avuto la forza di muovere un dito per raggiungerle.

Louis buttò via il fumo e lanció la sigaretta ormai consumata dal balcone, chiudendo nuovamente gli occhi.

Non ebbe però il tempo di immergersi in un nuovo ricordo, perché Danielle lo interruppe poggiando una mano sulla sua spalla e domandandogli se non avesse freddo, lì fuori.

-Un mese più tardi-

Harry non era una di quelle persone che crede particolarmente nel destino, piuttosto pensava che le cose accadono e basta, senza una vera e propria ragione. Ma adesso che si trovava a pochi millimetri di distanza da quelle finissime labbra, quel dolcissimo naso alla francese e quegli occhi blu in cui si era perso milioni di volte tanti, troppi anni prima... dovette proprio ricredersi. Il destino esisteva eccome, altrimenti non si spiegava come fosse possibile che, tra gli infiniti locali di Londra, in cui era atterrato soltanto dodici ore prima, fosse capitato proprio in quello in cui Louis stava ballando stancamente in mezzo alla pista, permettendo ad almeno cinque uomini diversi di strusciarsi contro il suo corpo così piccolo e prezioso. E allora, al diavolo il buon senso, i ripensamenti, i ricordi negativi, il tradimento di vent'anni prima, ed ecco che adesso si ritrovava in una squallida e fredda stanza d'hotel sopra il corpo della persona per cui ancora oggi avrebbe dato la sua stessa vita.

Era come se i ruoli si fossero invertiti rispetto a quando erano solo due ventenni senza pensieri per la testa, se non quelli positivi per un futuro insieme. Adesso Harry non era più così insicuro, quello sembrava essere proprio Louis.

Premette teneramente le labbra contro le sue, e il mondo non esisteva più. Nulla aveva più senso, era come se il tempo si fosse bloccato, c'erano soltanto loro due, ubriachi d'amore.

Harry spinse la lingua contro le labbra di Louis, che capí al volo e le schiuse per permettergli di rendere il bacio più approfondito e passionevole, ma allo stesso tempo sempre con una punta di dolcezza che conferiva un'atmosfera magica a quella camera d'albergo. Le loro lingue si muovevano in sincrono, così come i battiti dei loro cuori che sembravano sul punto di esplodere d'amore. Harry si staccó all'improvviso, portando le mani calde sul bordo della felpa Adidas dell'altro e sfilandogliela, senza interrompere il contatto visivo nemmeno per un secondo. La gettó chissà dove sul pavimento, e posó gli occhi sul petto di Louis. Lo accarezzó con leggerezza, lasciandogli decine di innocenti bacini.

'Pensavi di essere grosso. Lo dicevi sempre' gli sussurró. 'Facevi tanto il figo, ma poi in realtà tra i due eri tu quello insicuro. Me ne sono reso conto troppo tardi'.

La stessa sorte della felpa toccò pochi minuti dopo al resto dei vestiti, fin quando a dividerli non ci fu nulla. Soltanto pelle contro pelle.

Harry portó tre dita alle labbra di Louis che le succhió e le mordicchió, facendo ridacchiare l'altro. Sussultó appena percepí il primo dito dentro di sé.

Le altre due peró non fecero la stessa fine, perché Harry estrasse il primo e si abbassó arrivando all'apertura di Louis.

'Impazzivo quando mi facevi questo' lasció un piccolo bacio sull'apertura, la leccó per qualche secondo e, all'improvviso, entró la lingua, facendo gemere l'altro.

'Oh... mio... Dio' farfuglió Louis tra gli ansimi.

Harry continuó per qualche minuto, fin quando Louis lo avvisó di essere pronto.

Allineó il membro al suo buco, e inizió a penetrarlo lentamente. Louis serró i denti per il dolore e strinse forte le lenzuola tra le mani.

'Tutto okay, Lou?' gli domandó Harry. Louis annuí, sentendo il cuore battere all'impazzata per quel nomignolo che in quegli anni gli era mancato da morire.

Aveva categoricamente vietato a chiunque di utilizzarlo, perché non voleva sentirlo pronunciare da altre labbra che non fossero quelle dell'uomo che amava.

Quando Harry fu entrato del tutto, sollevò la gamba destra di Louis portandosela sulla spalla. Attese qualche secondo che l'altro si abituasse alla sensazione di pienezza, e poi inizió a spingere in modo dannatamente lento.

'Harry... p-puoi... sai... piú forte, ti prego' ansimó.

Harry lo accontentó, spingendo più velocemente. Capí di aver centrato il punto giusto quando dalle labbra di Louis non uscì un gemito ma un vero e proprio urlo.

'Ancora lì cazzo... ancora, Dio mio' gridó muovendo i fianchi verso l'alto per aiutare Harry nei movimenti.

'Sei... b-bellissimo Hazza' ansimó, guardando il volto stremato dal piacere di Harry, con le labbra più gonfie e rosse del solito, i lunghi ricci scompigliati e gli occhi socchiusi.

Con un'ultima spinta più forte, vennero entrambi contemporaneamente, gridando il nome dell'altro.

Harry uscì lentamente da Louis, sdraiandosi accanto a lui e portando un braccio intorno al suo fianco, mentre Louis poggiava la testa sul suo petto.

Louis gli accarezzó il fianco e, guardandolo dritto negli occhi, gli sussurró un 'Ti amo ancora, piccolo'.

'Ti amo anch'io Lou'.

Miss u. (Larry Stylinson OS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora