Kurt vide suo fratello allontanarsi sempre di più. Dovette stringere le mani in un forte pugno e mordersi la lingua più forte che poteva per impedire a sé stesso di chiamarlo e farlo ritornare da lui. Ma se l'avesse fatto, l'avrebbe portato a morte certa. Alla stessa morte che stava attendendo lui. Ci erano voluti due lunghi anni di guerra e sofferenza per arrivare a quel momento. E ironia della sorte non se ne sarebbe andato combattendo come aveva sempre immaginato e desiderato. Sarebbe stato la magia ad ucciderlo. Come...come...
Si girò e tornò a concentrarsi sulle poche cose che si erano salvate dalla notte precedente. Gli era rimasto solo un sacco, un po' di pane e una borraccia. Tutto quello che gli serviva.
Per prima cosa si legò la spada alla vita. Rifare quel gesto gli fece venire in mente una marea di ricordi. Le tende da combattimento, le battaglie, i morti, i suoi compagni morti e Avanelle. Avanelle, la città quasi distrutta. Quanti cuori aveva trafitto quella spada. Quante anime innocenti aveva portato all'altro mondo. Quanti bambini. Bambini.
Era stato suo padre a donargli quella spada. Era la sua vecchia arma e voleva che si tramandasse di generazione in generazione.
Stando a quanto gli aveva detto, quella spada apparteneva allo loro famiglia da più di centocinquant'anni e lui l'aveva disonorata in meno di due.
Se suo padre fosse stato vivo e avesse saputo quello che aveva combinato nel regno di Threon, lo avrebbe ucciso. Letteralmente.
Lui era stato un gran soldato, ma prima di tutto era stato un gran uomo. Non avrebbe mai ucciso né donne né bambini. Lo diceva sempre che loro si dovevano lasciare fuori dalla guerra. I soldati combattono, i civili pregano. E i soldati uccidono solo combattendo. Era questo il suo motto. Non avrebbe mai tollerato quell'atto da parte di Kurt, lo avrebbe disconosciuto se solo avesse saputo. E pensare che l'aveva fatto per loro. Già, per loro.
Mise le poche cose che aveva nel suo piccolo sacco e se lo mise in spalla, poi si avviò alla Locanda di Zelda, la locanda più squallida che il mondo avesse mai visto.
Come si aspettava, anche se era mattino presto, la locanda era già piena di uomini vecchi o scansafatiche che si erano andati ad ubriacare.
Kurt riusciva a sentire l'odore di birra stantia da un miglio di distanza. Non era mai entrato in quel locale e non aveva intenzione di entrarci ma gli serviva un cavallo, e lì se lo sarebbe procurato molto facilmente.
Appena fuori dalla locanda c'era un piccolo prato con varie stoppe e un grande abbeveratoio per i cavalli.
Quella mattina ce n'erano tre. Un gran bel risultato. Di solito se ne riuscivano a trovare così tanti solo la sera e ammesso che la locanda fosse piena zeppa. La gente comune non poteva permettersi un cavallo. Troppo costoso e troppo difficile da mantenere. Ma i nobili e i ricchi sì. Ma non c'erano tanto che frequentavano Zelda. Quello non era un posto per gente del loro rango.
Ad andare in quello squallido posto erano solo i finti i nobili o quelli decaduti che cercavano di sembrare ricchi soltanto all'apparenza ma che poi frequentava bettole e bordelli del genere. Forse li frequentavano per dimenticare la grande quantità di oro persa. Anche Kurt avrebbe reagito così se avesse sperperato una fortuna. Ma tanto lui non l'aveva, e non l'avrebbe mai avuta.
Si avvicinò ai cavalli con tranquillità. Nessuno sarebbe uscito da quel locale per ore. Avrebbero tutti aspettato che le strade si svuotassero prima di far vedere a tutti che razza di posti frequentassero.
Sentì delle grandi urla provenire da dentro al locale e poi rumore di bicchieri che si rompevano e poi urla ancora più grandi. Un'altra rissa. Per la povera Zelda era ormai la normalità assistere a quegli eventi così squallidi. Ci aveva fatto così l'abitudine che non aveva nemmeno problemi a servire mentre due si azzuffavano per bene sul suo sporco e lurido bancone.
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Il Soldato di Aragon (#Wattys2017)
FantasiaQuando Ivan accorre alle mura speranzoso di vedere il suo amato fratello Kurt dal ritorno della guerra non si aspetta di vedere con lui tanti prigionieri. Sperava che la guerra fosse finalmente terminata ma si sbaglia tanto. Il suo regno viene attac...