Come al suo solito, Megs, si trovava sugli spalti ad urlare come una forsennata ogni volta che il suo amato, Raphael, segnava un goal. Nonostante le condizioni climatiche, era un freddo giorno di dicembre ed iniziava anche a nevicare, nonostante il raffreddore e nonostante la confusione totale, lei non aveva intenzione di tornarsene a casa al calduccio a guardare un qualsiasi film stupido.
Aveva promesso che avrebbe assistito all'ultima partita prima delle vacanze natalizia e così doveva portare a termine la sua promessa.Purtroppo non poté dire che quella fu la miglior partita di Raphael, sembrava come se non si trovasse veramente in campo, come se stesse pensando ad altro. Inutile dire che a Megs dispiaceva, visto che sapeva quanto lui ci tenesse a fare bella figura davanti a lei.
-Dai Raph! Ce la puoi fare!- urlava lei in continuazione sperando che la potesse sentire. Gli avversari erano forti, ma nulla che Raphael non avesse già incontrato, eppure sembrava come se non avesse mai giocato a calcio in vita sua, come se fosse tornato quel bambino inesperto che prendeva a calci la palla.
-Dio santo! Che diamine gli prendo ora?!- si domandò Megs cercando di vedere meglio dentro il campo, sebbene si trovasse a più di venti metri di distanza. Tutto d'un tratto si alzò un boato nell'aria: qualcuno aveva segnato e non era certa che fosse la squadra per cui tifava. Infatti dopo pochi secondi vide un ragazzo, mai visto prima, correre orgoglioso per il campo. A quel punto si trovavano 4-2 ed era piuttosto deludente come risultato, ma lei non si arrendeva. Continuava a mangiarsi le unghie, sebbene non fosse un suo vizio, per il nervosismo lo faceva.
-Panini, Coca-Cola, Sprite, patatine a solo 2 €- un ragazzo persisteva nell'urlare in continuazione queste cose, cosa che faceva solamente salire il nervoso a Megs, la quale gli avrebbe buttato, piacevolmente, tutto per terra. Poi sarebbe entrata in campo e avrebbe segnato dei goal al posto del ragazzo. Infatti era veramente bravo nel calcio, amava quello sport era un tipo piuttosto atletico e non si preoccupava del fatto che non fosse esattamente femminile.
-Panini, Coca-Cola, Sprite, patatine a solo 2 €- il ragazzo ora sembrava esserle più vicino, visto che le stava passando dietro, le sembrò che glielo stesse facendo apposta ad urlarglielo nell'orecchio. Infatti in poco tempo, con il fumo che le usciva dalle orecchie coperte dal cappellino rosso e dai suoi capelli castani, si alzò e si girò verso il venditore pronta a dirgliene quattro. Ma non appena si scontrò con gli occhi marroni del sedicenne si fermò e dalla sua bocca aperta non fuoriuscì nessun suono.
-Tutto bene? Volevi qualcosa?- domandò il ragazzo confuso. Lei non emise nessun suono, come se avesse perso completamente la voce. Non capì in realtà per quale assurdo motivo si ammutolì, forse gli occhi marroni erano magnetici o forse i capelli castano scuro l'avevano incantata fin troppo. Quando tutti si alzarono urlando per l'ennesimo goal lei rimase ferma in silenzio, facendo la figura della sciocca imbalsamata davanti alla bellezza di quel giovane ragazzo.
-Okay... Ti serve dell'acqua. Tieni, offre la casa.- disse passandole una bottiglietta. Megs si svegliò dal suo stato di trance e ringraziò il ragazzo sentendo le guance andare a fuoco.
Durante la sua 'assenza' Raphael era riuscito a fare un goal, ma quando si voltò verso la sua ragazza per sorriderle la vide girata, intenta a parlare con uno stupido ragazzino che vendeva cibo alle partite. Inutile dire che la gelosia lo invase e tornò a giocare senza preoccuparsi di Megs, con cui avrebbe discusso più tardi.-Uhm...Grazie... Scusa per prima, mi ricordavi una persona.- cosa totalmente falsa, ma lui non lo sapeva. Megs era completamente rossa in viso, come il cappello che indossava, e il ragazzo, notandolo, ridacchiò.
-Non che mi sia dispiaciuto avere certe attenzioni da una bella ragazza come te. Come ti chiami?- disse vendendo un panino ad un anziano signore. Lei si sentì ancora più imbarazzata e lusingata dopo quelle parole, che per cinque minuti si scordò del suo ragazzo e della partita in corso.
-Megghi, ma tutti mi chiamano Meg o Megs. Tu?- disse iniziando a torturarsi le dita delle sue mani. Non si era mai sentita così strana con uno sconosciuto, aveva quasi paura di un suo giudizio e Megghi non era quel tipo di ragazza a cui potesse fregare qualcosa del pensiero altrui.
-Io sono Daniel.- sorrise dolcemente il moro, mentre la folla continuava a gridare, probabilmente una delle due squadre aveva segnato, ma al momento a Meg non interessava per nulla, benché lei amasse quello sport.
Daniel si sentii in imbarazzo e il suo sguardo si spostò freneticamente da una parte all'altra, nella speranza che qualcuno gli chiedesse qualcosa da mangiare o da bere, ma nulla.-Bel nome...- disse Megs pentendosi subito delle parole appena pronunciate. <Troppo banale, io odio la banalità.> pensò la ragazza schiaffeggiandosi mentalmente. Dopo qualche minuto passato a guardarsi, qualcuno chiamò Daniel che dovette tornare a lavoro.
Lei tornò a guardare la partita, pensando ancora a quel ragazzo, senza prestare un briciolo di attenzione a ciò che le accadeva intorno....
Come sempre stava aspettando il suo ragazzo uscire dagli spogliatoi. In un'altra occasione non avrebbe visto l'ora di parlare della partita, dei goal, della cavolate fatte dall'arbitro. Ma quel giorno no, anzi, avrebbe preferito non essere mai andata a quella partita, perché adesso il suo unico punto fisso era quel ragazzo.-Hey!- la salutò Raphael baciandole le labbra. Lei però era assente, come se non stesse baciando lei, ma un'altra. Questa cosa lo infastidii molto, ma non diede troppo peso a quell'azione.
-Allora... Come ti è sembrata la partita?- le domandò dirigendosi verso la macchina. Il panico l'assalii, visto che non aveva prestato attenzione alla partita e quindi non sapeva come fosse andata, se avessero perso o meno. Il suo silenzio dominò il tragitto, fin quando Raphael non si fermò.
-Allora?- chiese spazientito il calciatore. Ancora una volta Megs rimase in silenzio. Raphael iniziava a perdere la pazienza sempre di più. La scena della sua ragazza intenta a parlare con un altro si ripeteva nella sua mente ripetutamente.
-È per quel ragazzino, uh?- alzò la voce. Meg rimase in silenzio ancora un'altra volta e lui, avendo perso la calma, la lasciò sola in quella stradina isolata. Non tentò neanche di fermarlo.
Megs tornò al campo, visto che lì passavano degli autobus.
Passarono venti minuti e poi si presentò davanti a lei una figura esile.-Hey... Megs, giusto?- domandò Daniel, lei annuì ed iniziarono a chiacchierare del più e del meno. Parlarono per minuti e minuti, sembravano essere ore, e probabilmente era così.
La notte era sempre più buia e loro non sembravano preoccuparsi per niente. I bus passavano ininterrottamente.-Io dovrei andare, si sta facendo tardi.- esclamò la ragazza sorridendo, avendo ormai preso confidenza col ragazzo. Lui annuii e dopo averle proposto di accompagnarla, avendo rifiutato, la vide salire sul bus e sparire nella fredda notte.
Lei lo osservò diventare sempre più piccolo, finché non sparii nel buio. Non seppe bene il perché, ma qualcosa si mosse nel suo cuore, come se fosse un barlume di gioia. Poi posò la testa sul sedile e chiuse gli occhi sorridendo, ripensando alla bizzarra giornata e a quello strano ragazzo.
SPAZIO AUTRICE
SCUSATEMIII! Sempre in ritardo, comunque spero sia almeno decente.
vollandsmeg mi spiace molto, spero ti piaccia.
Byee
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Old/New Magcon Imagines
RandomHEY! Se sei qui è perché anche tu scleri in tedesco e armeno quando vedi una nuova foto/video/gif/qualsiasialtracosa riguardante i Magcon... Quindi questo libro sarà concentrato soprattutto su immagina su questi tizi ambigui, lol. Ovviamente sono su...