Capitolo 6

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Il Consigliere Sden chiuse il libro che stava leggendo, o meglio, che stava facendo finta di leggere. Non riusciva a smettere di pensare a quel povero ragazzo che aveva mandato in missione. E pensare che lui non l'avrebbe potuto neanche fare. Solo il re aveva il potere di assegnare missioni per la corona e per il regno. Lui aveva trasgredito la legge. Ma ne sarebbe stato più che felice se quella trasgressione avesse salvato la vita a migliaia di poveri bambini innocenti. Aveva fatto una promessa dopotutto, era obbligato a proteggere il popolo del suo regno.

Già, lui era obbligato, aveva fatto un voto, aveva giurato davanti a tutti gli Dei. Ma quel povero ragazzo no. Kurt non aveva mai promesso di proteggere il popolo, ma voleva solo salvare il suo fratellino. Avrebbe fatto qualunque cosa per proteggerlo e Sden lo sapeva bene. E aveva sfruttato questa sua debolezza. L'aveva ingannato e ora chissà cosa avrebbe perso per colpa sua.

Dio, non appena aveva visto quel ragazzo gli era sembrato così...solo. Un ragazzo solo senza nessuno. E quando gli aveva parlato non riusciva a staccare lo sguardo dai suoi occhi. Verdi, come la speranza. L'unica cosa che mancava al loro interno.

Dentro quegli occhi aveva visto solo dolore. Il dolore di un giovane ragazzo che aveva visto ogni cosa brutta che la vita ha da offrire: la fame, la povertà, la disperazione, la solitudine, la guerra e la morte. Tutto per colpa del re di Aragon. Se solo avesse capito quanto il popolo stesse soffrendo in quel momento. Se solo avesse visto come si era ridotta la sua povera gente per le tante guerre che lui intraprendeva.

E quel povero ragazzo aveva perso tutto per la guerra. Aveva perso la sua famiglia, aveva perso i suoi amici e soprattutto aveva perso la sua anima. L'unica cosa che gli era rimasta era suo fratello e avrebbe fatto di tutto per tenerselo ben stretto.

Quando il re aveva risposto di no al rilascio dei giovani osteggi, un luccichio gli era passato attraverso gli occhi. Nessun altro lo aveva notato ma il Consigliere Sden sì e sapeva anche cosa era. Era paura. La paura di poter perdere qualcuno che si ama più di sé stessi.

Aveva visto quello stesso luccichio infinite volte nel volto di sua moglie. Tutte le volte che lui doveva partire per la guerra, aveva sempre quella espressione. Non l'avrebbe mai dimenticata.

Non appena aveva vito quel bagliore, aveva deciso che lui sarebbe stato perfetto per quella missione. Sì, si era approfittato della sua situazione ma non avrebbe mai trovato qualcuno come lui. Nessuno con qualcosa da perdere avrebbe intrapreso quella missione.

Qualcuno bussò alla porta tre volte.

"Avanti" disse lui.

Entrò un giovane servitore e subito dietro di lui la sua guardia reale. Quel ragazzo era così giovane. Non aveva più di quindici o sedici anni. Era molto basso e così mingherlino. Fare il servitore per lui doveva essere una benedizione dal cielo. Aveva diritto a ben tre pasti caldi al giorno, molto più di quello che aveva mangiato nella sua breve vita a giudicare dal suo aspetto.

Il giovane si inginocchiò e il vecchio Consigliere poté ammirare la sua massa di capelli castani sulla sua nuca. Un tempo anche lui aveva dei capelli così belli e così lunghi. Bei tempi andati che non sarebbero mai tornati indietro. Per fortuna, pensò. I campi di battaglia non gli mancavano affatto.

"Consigliere Sden" disse il servitore rialzandosi pian piano. Si doveva rispettare un codice al cospetto di persone di una certa importanza. "C'è un bambino che chiede di voi. Dice che lei ha detto a suo fratello che doveva venire qui. E..."

Il vecchio si alzò subito dalla sedia euforico. Il fratello di Kurt era qui. Ora era arrivato il momento di mantenere la sua parola.

"Sì, sì. Ho detto esattamente questo a suo fratello" disse fremendo dall'agitazione. "Dov'è adesso?"

Il Soldato di Aragon (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora