5.♠

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La mattina dopo,scesa in cucina,trovai mia madre seduta che aspettava qualcuno.


-Mamma,aspetti la chiamata divina?- scherzai.

-Simpatica,aspettavo te. Siediti.- disse seria.

Mi voltai a guardarla,aveva uno sguardo che non ammetteva un mio rifiuto.

-Ok,dimmi.- dissi sedendomi.

-Mi ha chiamata Hardin,stamattina. Mi ha raccontato il vostro litigio e..- la interruppi.

-Mamma,i problemi che ho con Hardin me li risolvo da sola. Ok? Non ti immischiare,se lui ha bisogno di sfogarsi,bene,ma non venire a dirmi come gestire i miei rapporti.- dissi alzandomi.

-Emily Rose,siediti.- disse lei.

-Non ne vedo il motivo,non ascolterò nemmeno mezza parola che vorrai dirmi.- dissi.

-Invece lo farai,siediti Emily.- disse mio padre,entrando.

Mi voltai a guardarlo,di solito papà tornava a casa la sera tardi,strano che fosse qui a quest'ora del mattino.

-Papà,sono stata abbastanza chiara.- dissi.

-Siediti o ti pentirai,l'essere testarda non ti servirà,stavolta.- disse lui.

Notando che la sua espressione era più seria del solito,mi decisi ad ascoltare.

Papà si sedette di fronte a me,serio.

Mamma cominciò a piangere,tremante.

Non stavo capendo nulla.

Dopo un pò,papà si decise a parlare.

-Emily,conosci bene le regole eretiche,giusto?- cominciò.

-Si,me le hai insegnate bene. Quindi?- risposi.

-Conosci la legge che impone di eliminare i semi-angeli o i tendenti ad avere atteggiamenti umani?- chiese.

-Si,l'ho letta.- risposi.

Ancora silenzio,mia mamma continuava a piangere.

-Cosa ne pensi?- mi chiese all'improvviso.

-Sinceramente,papà?- risposi.

-Si.- disse.

-Finchè non dà problemi a me o a chi tengo,non vedo ragione per cui io debba interessarmene.-risposi.

-Emily,non pensi a quei poveri esseri che sono puniti senza avere alcuna colpa?- scattò in piedi mia madre.

-Non tutti sono tendenti ad avere parti angeliche o umane,mamma. A te importa,a me no.- dissi.

-Donna,datti una calmata e siediti.- disse papà a mamma.

Mamma si sedette e papà tornò a fissarmi intensamente negli occhi.

-Emily,oggi verrai con me al castello degli eretici,ti farò vedere un pò come funziona questo mondo.- disse.

-Ma questo non riguarda Hardin? Voglio dire,è il suo lavoro. Tu hai lasciato a lui tutto il potere,io cosa c'entro?- chiesi.

-E' giusto che tutti i membri della famiglia vedano,conoscano e giudichino le situazioni.- rispose.

-Va bene.- dissi.

-Và a riposare,il viaggio sarà abbastanza lungo e stressante.- disse mio padre.

Annuì e tornai in camera mia.

Mi sedetti sul letto e ripensai alle leggi eretiche,al conclave,ovvero un gruppo di quattro demoni nobili eretici che aiutavano e consigliavano il reggente,a cosa significasse essere eretici. L'eretico,da quanto avevo capito,era un demone espanso,ancora più lontano dalla luce di Dio,ancora più spietato e sadico,ancora più oscuro. L'eretico vantava la sua supremazia sugli altri,non amava se non i figli,era egoista e calcolatore. Pensai,per un momento,che Hardin tutto questo non lo era,se non in casi gravi,quindi non capivo come potesse fare parte di questo mondo.

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