Capitolo 7

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Callis si girò il suo anello di rubino tra le dite per l'ennesima volta. Era così stufo di aspettare. Quel vecchio bacucco ci stava mettendo una vita ad arrivare. Tutti gli altri erano ormai arrivati, stavano aspettando solo lui. Come sempre.

La porta si aprì e finalmente il Consigliere Sden entrò nella Sala del Concilio Ristretto. Tutti gli altri erano già seduti ai loro posti, disposti in un tavolo lungo quasi cinque metri.

Il Re sedeva a capo tavola su una sedia di colore rosso e nero, i colori della sua casata. Alla sua destra si sarebbe seduto Sden mentre alla sua sinistra c'era il Consigliere Jacob, altro prezioso elemento per il Consiglio. Nel corso degli anni Jacob aveva dimostrato un grande fiuto per gli affari ed era in gran parte merito suo se lo Stato non era ancora caduto in rovina.

Ad occupare gli ultimi due posti c'erano i due Consiglieri Minori, Gyrom e Devin. Due tipi particolarmente astuti ma niente di così eccezionale. Come per Sden, anche loro erano stati nominati Consiglieri come premio del loro valore in battaglia. E non appena ebbero ricevuto la nomina, Callis pensò bene di inserirli nel Concilio Ristretto. Gli serviva qualcuno da poter comprare.

Per sua sfortuna per legge, la nomina di Consigliere Maggiore scadeva solo alla morte. Il re non avrebbe mai potuto dispensare lui e Jacob dal loro compito perciò si dovette accontentare di far entrare Gyrom e Devin come minori. Risultato più che soddisfacente.

Sden si mise a sedere al suo solito posto e, con molto garbo, si scusò con gli altri, soprattutto con Callis, di averli fatti aspettare. Ormai le sue scuse per il suo ritardo erano diventate un uso comune di quelle riunioni.

"Penso sappiate tutti perché siete qui ora" disse il re un po' annoiato. Sembrava che stesse parlando controvoglia. "La nostra amata città è stata attaccata da uno stregone. Un potente stregone assoldato da quel viscido verme bastardo che noi conosciamo come Cryer. A quanto pare la sconfitta gli bruciava così tanto che è andato a piagnucolare dallo stregone".

Tutti i Consiglieri, gli emissari e le Guardie Reali risero là dentro. Tutti tranne Sden. Lui non rideva più oramai. E di certo non rideva per miseri insulti. Quelli facevano ridere solo i poveri ignoranti.

"Ad ogni modo" continuò il re di Aragon cercando di trattenere la sua risata "credo sappiate anche cosa lo stregone ha minacciato di fare. E cosa vuole in cambio. Sono qui, anzi, siamo qui, perché voglio ascoltare cosa avete da dire. Voglio sentire le vostre opinioni. Avanti Consiglieri, consigliatemi quale strada devo intraprendere".

Sden si stupì di quelle parole. Non poteva credere che le avesse pronunciate proprio Callis, quel Callis. Da quando era diventato re, le Riunioni del Concilio Ristretto si erano limitate ad essere dei litigi. Lui cercava sempre di convincere i Consiglieri ad intraprendere una nuova guerra e riceveva sempre l'appoggio di quei corrotti pezzi di merda di Devin e Gyrom mentre lui e Jacob cercavano sempre di contenere la furia omicida e distruttrice del re.

In tutti quegli anni, non aveva mai esplicitamente chiesto a tutti e quattro i consiglieri di esprimere la loro opinione sul da farsi. Quella era la prima volta.

"E...posso chiedere a vostra maestà cos'è che gli ha fatto cambiare idea così repentinamente?" chiese Sden maliziosamente. Il re si girò subito verso di lui e gli lanciò un'occhiata fulminante. "Chiedo solo perché questa mattina, quando i due ragazzi sono venuti a parlarvi, non mi è sembrato fosse molto interessato all'accaduto".

Callis tamburellò le sue dita sul tavolo. Quel vecchio bastardo lo stava infastidendo. Gli aveva sempre dato fastidio. Fosse stato per lui, lo avrebbe già cacciato dal Concilio, ma non poteva. Non era in suo potere.

Il Soldato di Aragon (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora