23 novembre

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Sto male.
L'angoscia mi divora dall'interno e mi assale.
Troppi pensieri, troppi problemi, troppe incertezze.
Vorrei dire che solo io mi sento così, ma chissà quanti ci sono passati prima di me, o ci stanno passando con me in questo momento. Non sono unica e speciale neanche nel dolore, inutile illudersi.
E poi non è nemmeno dolore: è solo un senso straziante di vuoto e di disperazione. Il dolore è reale, è fisico, è mentale, ha una causa nota. Io soffro per qualcosa che nemmeno io so cosa sia. Per quella che vorrei essere. Per quella che non sono. Paura. Rimpianto, anzi un mare di rimpianti. E queste maledette lacrime che non smettono di arrossare i miei occhi, di solcare le mie guance, di bagnare le mie labbra. Cerco di trattenere a stento i singhiozzi che rischiano di turbare la quiete della casa. Tutti dormono, tutto tace, sembra la quiete.
Ma io sono sola tra le lenzuola, come un bruco nel suo bozzolo, e dentro me è in atto un dramma. E sto male. Sento di non meritare l'amore delle persone che mi sono vicine, né il loro interesse, né le loro attenzioni. Sento di non essere abbastanza, di non meritare nulla, perché quindi dovrei essere felice? Perché dovrei poter trovare la mia strada?
Eppure sapevo che prima o poi sarebbe successo... era troppo tempo che mi trascinavo in uno stato di piacevole ottundimento dei sensi, senza pensieri, senza preoccupazioni, senza futuro, vivendo solo nel qui ed ora. Adesso è arrivato lo scotto da pagare e me lo merito tutto. Sono stata un'illusa. Per aver pensato che non pensare fosse la soluzione, che far passare il tempo avrebbe chiarito i dubbi, che vivere giorno per giorno mi avrebbe fatto trovare la mia strada. 
Invece sono ancora qui con questo squarcio nel petto e il bisogno di sfogarmi con qualcuno, di urlargli contro di trovare una soluzione al posto mio, perché io non ne sono capace. Non ne sono capace. Oscillo continuamente tra desideri e passioni opposte, costruisco con la mia fantasia fin troppo sfrenata scenari agli antipodi e mi lascio guidare e influenzare dalle emozioni ed esperienze del momento.
Mi conosco ma non mi capisco. O forse, più probabilmente, mi capisco ma non mi conosco.
Continuo a piangere finché non sento il fiato mancare. Perché non posso mollare tutto e andarmene? Provare a ricostruire tutto da capo, dal basso, con fatica, giorno per giorno, lontano da chi mi conosce e mi giudica o, peggio ancora, nutriva grandi aspettative nei miei confronti e ormai ci ha rinunciato.
Il suono di una sirena all'improvviso squarcia il silenzio della notte. E io mi sento come quella sirena.
Spero il respiro prima o poi si calmi, le lacrime cessino di scendere e il sonno possa calare sulle mie palpebre e sulla mia mente a regalarmi l'oblio tanto desiderato.
Ma nel frattempo soffro.

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⏰ Last updated: Nov 23, 2016 ⏰

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