Mi stai guardando?

Capitolo 6

La servitù si allontana, dopo avermi lavata e rivestita per la notte: sono una bambola nelle loro mani, un giocattolo perfetto agli occhi di tutti coloro che mi guardano dall'esterno.
Impeccabile.
Intatta.
Attenta al cerimoniale.
Fingo di mettermi a dormire, di accettare che anche il sonno trionfi su di me: apro silenziosamente le imposte, facendo attenzione a non fare rumore, e cammino a piedi scalzi lungo il cornicione. Guardando sfacciatamente in basso.
<< Che cosa fate, mia signora? >>
Apprensione. Sento questo, nella sua voce: tiene alla mia vita... Oppure desidera semplicemente che la mia vita sia sua?
<< Non lo vedete? Vi sto raggiungendo >>, bisbigliai, allungando una mano verso l'esterno e sorridendo dello sguardo che mi rivolge: preoccupato, ma anche desideroso...
Esce dalla sua camera, afferrandomi con uno scatto repentino, la bramosia nelle dita rapaci: mi porta con sè nel suo letto, stringendomi per scaldarmi... Per sentirmi vicina quanto non potrò mai essergli veramente, per sua sfortuna.
<< Siete forse uscita di senno? >>
Sa che il mio casato è antico, che sono l'ultima erede della mia stirpe: che il patrimonio che i Borisov posseggono basterebbe ad esaudire ogni suo capriccio, rimanendo pressochè intatto. Sa che la mia mano è degna di un Romanov, e che il suo cognome, ancor prima del suo mestiere, lo condannava a inchinarsi a me...
<< Lo dovrei dire io a voi. Di chi vi siete innamorato, Zykov? >>
Tace, respirando lentamente contro la mia spalla. Tace fino a farmi credere che si sia addormentato così, dopo avermi intrappolata contro il suo corpo.
<< Di voi e dell'impossibile, principessa >>, sussurra infine, facendomi chiudere gli occhi con una mano, senza smettere di abbracciarmi.
E non posso fare a meno di ricordare...
"Voi non siete il vostro titolo".
Era la prima volta che qualcuno mi rivolgeva parole simili.
E quel qualcuno riempì i miei pensieri, con una prepotenza tutta sua, interamente, solamente sua.