Capitolo 12: Voulez vous

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Dal capitolo precedente:

Mi si avvicina Nadia.

-Che voleva dire quando ha detto che tra poco arriverà Tritone per i tuoi allenamenti?-

Ah, già! Loro ancora non lo sanno.

Mi tiro su a fatica, i miei due amici mi affiancano subito e mi aiutano a non crollare

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Mi tiro su a fatica, i miei due amici mi affiancano subito e mi aiutano a non crollare.

-Hunter, Austin e Jessica potreste venire più vicini?-

Una volta che tutti si sono seduti vicini a me, mi guardo intorno, più attentamente le uniche due persone a conoscenza della mia particolarità, loro annuiscono e prendo un bel respiro.

-Ali, se vuoi, posso dirlo io al tuo posto- si offre Jason

-No, no, è una cosa mia, devo dirlo io.- mi volto verso gli altri e inizio il mio discorso:

-Ragazzi, io non so cosa voi abbiate visto durante il mio punto di rottura, ma quando mi sono risvegliata in infermeria, è venuta da me la Preside in persona e mi ha detto la verità- mi fermo per prendere fiato e poi continuo -Mi ha detto che sono figlia di Zeus, mi ha convinta che gli dei greci esistono davvero e che continuano a vivere, ma non mi ha detto solo questo, mi ha detto anche un'altra cosa, una cosa che nemmeno il qui presente Jason riusciva a credere. Ne ho avuta la conferma stanotte, quando mio padre è venuto a conoscermi e ad avvertirmi, ma, di questo ve ne parlerò poi. Ecco... Io sto cercando di dirvi che io sono una novità, dentro di me dimora un terzo soltanto di mortale e due terzi di parti divine. Mia madre è una figlia di Poseidone che non ha mai avuto il punto di rottura, così i suoi poteri sono passati a me. Sì, mio nonno è Poseidone-

Finisco il mio discorso e tutti mi guardano a bocca aperta.

-Perchè non me lo hai detto ieri?- Mi chiede offesa Jessica.

Apro la bocca per poter articolare una risposta, ma Jj mi precede.

-Quello è colpa mia, Osborne. Le ho detto io di aspettare.-

Jessica gli mette il broncio.

Un'onda, all'improvviso, ci sommerge e tratteniamo il fiato cercando di riemergere, ma nulla, l'onda ci tiene all'interno, in più, ci sta trasportando verso il mare, lentamente, ma lo sta facendo. Chi avrebbe mai pensato a un'onda d'acqua sulla terraferma come mezzo di trasporto? Di certo non io!

Non ho più fiato, lascio andare quel poco che mi rimaneva e mi accorgo di poter respirare! Che figata!

Mi guardo attorno e rendo conto che gli altri non possono farlo, ma io devo aiutarli! Mi concentro, potrò creare una bolla d'aria all'interno di quest'onda-mezzo-di-trasporto? Un'energia diversa, diversa da quella che sentivo prima, un'energia liquida mi scorre nel corpo e, quando apro gli occhi, noto una bolla che è intorno ai miei amici. Chiamo i ragazzi e gli dico che possono respirare, o almeno, ci provo, siamo comunque sott'acqua. Devono aver capito, però, poiché li vedo rilasciare quel poco che stavano ancora trattenendo e fare dei grossi respiri.

The Her Saga #1 - The DaughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora