Capitolo 1

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Un piccolo incidente

Odiavo l'ora di ginnastica. Non avevo mai delle tute carine da mettere. Le mie amiche erano sempre alla moda e perfette anche in tenuta sportiva. Amavano cambiarsi nello spogliatoio senza vergogna a mostrare le proprie forme, d'altronde erano perfette e coglievano sempre l'occasione di spettegolare sui proprio ragazzi o sulle 'gatte morte', come le chiamavano loro, che cercavano sempre di rubare l'amore altrui. Io non mi cambiavo mai. Da casa andavo a scuola gia con la mia tuta, composta da un pantalone di flanella largo, una t-shirt a manica corta e una felpa con cerniera e cappuccio. Tutta rosa e ormai fuori moda da un paio d'anni. Non entravo mai nello spogliatoio, se non per bere. Avevo paura anche perché in quegli anni ero vittima di bullismo. Ogni volta che mi fissavano le mie "compagne" sghignavano come se avessero visto una copertina di un giornale vintage. Effettivamente ero ridicola. Ma non avevo abbastanza denaro per rinnovare il mio armadio e indossavo sempre abiti di seconda mano, regalati da parenti o amici di famiglia, oppure dei vestiti comprati al mercato, ma essi li mettevo nei giorni in cui dovevo essere un po più presentabile. Le medie sono gli anni dell'adolescenza più critici, ma anche i piu emozionanti. Io.. Anche se ero una ragazzina amante ancora delle serie Tv, come 'Una mamma per amica', ero ingenua, timida e succube di violenze da parte di coetanei. Grazie alla mia famiglia però ho sempre capito quali sono i veri valori della vita e un paio di converse originali non erano poi cosi importanti. Ero povera fuori... Ma ricca dentro. Con me in classe avevo un amica. L'unica direi... Si chiamava Barbara, ma io la chiamavo sempre Baby. Lei era come me. La invidiavo però. Perché lei lo faceva per scelta, vestiva cosi per non dare nell'occhio, io ero cosi perché non potevo permettermelo. Sappiamo tutti quanto sia difficile a quell'età non essere accettati. Solo perché sapevo che dei vestiti carini non mi avrebbero resa una persona migliore non significa che non mi piacevano, se avessi avuto la possibilità, li avrei comprati volentieri. Comunque con Baby mi divertivo, potevo sempre sprigionare quella bambina che ancora era presente in me. Il martedì, 5 ottobre 2005, la classe 1 H aveva un test con la prof di ginnastica: riguardava la verifica delle competenze nello sport del basket, la quale per diverse settimane, io insieme alla mia classe ci eravamo allenati. Tuta rosa, coda alta, scarpette bianche ormai consumate, acqua e asciugamano. Con Baby ci recammo in palestra, dove ci sedemmo sulla panca ad aspettare le altre che finissero di 'aggiornarsi'. I ragazzi furono subito pronti invece e dopo una decina di minuti, il fischio della professoressa diede inizio al riscaldamento. Le nostre compagne imitavano i modi di correre miei e di Baby e ci insultavano per il nostro abbigliamento, ma lei mi insegnò a infischiarmene e a piacere solo a me stessa. Amavo la sua forza e ne presi esempio. Cominciammo a dividerci i palloni da basket pronti per affrontare la verifica. Con Baby feci un sacco di errori, ero molto nervosa, nonostante spesso io fossi peggio di un maschio negli sport. Mi sentivo gli occhi di tutti addosso e con noi c'era anche un'altra classe che era impegnata con la Resistenza nella corsa. Baby mi diede un passaggio di palla epico, come Michael Jordan, io che ero pensierosa, dal botto della palla sul pavimento mi spaventai e con la mano schiacciai di più il pallone... Ma con troppo forza che colpii la testa di qualcuno. Mi affrettai a riprendere la palla a terra e sentii:< Attenta che la palla é piu grande di te >. Io già pronta per rispondere bruscamente a quell'insulto che sottolineava la mia scarsa altezza, alzai la testa per guardare in faccia il mio bersaglio e rimasi a bocca aperta.... Un ragazzo dagli occhi come diamanti... Alto, biondo, e con un sorriso a 32 denti odioso. Ma semplicemente perfetto. Girai la testa verso Baby che già rideva e ricorsi subito da lei. Le chiesi < Ma cos'è un angelo? > e il suono del fischietto per l'inizio del test ci interruppe e li io... Mi accorsi che a quella creatura magnifica non gli dissi nemmeno "Scusa" . Ha pensato che sono una sfigata dissi tra me e me. Bene.... Che le pessime figure del mio primo anno di medie abbiano inizio. E da li... Iniziai la strada del mio destino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 09, 2016 ⏰

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