Violet

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Stetti qualche secondo in piedi mentre nella mia testa correvano mille pensieri diversi, poi mi appoggiai al muro accanto alla porta della mia stanza e mi lasciai scivolare verso il basso fino a sedermi a terra. Ero spossato. Non avevo più niente. Vestiti, cellulare, amici, la mia casa e la mia cagnetta non c'erano più, in pochi minuti erano scomparsi. Mi rimaneva solo una collana e un fiorellino viola stropicciato che fino a qualche istante prima mi rigiravo tra le mani. Sembra incredibile come sia facile affezionarsi alla gente fino a farla diventare una ragione di vita. Rimasi fermo per minuti che sembrarono giorni e poi decisi di uscire nel giardino a prendere una boccata d'aria per metabolizzare ciò che mi accadeva. Scesi le scale e camminai per qualche minuto girando in continuazione intorno alla fontana. Poi notai in un lontano angolo del giardino un ulivo secolare con un tronco molto nodoso e una foltissima chioma. Mi avvicinai velocemente fermandomi ad osservarlo a qualche metro: ero così piccolo e insignificante nei suoi confronti. Mi avvicinai ancora e notai che c'era un piccolo spiraglio tra il muro e l'enorme tronco. Ci sbirciai dentro e vidi un piccolo spazio in cui potevano al massimo starci tre o quattro persone. Notai anche che da quel lato il tronco era cavo e all'improvviso vidi qualcosa muoversi. La curiosità mista alla paura mi bloccò lo stomaco... dovevo entrare lì dentro!

Misi la schiena contro il muro cercando di appiattirmi il più possibile. Lentamente mi mossi in quella fessura ed ebbì paura di rimanerci incastrato. Trattenni il respiro cercando di rendermi ancora più sottile ma mi bloccai. Il panico iniziò a prendere possesso del mio corpo e cominciai a cercare di divincolarmi per uscire da quel buco. Non riuscivo a muovere la testa e non sapevo come tornare indietro quindi potevo solo andare avanti. Provai a calmarmi per riuscire a pensare: notai un ramo più sporgente degli altri appena fuori dalla fessura e allungai la mano cercando di prenderlo. Dopo due o tre minuti di tentativi riuscì ad afferrarlo saldamente e misi tutta la forza nelle braccia tirandomi dentro a quel piccolo spazio e accasciandomi lievemente in un angolino.

Guardai verso l'alto, la chioma dell'albero mi riparava completamente dai tiepidi raggi del sole. Notai che su tutto il muro si arrampicava dell'edera. Abbassai lo sguardo, posandolo sul tronco cavo. C'era una bambina che in quel buio quasi scompariva. Era la bambina di prima, quella del fiorellino viola. Giocava con due rametti ignorandomi completamente. Mi misi in ginocchio di fronte a lei avvicinandomi di pochi centimetri. Appena notò il mio movimento lasciò le foglie e si tirò indietro con le gambe strette al petto. Aveva paura. Allungai la mano:-Non avere paura, non dirò a nessuno che sei qui-. Si capiva che si stava nascondendo da qualcuno e sembrava conoscere davvero bene quel posto. Sentì una voce provenire da fuori l'albero gridare:-Dove diavolo ti sei cacciata mocciosa!-. Era una voce così gracchiante e fastidiosa che feci una smorfia. Sentì una risatina. Forse la mia smorfia l'aveva divertita. Mi tirò il pigiama invitandomi a sedermi accanto a lei.

-Allora... come ti chiami?-

-Prima tu- disse con voce più decisa di quanto non mi aspettassi

-Il mio nome è Dylan-

-Io sono Violet- stemmo un pò zitti, poi lei parlò:-Perchè sei qui?-

-Perchè me lo chiedi?-

-Beh, se non te ne sei accorto siamo in un ospedale psichiatrico, in mezzo agli svitati. Tu mi sei simpatico e sembri un ragazzo tranquillo ma vorrei sapere cos'è che non gira bene nella tua testolina, devo sapere se c'è qualcosa di serio di cui devo preoccuparmi... chiaro? -

Quelle parole uscirono dalla sua bocca in un tono secco e per niente imbarazzato anzi, se devo essere sincero sembrò quasi infastidita dalla mia domanda.

-Vuoi rispondere o rimaniamo qui a guardarci?-

Sorrisi: -In realtà non lo so. Posso solo dirti che il vecchio Dylan non c'è più e mi hanno chiuso qui per farlo tornare-

-E perchè sei cambiato?- Mi venne un tuffo al cuore e di nuovo quella fitta allo stomaco. Cercai di sembrare quanto più disinvolto possibile e cambiai velocemente discorso -Dimmi di te invece, perchè sei qui?- Guardai Violet e la sua espressione si fece scura. Portò di nuovo le gambe al petto e sforzò un sorriso: -Ok, è il mio turno. Sono arrivata qui due anni fa e...





Lei è l'alba dopo il tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora