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Jonathan non era ancora tornato dal lavoro, così Jane andò a sciacquarsi il viso togliendosi il rossetto e poi andò nella sua camera, per cambiarsi.
«Dio mio, avvisami la prossima volta, o morirò di spavento prima o poi.» disse la ragazza, dopo essere sobbalzata, con una mano sul cuore.
«Scusa.» disse soltanto William.
Era rimasto sveglio tutta la notte a pensare a quello che la cameriera gli aveva detto e alla fine aveva deciso che doveva parlargliene. Se era falso sarebbe stato tutto un gran fraintendimento, se era vero...
«Come mai sei già qui? Resti a pranzo?» chiese la ragazza e lui sospirò.
«Hai baciato qualcuno?»
La ragazza rimase immobile, con il cuore che le scalpitava. «Che intendi?»
«Hai baciato qualcuno, vero?»
«Io... Come lo sai?»
«Ti hanno sentita parlare con Jonathan.»
La ragazza rimase in silenzio, non sapeva cosa dire.
«Perché l'hai fatto? Era così attraente che non ne hai potuto fare a meno?»
«Cosa?» chiese lei, sinceramente confusa.
«Avevamo detto di non baciare nessun altro.»
«È stato lui a baciarmi e non è durato nemmeno un secondo.»
«Ti è piaciuto?»
«Ma certo che no! Cosa stai immaginando? È stata una frazione di secondo.»
«Beh, può esserti piaciuto comunque. Vi vedete da tanto?»
«È venuto solo due volte alla locanda, è un amico di Raphael.»
«Lo conoscevi già da prima?»
«No.»
«Quindi sei uscita con uno sconosciuto e l'hai pure baciato.»
«Non l'ho baciato.» ripeté.
«Hai avuto un colpo di fulmine così forte da non poter fare a meno di baciarlo la seconda volta che vi siete visti?»
«Non l'ho baciato!» scandì ancora.
«Beh, le vostre labbra sono entrate in contatto ed è un bacio. Non pensavo potessi farmi una cosa del genere, credevo che qualcosa – anche solo una minima cosa – fosse cambiata, ma evidentemente mi sbagliavo.»
«Non è stato assolutamente nulla, William.»
«Forse non per te, ma lo è per me.»
«Non sai nemmeno come è andata davvero e ti stai comportando come se ci fossi andata a letto!»
«Magari sarà la prossima cosa che farete insieme.»
«Ma cosa dici? Sicuro di stare bene?»
«Sarei stato meglio se non avessi baciato quel tizio.»
«Io non l'ho baciato!» ripeté esasperata.
«Me l'hai nascosto!»
«Non ci siamo nemmeno visti, quando avrei dovuto dirtelo?!»
«Potevi venire da me! Sai cosa ho provato quando me l'hanno detto? Mi sono sentito tradito!»
«È stato meno di un bacio e non siamo nemmeno fidanzati!»
«Lo saremmo, se tu non fossi così ostinata!»
«Ora la colpa è mia?»
«Non sto dicendo questo!»
«Beh, stai dando la colpa a me sin dall'inizio, dicendo che sono stata io a baciarlo!»
«Non capisci che ci sto male per questa cosa?»
Ormai stavano urlando.
«E tu non capisci che non è stata una mia decisione? Mi sono rifiutata, se proprio vuoi saperla tutta, ma lui non mi ha dato ascolto!»
«Io non so più cosa pensare...» disse piano il ragazzo, passandosi una mano sui capelli, scompigliandoli.
«Tu non ti fidi di me...»
«Certo che mi fido di te! Ma non puoi negare che non c'è stato nessun bacio...»
«Non lo sto negando! Sto soltanto dicendo che Tobias mi ha chiesto se poteva baciarmi, io ho rifiutato, ma lui l'ha fatto ugualmente.»
«Così si chiama Tobias, eh?» chiese, sedendosi sul letto e abbassando la testa, fissandosi le mani. Jane capì dalla sua voce che c'era qualcosa che non andava.
«William...» sussurrò, ma lui non la guardò, e lei andò a sedersi accanto a lui.
«William, mi dispiace...»
Una lacrima gli cadde dalla punta del naso sulle mani e lui la guardò per un paio di secondi, prima di asciugarla. Alla ragazza si strinse il cuore.
«Sei arrabbiato?»
Lui scosse la testa.
«Vuoi andare via?»
Lui fece lo stesso gesto di prima.
«Che hai?»
«Sono frustrato e ce l'ho con me stesso.» sussurrò, con la voce rotta.
«Perché?»
«Perché non sono ancora riuscito a farti innamorare di me.»
Il cuore della ragazza era ormai una briciola nel suo petto.
«E hai ragione, tu non hai nessuna colpa.»
«Nemmeno tu.»
Lui scosse la testa e un'altra lacrima gli scivolò via dal naso.
«Fai stare male me, facendo così.» gli disse.
«Non credevo di poter mai piangere per una ragazza.» ridacchiò, ma un singhiozzo lo riportò al silenzio.
«Non voglio perderti.» disse dopo un paio di minuti, ancora con la voce rotta, e finalmente alzò lo sguardo sulla ragazza.
«Non voglio perderti, perché tu sei importante, io ti amo, in ogni mio pensiero ci sei tu e non so cos'altro dirti, mi sento stupido a piangere davanti a te in questo modo.» disse freneticamente e alla ragazza nacque un sorriso.
E semplicemente in quel momento si sentì di farlo, fu felice di farlo, e si sporse a baciarlo. Si staccarono poco dopo e lei lo abbracciò.
«Resti a pranzo?» gli chiese e lui sorrise, asciugandosi una guancia.
«Cosa mi prepari di buono?» chiese e si mise a sorridere anche Jane.
***
«Jane, scusa- Oh, principe, non sapevo che sareste venuto, scusate il ritardo.» disse Jonathan entrando in casa, con un'ora di ritardo.
«Come mai sei tornato adesso?»
«Mi ha trattenuto il capo, mi ha fatto delle domande.»
«Va tutto bene, vero?»
«Sì, assolutamente. Avete già pranzato?»
«In realtà no, ti stavamo aspettando.»
«Oh, potevate anche non farlo.»
«Tanto siamo stati impegnati.» disse la ragazza, gettando un sorriso a William.
Si mise a cucinare, mentre i due ragazzi parlavano, e si disse che magari la sua felicità era questa.
***
«Cosa avete fatto tu e il principe prima che venissi?» chiese Jonathan, dopo che il ragazzo se ne fu andato, non prima di riservare un paio di baci a Jane.
«Ha scoperto di Tobias.»
«Come ha fatto?»
«Qualcuno ci ha sentito.»
«Come ha reagito?»
«Non bene. Abbiamo litigato, per un pezzo, poi ha pianto.»
«Ha pianto?»
Lei annuì. «Ci stava male. Comunque abbiamo risolto.»
«Meglio così, non mi andava di starti a sentire mentre ti lamentavi.»
Lei si finse offesa e scoppiarono a ridere.
«Sei davvero stato col tuo capo?»
«Sì, mi ha fatto delle domande, te l'ho detto. Le sta facendo a tutti, per vedere come ci troviamo e come consideriamo il lavoro svolto da noi e dagli altri.»
Jane annuì.
«Posso farti una domanda?» le chiese.
«Certo.»
«Perché non ti fidanzi col principe e basta? Voglio dire, vi baciate, siete quasi sempre insieme, non cambierebbe nulla.»
«Ma io non lo amo.»
«E allora perché continui a stare con lui?»
«Io... Non lo so.»
«Ci stai bene?»
«Sì, certo.»
«Ma non lo ami.»
«Non credo.»
«Sei così complicata.» sospirò il ragazzo, facendola ridere.
«Ti fa sentire felice?» le chiese dopo.
«Quando sono con lui sto bene.»
«E quando non c'è ti manca?»
«Alcune volte.»
«Sei sicura di non esserti innamorata di lui?»
La ragazza non rispose. Non era mai stata brava con queste cose e non riusciva proprio a capirle.
«È già maggio.» disse poi lui, con un peso sul cuore.
«Lo so.»
«Mancano tre mesi al tuo compleanno.»
«Già.»
«E poi altri tre mesi alla registrazione.»
«Non pensarci.»
«Come fai ad essere così tranquilla?»
«Come hai detto tu, mancano ancora sei mesi.»
«Non importa se mancano due, tre o sei mesi! Morirai comunque!»
«Vuol dire che è il mio destino.»
«Ti arrendi davvero così facilmente?»
«Ho altra scelta?»
Il ragazzo la guardò e la abbracciò. Jane sentì la sua spalla bagnarsi.
«Jonathan, ascoltami bene, te lo dico adesso perché non so se ne avrò ancora il coraggio. Quando io non ci sarò più, non azzardarti minimamente a lasciarti andare, va bene? Devi continuare a vivere proprio come adesso o tutte le cose che ho fatto in questi anni andranno perdute. Devi anche badare a tua madre, non permettere che lei si lasci andare. Dovete continuare a vivere come se fossi ancora qui o come se non ci fossi mai stata, mi hai capita?»
Lui annuì.
«Ti voglio bene.» gli disse e anche a lei scese una lacrima, ma la asciugò prima che Jonathan potesse risponderle e che si spostasse.
«Ti faccio una tazza di tè, va bene?» gli chiese con un piccolo sorriso e accarezzandogli una guancia bagnata.
Andò in cucina. Aveva da poco finito di fare il tè quando sentì bussare alla porta. Aprì e rimase sorpresa nel vedere nuovamente William.
«Scusa se sono di nuovo qui dopo meno di un'ora.» le disse.
«Puoi venire quando vuoi. Come mai sei qui?»
«È importante.»
Il tono del ragazzo la fece rabbrividire. Era successo qualcosa di grave? Jonathan era nella sua camera a bere il tè mentre leggeva per rilassarsi, così non ci fu nemmeno bisogno di andare in un altro posto.
«Dimmi tutto.»
«Me ne devo andare.» sospirò lui, facendo sgranare gli occhi alla ragazza.
«Dove devi andare? E tornerai, vero? D'altronde sei il futuro Re, devi tornare!» iniziò a dire Jane, facendolo sorridere.
«Certo che tornerò. Starò via un paio di settimane, credo.»
«Dove vai?» ripeté lei.
«Dal mio padrino. Abita dall'altra parte del regno.»
Lei annuì. «Sinceramente, dal tuo tono mi sembrava qualcosa di grave.»
«È grave! Come starò due settimane senza di te?»
La ragazza rise. «Sarai col tuo padrino, devi esserne contento.»
«Lo sarei di più se ci fossi tu.»
«Ma io non faccio parte della famiglia, quindi non ci sarò.»
«Dovresti, invece.»
Lei gli sorrise. «Quando parti?»
«Ecco, questa è la parte peggiore... Domani.»
Lei sgranò gli occhi, di nuovo.
«Lo so, mio padre me l'ha appena detto, è una cosa troppo affrettata per i miei gusti, ma non posso rimandare. Preferirei non andarci.»
«Oh, non dire così! Va' e divertiti, va bene?»
«Come faccio a divertirmi senza di te? Non posso mica buttare in piscina il mio padrino.»
Si misero a ridere e lui l'abbraccio.
«Non fare così, prima andrai via e prima tornerai.»
«Perché non vieni con me? Potrei pure presentarti.»
«Stare via due settimane? È impossibile che io possa venire, lo sai.»
«Ci ho provato.» sospirò. «Almeno mi aiuti a fare le valigie?»
«Certo, avviso Jonathan e andiamo.»

||spazioautrice||
Salve! Scusate l'orario, ma credo che ormai sappiate che di sabato aggiorno solitamente a quest'ora. Spero che il capitolo vi piaccia! Come avrete notato, avevo fatto un casino con gli scorsi capitoli, ma sono riuscita a risolvere tutto!
Mi manca un capitolo per finire Città Degli Angeli Caduti, così domani lo finisco e leggo Il Principe. Sto adorando troppo la Clare, è semplicemente fantastica, adoro come scrive. Ho comprato pure Il Codice e Storia Di Illustri Shadowhunters E Abitanti Del Mondo Dei Nascosti, e non vedo l'ora di leggerli 😍😍😍
Adesso però non sto qui a dire cose inutili, anche perché non ho idee e mi sta venendo sonno. Al solito, buonanotte a chi lo leggerà ora e buongiorno a chi lo leggerà domani!
~Rob ❤️

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