Capitolo 1

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Tutto ha un inizio, e tutto ha una fine. Le cose belle e le cose brutte, come ad esempio, la fine di un'estate e l'inizio di un altro lungo e faticoso anno di scuola. Antony frequentava il quinto quest'anno e non riusciva ancora a rendersene conto.
Nella sua casa tutto era sveglio, la sua famiglia correva velocemente da una parte all'altra fuori dalla sua stanza, mentre lui era ancora lì, disteso sul letto a guardare il soffitto mentre la sveglia gli urlava nelle orecchie.
Era già la seconda settimana di scuola ma lui non riusciva a concepirlo, credeva di essersi perso troppo nel suo mondo e che in realtà fosse ancora estate, doveva solo svegliarsi.
"Adesso stai delirando."
Si rese conto lui cercando di scappare dai suoi folli pensieri mattutini.
-Antony!
Sua madre aprì di colpo la porta e si fermò a guardarlo con il fiato grosso.
-Muoviti o tuo padre farà tardi al lavoro!
Il ragazzo chiuse con forza gli occhi, irritato dal tono alto di sua madre.
-Va bene mamma, non c'è bisogno che urli.
Decise finalmente di alzarsi e di vestirsi.
-Buongiorno, vita di merda.
Borbottò prima di scendere al piano di sotto.

La scuola di Antony metteva più ansia dalla macchina di suo padre di quanto lui ricordasse. O forse era lui che aveva sempre ansia, questa mattina aveva l'interrogazione di letteratura inglese e, nonostante la sapesse benissimo, il suo subconscio gli faceva credere il contrario. Suo padre gli diede una pacca d'incoraggiamento sulla spalla.
-Dai, ti manca solo quest'anno e poi hai finito, continua a ripetertelo.
Lui gli provò a sorridere ma con scarsi risultati.
-Ci vediamo.
Disse infine prima di lasciare l'auto e subito dopo venire affiancato dal suo migliore amico, Matteo. Aveva il suo solito sorriso stampato in volto e lo stesso aspetto che ormai lo accompagnava da anni. I capelli castani scompigliati e occhiali con montatura nera davanti ai suoi occhi marroni-verdi.
-Buongiorno Matt, come fai ad essere così sereno sempre?
Lui fece un'alzata di spalle.
-Io non mi faccio tutti i problemi che ti fai tu.
Antony ignorò il suo commento e varcò la soglia della sua scuola. I suoi occhi si guardarono velocemente intorno e finalmente scorsero lei, la causa di tutti i suoi problemi. Era con i suoi soliti amici. I capelli biondi le ricadevano sulle spalle e i suoi occhi verdi erano concentrati su qualcosa che al momento ad Antony non interessava.
-Stai guardando di nuovo Melissa?
Chiese Matteo. Già, Melissa, Antony aveva una cotta per lei da non si sa quanto tempo. Era sempre stato lì fermo a guardarla per i corridoi di scuola in totale silenzio. Qual era il problema? Il problema era che lei era troppo per lui. Quando vide che la cerchia di amici di Melissa si stava muovendo insieme a lei, decise di distogliere lo sguardo ed appoggiarsi al muro del corridoio.
-Che abbiamo in prima ora?
Domandò a Matteo.
-Chimica, il prof ci vuole tutti a laboratorio, non sei contento? Sei vicino di banco con Melissa.
Antony sorrise per la prima volta sinceramente in quella mattinata.
-È vero, adesso sì che è un buongiorno!
Il suo migliore amico gli sorrise ed entrambi non si accorsero che erano stati raggiunti da Anna, una ragazza del quarto, loro amica.
-Ehi Matteo, ti ho riportato gli appunti che mi hai prestato, grazie, mi sono stati utili.
Disse la ragazza più piccola verso il moro. Anna aveva sempre un tono molto calmo e pacato, agli occhi di chi non la conosceva poteva risultare timida ed insicura, ma con loro non lo era, con Matteo almeno. Antony aveva sempre pensato che tra i due ci fosse stato qualcosa, ma non aveva voluto indagare. Infondo Anna non era male, capelli rossi e un po' mossi alle punte, occhi marrone chiaro.
-Oh grazie, non c'era bisogno che me li riportassi, infondo sono dello scorso anno, non mi servono molto.
Rispose Matteo con tono altrettanto gentile verso la ragazza, che arrossì. Ad Antony non andava di fare il terzo in comodo, così prese a ricercare con gli occhi la ragazza che le interessava, ma Anna interruppe le sue intenzioni con un'esclamazione chiaramente sarcastica.
-Oh, sono arrivati i capi clan.
Disse rivolta alla porta principale, Antony si voltò di istinto e vide la migliore amica di Melissa con a fianco il suo ragazzo. Rimase a guardarla mentre camminava per il corridoio, la seguiva con lo sguardo.
-Lei è come Medusa, guardala negli occhi e diventi di pietra.
Lo ammonì Matteo con una metafora rivolta alla mitologia Greca. "Guardala e diventi di pietra." Beh, non aveva tutti i torti. Greta, si chiamava così l'amica di Melissa. Greta era alta e magra, ed era bella, anzi, bellissima, di una bellezza agghiacciante, troppo per chiunque, persino per il suo ragazzo.
-Non sono nemmeno veri, quegli occhi.
Affermò Antony, ed aveva ragione. Greta portava a giorni alterni delle lenti a contatto azzurre, lui non l'aveva mai vista senza, dato che non andavano in classe insieme, si incontravano solo per il laboratorio di chimica. Comunque quel finto azzurro si scontrava con il castano dei suoi capelli corti, sempre legati da codini. Antony sospirò e guardò il ragazzo che le teneva la mano, Daniele. Anche lui era bello, i suoi lineamenti parevano scolpiti da Dio in persona, e queste non erano parole di Antony, ma di tutte le ragazze della scuola che lo stimavano ed ammiravano. Ma, a parer di Antony, non c'era niente da stimare in lui. In quel momento indossava una felpa rossa, il volto era perfetto come al solito, e forse quella era l'unica cosa che lui gli invidiava, non si vedevano nemmeno un filo di occhiaie.
Anna li aveva chiamati "capi clan" per scherzare ma, fondamentalmente, anche se non se ne rendevano conto, erano così. Quando giravano per i corridoi sembravano i capi del gruppo di Melissa. Infatti, proprio in quel momento li raggiunsero, erano parecchi tutti insieme, ma Greta e Daniele spiccavano lì in mezzo. Antony smise di fissarli e si concentrò nuovamente sui suoi amici.
-Chi ha più corna secondo voi? Lui o lei?
Chiese Anna con un filo evidente di invidia, forse verso Greta.
-Io direi lui.
Disse Matteo senza pensarci un attimo su. Antony guardò un'ultima volta Greta che parlava con Melissa prima che la campanella suonasse e li conducesse in classe.

Let me photograph you in this lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora