XVIII- Attacco

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Ecco una parola per riassumere questo momento: vuoto. Avevo esplorato la villa in tutti i posti che potevo e in nessuna delle stanze avevo trovato qualcuno. Sono sola in una villa sperduta in un angolo dell'America nascosta a tutti. E adesso? Cosa posso fare? In mancanza di idee, torno in camera e, dopo aver preso il libro "Il marchio del diavolo" inizio a leggere. La mia mente si concentra sulla lettura e come ogni volta perdo la cognizione del tempo. Quando alzo lo sguardo sulla finestra il cielo è scuro, punteggiato di stelle. Appoggio il libro al comodino e per sgranchirmi il corpo indolenzito vado nella sala di allenamento con i passi che risuonano nel corridoio vuoto. Essendo cresciuta con due fratelli più piccoli il silenzio per me è strano anche se confortevole. Arrivo davanti al gargoyle di pietra che mi osserva minaccioso. Dal ghigno che lo scultore gli ha scolpito si vedono i denti aguzzi e sembra un mostro addormentato. Appoggio il dito su una delle corna del mostro e una goccia di sangue gli cade sopra illuminandosi di luce nera e oro a intermittenza. Gli occhi del gargoyle si illuminano e la lastra di pietra libera il passaggio. Mi dirigo nell'angolo della palestra dove ci sono dei bersagli e vari coltelli di dimensioni e tipi diversi. Una ragazza normale gioisce davanti a un negozio di scarpe e abbigliamento, io sono felice davanti a una libreria e un'armeria, ma va bene così. Non sono mai stata normale nemmeno prima di scoprire che sono una semidea. Mi avvicino verso la parete e prendo un coltello a forma di mezzaluna e lo lancio, mancando in pieno il bersaglio. Riprovo varie volte, aumentando la forza e cambiando la posizione del braccio ma il risultato è sempre uguale.
"Se continui a tenere il coltello come se fosse una bomba non colpirai mai il bersaglio!"
Luke spunta fuori da una parete, in piena versione fantasma.
"Non eravate spariti tutti?"
"Thanatos ha del lavoro da svolgere, Nico è negli Inferi e Ethan è costretto a seguirlo."
Il ragazzo si avvicina con fare professionale. Afferra un pugnale e mi mostra la posizione "Il braccio va tenuto morbido e il coltello deve essere un'estensione del tuo braccio. Devi tenerlo con la punta inclinata verso di te, prendi la mira e lanci."
Il pugnale vola come una farfalla d'argento e centra il bersaglio. Un sorriso spunta sul viso di Luke, rendendolo oggettivamente più bello. Riprovo basandomi sui consigli di Luke e con mia grande sorpresa colpisco il bersaglio.
"Ce l'ho fatta, non ci credo! Grazie Luke! E scusa per l'altra volta, non volevo perdere il controllo."
"No, scusami tu. Non avrei dovuto dirti quelle cose."
L'ora successiva di allenamento fu di scherma e se pensavo che gli allenamenti con Nico erano duri, con Luke era un inferno: era esigente e severo, spingendomi al massimo delle mie capacità e anche oltre. Le ore di allenamento era estenuanti, alternate da semplici allenamenti sulle varie posizioni a veri e propri combattimenti lunghi ore e ore, senza interruzione e pause. Il combattimento di solito finiva quando le mani erano scorticate o le ferite erano troppe. Delle cicatrici argentee iniziavano a comparire sulla pelle, testimoni dei miei miglioramenti. Ma se Luke era severo durante gli allenamenti, quando finivano toglieva la maschera da insegnante severo e si comportava da fratello maggiore iperprotettivo. Cercavo di contattare il Campo Mezzosangue con i messaggi Iride senza successo e ogni volta che tentavo di uscire dal giardino della villa c'era una forza che mi ricacciava dentro. Scoprii che Luke ed Ethan erano rispettivamente "legati" e obbligati ad allenare me e Nico, per un patto stretto con Ade: in cambio di questo loro favore avrebbero potuto rinascere o sostare nelle Praterie degli Asfodeli. Se di giorno mi allenavo, la notte la passavo a fare ricerche in biblioteca, cercando di scoprire di più sulle due ragazze che mi erano apparse. Sono in biblioteca e finalmente ho trovato il vecchio libro, ma non ho trovato niente sulle due ragazze. Luke compare dagli scaffali con due libri in mano e li appoggia sul tavolo. "Trovato niente?"
"Niente. Non c'è traccia dell'esistenza di quelle ragazze, comincio a credere che sia stata soltanto un'allucinazione."
"Hai degli indizi:conosci la loro faccia e la città, Firenze. Forse quando torni al Campo Mezzosangue dovresti chiedere a Chirone un'impresa."
"Non lo fará mai. Tanto vale continuare a cercare."
Sfoglio le pagine ingiallite dal tempo, evitando accuratamente le pagine incriminate. Finalmente trovo i due ritratti delle ragazze trovando soltanto informazioni minime: Marta e Priscilla, adottate dalla famiglia dei Medici, figlie di Ade e una cortigiana fiorentina del 1300. I loro spiriti dimorano nella città di Firenze, in particolar modo tra il Ponte Vecchio e Piazza della Signoria.
"Fantastico. Luke guarda qui." Il biondo scruta la pagina ridacchiando.
"Sei fortunata. Aspetta che torna Nico e andate. Lui riesce a contattare gli spiriti."
I libri si rimettono al loro posto e si sentono dei tonfi. Andiamo nell'ingresso e scopro con orrore che un esercito di demoni scorpioni con la criniera da leone, capitanata da uno dalla famigliare chioma blu elettrico. Con le loro mandibole rosicchiano la barriera che circonda la casa, facendola apparire a tratti. Uno sciame di demoni cavalletta dalle chele di granchio da una mano al branco di mostri.
"Ma chi e come hanno creato questi demoni? Hanno messo degli animali nel frullatore?"
Luke compare con in mano una spranga di ferro e sbarra la porta, poi mi afferra un polso dandomi in mano uno zaino. "Seguimi, le domande a dopo." Uno schianto e i demoni si precipitano sulla casa cercando di spaccare le finestre.
"Non stare lì impalata!" Il biondo corre per la casa, arrivando nella palestra. Estrae Vipera e usandola come leva apre una porta in bronzo, trascinandomi con lui. Il portone si chiude e percorriamo una galleria con una luce in fondo al tunnel. Usciamo in mezzo al bosco e lì Luke estrae carta e penna e scrive un biglietto. Con la carta fa un'aeroplanino di carta e una folata di vento lo porta via. "Speriamo che lo facciano arrivare in tempo a Nico e Thanatos."
"Dove andiamo?"
"Al Campo. Eravamo d'accordo che se i demoni ci avessero trovato e avessero distrutto la barriera ci saremmo trovati lì."
"E come ci arriviamo?"
"Viaggio ombra. Tu sei capace giusto?"
"Io credo di sì. Serve un contatto fisico e l'ombra di quell'albero dovrebbe essere abbastanza grande. E metti via la spada sembri un serial killer!"
"Oh mi hai scoperto! Tu sarai la mia prossima vittima!"
"Smettila di fare il buffone!" Gli tiro una spintarella amichevole e lui ridacchia mettendo via la spada. Poi mi guarda aspettandosi qualcosa. Appoggio la mano sulla spalla e mi concentro sull'ombra e sul ragazzo di fianco a me. Immagino di sprofondare e riemergere al Campo Mezzosangue e poco dopo vengo risucchiata nelle ombre e risputata fuori su una spiaggia con una collina sul fianco. L'aria fresca mi impedisce di svenire e delle ombre fanno annerire la sabbia intorno a me.
"Cavolo ce l'hai fatta e al primo colpo, è impressionante!"
Inizio a respirare affannosamente e mi siedo a terra. Le ombre iniziano a diminuire e vengono assorbite dal terreno.
"Serena tutto a posto?"
"Dammi un attimo e andiamo al campo. Ma non si spaventeranno a vederti?"
"No, la mia missione è accompagnarti al Campo. Appena entrerai nella barriera tornerò negli Inferi, da tuo padre."
Dalla boscaglia iniziano a spuntare una mezza dozzina di demoni Scorpius e si avvicinano. Mi alzo in piedi ed evoco la spada ma in poco tempo siamo circondati.
"Apriamo un varco e poi vai al Campo, ti copro io."
"Scordatelo Castellan. Tu mi accompagni fino al campo."
Iniziamo a combattere schiena contro schiena e ad ogni mostro abbattuto un'altro prende il suo posto.
"Ce ne sono troppi. Ci serve aiuto!"
I demoni si avvicinano sempre di più. E una stretta allo stomaco prevede una scossa di terremoto. Il terreno si apre e spunta un esercito di zombie che attacca i demoni.
"Muoviti non so quanto durerà il diversivo!"
"Sei stata tu! Sei un'incredibile fonte di risorse!"
"Zitto e corri Castellan."
Ci arrampichiamo sulla collina, mentre sotto di noi i demoni iniziano a diradarsi. Continuo a inciampare e riesco a rompermi i pantaloni, ma finalmente arriviamo in cima alla collina. Mi tengo lontana dal drago Peleo, che mi guarda assonnato ed entro nella barriera. Luke è scomparso e cado per terra. Una figura femminile mi nota e si avvicina urlando
"Ragazza-ombra stai bene?"
Non riesco a risponderle e sento le forze abbandonarmi. Riesco a distinguere a malapena i capelli biondi con le punte verdi della ragazza e gli edifici intorno a me. Qualcuno mi prende sotto le spalle e mi solleva maledicendo la situazione.
"Porca miseria, perché ci troviamo sempre quando stai male? Eh sì che siamo parabatai!"
"Smettila di urlare, Becky!"
"Non sto urlando. Sei messa male, ti porto in infermeria. Dai, alzati e cammina!"
Mi sollevo e uso Rebecca come stampella. Dopo vari tentativi riesco a camminare, anche se da fuori devo sembrare ubriaca. Vedo ancora tutto appannato e la situazione inizia a peggiorare: dei puntini mi appaiono continuando a girare e dandomi il mal di testa.
"Dai Serena, ancora qualche passo e sei sul lettino dell'infermeria. Will dammi una mano, sta diventando un peso morto!"
Dei passi e una voce indistinta provengono dalla mia destra. "Perchè i figli di Ade devono avere istinti suicidi! Lo sanno che i loro poteri sono pericolosi e li usano lo stesso! Faccio io Rebecca."
Qualcuno mi appoggia sul lettino dell'infermeria.
"Coperta giallo canarino? Sei serio Will? Ti ucciderá se lo scopre!"
"Per adesso non importa e passami la boccetta azzurra a strisce bianche."
Sento un liquido fresco scorrermi in gola e cado tra le braccia di Morfeo.

Dei Dell'Olimpo: I Gemelli Della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora