Mi svegliai senza ricordi. Non ricordavo nulla su di me, ma riconoscevo i vari oggetti. Conoscevo il loro nome in varie lingue. Inglese e... italiano, penso. Dov'ero? Sembrava una strana cella. Al posto delle sbarre vi erano dei vetri trasparenti. Mi alzai, ero dolorante, sopratutto sulla schiena. Mi mossi verso la parete della cella, dopotutto il vetro era riflettente.
Quello che vidi... non ero io. Non ricordavo nulla, ma quello non ero sicuramente io. La corporatura, i tratti facciali... erano quelli, ma avevo cicatrici ovunque. E con ovunque, intendo sopratutto in faccia. Senza considerare la schiena... sembravano le cicatrici degli schiavi americani. Quelli delle piantagioni di cotone.
Stranamente stanco, con molte domande e una fame assurda, mi buttai sulla mia branda, dando un occhiata al mio "comodino", un insieme di pezzi di legno marcio. Non c'era nulla, se non scarafaggi e ragnatele. Mi misi comodo, riflettendo al perché, perché ero lì. E sopratutto, chi ero?
Solo un nome frullava nella mia testa.
Lucky. Fortunato.
L'esatto contrario della mia situazione attuale.
Presto la stanchezza mi fece riaddormentare. Qualche tipo di narcotico, almeno credo si chiamino così. Le ferite facevano male, ma venivano alleviate da qualche antidolorifico.
Caddi in un sonno profondo, di una decina di ore.
Al mi risveglio, un uomo massiccio, sui 190 cm, era in piedi davanti a me.
"Ben svegliato, progetto Lucky"
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Salve gente!
Questo è uno dei miei primi, se non il primo, racconto serio. Ditemi cosa ne pensate, e se volete una seconda parte, Bye!
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Lucky
Science FictionNon vi siete mai sentiti come se qualcosa, o qualcuno, vi stesse rubano qualcosa di prezioso? Ma non un bene materiale, una delle cose più importanti della vita. La fortuna. E perché no, anche la conoscenza. Dopotutto, la conoscenza è potere, o sbag...