«Vai subito a scusarti!»

166 15 3
                                    

Dean si precipitò fuori dall'edificio e respirò a pieni polmoni l'aria inquinata della città. Sentì squillare il cellulare e dopo un po' di esitazione rispose.
«Dean, dove diavolo sei?» sbraitò suo padre.
Che cosa aveva da urlare così tanto? Era solo lu... No! Era martedì e a quell'ora sarebbe già dovuto essere tornato a casa. "Merda!" «So... sono ancora da Sam... ho dei problemi con la macchina...»
«E non potevi avvisarmi?» gli domandò con un tono più sollevato.
Dean capì che quella rabbia in realtà era dettata solo dalla preoccupazione. «Hai ragione, scusami.»
«Riesci a partire subito?»
«Sì, penso di sì...»
«Sai che c'è bisogno di te in officina.»
Adesso doveva solo recuperare la sua Baby... Giusto, Baby!
Si frugò nelle tasche della giacca in preda alla frenesia ma si rilassò quando le sue dita si chiusero intorno alla familiare forma del portachiavi. Si rendeva conto che si era comportato malissimo con Castiel ma, per il momento, niente al mondo l'avrebbe convinto a risalire nel suo appartamento a risentire il suo mantra: «Mi hai baciato. Perché mi hai baciato?»
"Come faccio a risponderti se non lo so nemmeno io?"
L'unica spiegazione che avesse una qualche parvenza logica era che si era ubriacato più delle altre volte e che non si fosse accorto che stava per fare sesso con un uomo. "Eh sì che c'è una bella differenza!"
Guardò lungo il marciapiede, la sua auto avrebbe dovuto trovarsi lì, o no? Cominciò a passeggiare su e giù per la via, sentendosi invadere da un orribile presentimento.
"No, dai! Dove può averla parcheggiata? Forse nel suo posto macchina?"
Maledizione! Beh, se era così, poteva tentare di rientrare nel palazzo (ovviamente senza chiederlo a Castiel) e cercarla lì. Bastava solo aspettare che qualcuno entrasse o uscisse per bloccare la porta e infilarsi dentro...
Altro squillo di cellulare.
«Dean, si può sapere che cosa hai fatto a Castiel?»
"Le notizie volano!" «Senti, Sammy, a dire il vero non ricordo niente. A quanto pare ero talmente ubriaco che non mi sono accorto che non aveva le tette!» tentò di scherzare.
«Non chiamarmi Sammy! Qualsiasi cosa sia successa, ti consiglio vivamente di scusarti con lui. Gabriel è furibondo ed io sono profondamente deluso!» Riattaccò.
Suo fratello che gli sbatteva il telefono in faccia! Da non crederci!
Dopo qualche secondo squillò di nuovo il cellulare.
«Winchester! Dopo la tua bravata speravi di tornartene a casa impunemente e fregartene dei sentimenti di Castiel? Beh non puoi!»
«Senti, Gabriel, mi dispiace molto...»
«Non è a me che devi dirlo» replicò freddamente l'avvocato. «Non ricordi niente di ieri sera?»
«Assolutamente no!» Dean si passò una mano sulla faccia. A dire il vero cominciava a ricordare qualcosa ma era talmente imbarazzante che era meglio fingere di avere un'amnesia totale.
«Oh ma che peccato!» ghignò Gabriel. «Questo significa che Castiel è l'unico a sapere dove sia la tua auto! Se io fossi in lui, non te lo direi, in quanto a te cerca di stare attento a quello che fai. Ci sono molte leggi qui in California cadute in disuso ma mai abolite che potrebbero esser presto rispolverate. Uomo avvisato...» Riattaccò.
«Stavo passando con la mia macchina...Volevi riprendere a guidare ma ti ho portato qui.»
Merda! La sua Baby era ancora davanti a quel dannato bar!
Cercò di ricordarsi come si chiamasse o dove si trovasse: buio totale. Per un attimo prese in seria considerazione l'idea di tornare a casa in aereo, no, meglio ancora in autobus oppure in autostop...
"Giuro che non mi ubriacherò mai più finché campo!" pensò mentre si attaccava al citofono.

«Sei tornato» gli disse Castiel atono, aprendogli la porta e rimanendo sull'uscio.
«Senti, Cas, mi dispiace per ieri sera, l'unica giustificazione che ho è che ero ubriaco marcio e non sapevo quello che facevo.»
«Dean» gli disse con quella voce fottutamente roca e sensuale, «non sei tornato per scusarti ma soltanto perché non sai dove sia la tua auto.» Era strambo ma non era per niente stupido.
Sospirò: «Ammetto che quella è una motivazione ma non è la principale. Sono davvero dispiaciuto... insomma tu ti sei fermato ad aiutarmi ed io... beh non mi sono comportato molto bene né ieri sera né stamattina. Mi sei davvero simpatico e ieri stavo appunto pensando che mi sarebbe piaciuto guardare qualche film con te per... per farti scoprire qualcosa di nuovo. Mi piacerebbe molto avere un amico come te.»
Castiel non rispose ma continuava a fissarlo, con la fronte aggrottata, come se cercasse di capire se fosse sincero o no.
«Beh, Cas, che ne dici?» domandò Dean, un po' a disagio per quel silenzio che si protraeva.
«Che è un diminutivo del mio nome.»
Sbuffò divertito: «Intendevo della mia offerta di pace.»
«Oh quella... Davvero ti sono simpatico e mi vorresti come amico?» Il tono era speranzoso.
«Sì, davvero.» "Diamine, sembra che non abbia mai avuto un amico in vita sua."
«Penso che si possa fare...» replicò con un timido sorriso.
«Fantastico! Ora ti dico che cosa facciamo: prima andiamo a recuperare la mia auto... Sai... non mi fido a lasciarla incustodita per così tanto tempo davanti a un bar... Poi noleggiamo qualche film e ce li guardiamo, mentre mangiamo le tortine che mi ha preparato tuo fratello.» "Va bene così, Sammy e Gabriel?"

Tu, la cosa più importanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora