"Ti amo. Tre secondi per dirlo. Tre ore per spiegarlo. E una vita intera per provarlo""E come disse Matthew Arnold, il libero pensiero di un epoca è il buonsenso della successiva". Chiusi il libro con uno scatto e guardai mio cugino di 8 anni che giocerellava con una macchinina che gli era stata regalata per il suo compleanno l' anno scorso. Continuava a lanciarla ovunque e dovetti schivarla un paio di volte perché non mi colpisse in faccia.
" e questo cosa vuol dire?" chiese perplesso.
"Mm... Ti faccio un esempio. Cosa ne pensi della zia?"
"Mm... Che è carina" disse arrossendo
"Beh adesso tu pensi questo. In un epoca prossima lo penseranno tutti" spiegai
"Ma io voglio la zia solo per me" fece il broncio. Ridacchiai. Non aveva capito il concetto. Come ogni bambino della sua età non ha capito quello che la citazione voleva dire, ma si è fermato nella superficie del esempio.
"Ci sono i biscotti!!!!" urlò mia madre dal piano di sotto. Jus si alzò di scatto e lasciò la sua macchinina per terra. Prima che arrivasse alla soglia della porta lo richiamai.
"Cosa ti piace così tanto di mia madre?" chiesi guardandolo dritto nei suoi occhioni blu.
"Fa dei biscotti buonissimi" rispose e corse subito al piano di sotto.
"Harry!!!! Ce ne sono anche per te!" urlò mia madre.
"Arrivo!!". Appoggiai il libro sulla scrivania e rimasi per un po' imbambolato a guardare fuori dalla finestra. Il sole picchiava contro la finestra e continuava ad accecarmi. Di solito non era così, a Londra c' era o nebbia o pioggia. Oggi era uno dei rari giorni in cui c' era il sole.
Scendo le scale a due a due e trovo Jus mangiare due biscotti contemporaneamente. Non so come faccia a mangiare tutti quei biscotti. Ha fatto fuori metà piatto. Allungo la mano per prenderne uno e lui mi fulmina con lo sguardo.Mia madre ridacchia.
" lasciagliene prendere uno Jus. È tuo cugino" lo rimprovera. Jus mugugnia qualcosa, ma non si capisce niente con la bocca piena.
"oh Harry. Il professor Kukat mi ha chiamato prima" disse
"Cosa voleva?" chiesi mangiando un pezzo di biscotto. Erano al cioccolato. I miei preferiti.
"Ha detto qualcosa riguardo ad una poesia o una cosa simile". Prese la ciotola dove aveva mescolato la pasta dei biscotti e la mise nel lavandino.
" ah si" dissi.
Il professor Kukat aveva origini africane. I suoi genitori vennero qui per badare alla sorella del padre che aveva alcuni problemi cardiaci. L' unica cura era qui a Londra. Il professor Kukat crebbe qui in Inghilterra. Si diplomò alla Cambridge e decise di insegnare letteratura ai ragazzi.La settimana prossima sarebbe venuto un noto professore della Cambridge a sentire alcune poesie scritte dalla classe del professore.
Non avevo mai visto il professore così agitato. Ci teneva davvero tanto che facessimo una bella figura, ma non gli do torto. Insomma, un professore della Cambridge che offrirà una borsa di studio al ragazzo o ragazza che presenterà la più bella poesia di tutte.
Stranamente il professore voleva che dassi il mio meglio, voleva che la vincessi io quella borsa. Non capivo perché tenesse così tanto alla mia istruzione rispetto a quella degli altri studenti.
"Spero tu vinca quella borsa di studio" disse mia madre.
"Lo spero anche io"
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I Study Rainbows
FanfictionDue cose ci salvano nella vita: amare e ridere. Se ne avete una va bene. Se le avete tutte e due siete invincibili" ~ Tarun Tejpal