Kurt scese dal suo cavallo. Erano in viaggio da più di tre ormai. Lo Shayl si era stancato e aveva un assoluto bisogno di riposo. E anche lui non era da meno.
Il sonno si era fatto sentire dopo dieci minuti dalla loro partenza. Aveva provato a buttarsi un po'd'acqua sul viso ma non era servito a molto. Ma era riuscito a resistere. Se si fosse addormentato chissà che strada avrebbe preso il povero cavallo. Si sarebbero potuti perdere e lui non poteva permetterlo. Doveva restare sveglio e vigile.
Prese le redini e guidò il cavallo vicino ad un fiume. Subito mise le mani a coppa nell'acqua e se la tirò in faccia. L'acqua era così fredda che gli si accapponò la pelle.
Poi strofinò tutto il suo viso con le mani. Quando finì erano tutte rosse. Quei bastardi dei Guviter l'avevano ferito per bene.
Intinse nuovamente le mani dell'acqua e le strofinò. Una scia di colore rosso si levò e andò ad unirsi a quelle fresche acque.
Poi fu il turno del collo. Lì fu doloroso. La punta della freccia era penetrata molto nella pelle e aveva sfiorato l'osso per un millimetro. Avrebbe ripagato quei figli di puttana della stessa moneta. Anzi, anche peggio.
Una volta che ebbe finito anche con il collo tirò fuori la borraccia ormai vuoti e la intinse nel fiume. E poi bevve. Dio, l'acqua era così fresca e deliziosa. Non aveva mai bevuto un'acqua così buona.
Non si era reso conto di quanto avesse sete fino a quel momento.
Il sole picchiava forte quel giorno e per quasi tutto il viaggio non avevano fatto che attraversare valli e pianure. Nessuna ombra per ripararsi dal sole.
Tirò fuori il pane dalla sua bisaccia e lo spezzò in due grossi pezzi. Aveva bisogno di mangiare ma doveva tenerne un po' per la cena.
Fece per rimettere il pane a posto quando notò i due occhi rossi. Lo Shayl stava guardando il pezzo di pane nelle sue mani. Anche lui doveva essere molto affamato. E chissà da quanto tempo non mangiava. Essere l'animale dei Ferring non doveva essere stata una passeggiata.
"Ne vuoi un po' amico?" chiese Kurt al cavallo agitando il pezzo per aria.
Lui si inchinò e fece di nuovo un cenno con la testa. Quel cavallo riusciva davvero a capire la lingua degli umani.
Lanciò il pezzo all'animale che l'agguantò al volo con un abile salto. Quel cavallo era così bello. La madre non poteva avere più ragione. Quei cavalli erano davvero i più agili di tutto il mondo e non potevano appartenere a quella terra. Erano divini.
Per la prima volta nella sua vita, Kurt pensò che gli Dei esistessero per davvero e che le storie che la madre che raccontava fossero più che solo storie.
Kurt finì di mangiare e si stese per terra L'erba era così soffice. E lui era così stanco. La guerra, Avanelle, il viaggio e l'attacco dello stregone. Era avvenuto tutto così in fretta. Troppo in fretta. Non si faceva una bella dormita da quasi sei mesi e l'ultima notte era stata una delle più brutte della sua vita. Non aveva fatto altro che pensare alla paura di perdere Ivan, al discorso con il re e ai suoi genitori. Non riusciva a smettere di pensare a loro. Per un attimo gli era sembrato anche di sentirli parlare.
E dopo fu il turno dei bambini. Tutti quei volti iniziarono a materializzarsi nella sua mente. Ormai conosceva a memoria tutti quei visi. Quante notte li aveva visti e rivisti.
Ma quella notte era stato diverso. Quella sera nei suoi pensieri c'era un bambino in più. Il bambino ucciso dallo stregone. Si sentiva in colpa. Era stato lui ad uccidere tutti quei bambini ad Avanelle e più della metà dei prigionieri si trovavano lì a causa sua. Aveva messo in pericolo tutti i bambini di Aragon, aveva messo a rischio la vita di Ivan.
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Il Soldato di Aragon (#Wattys2017)
FantastikQuando Ivan accorre alle mura speranzoso di vedere il suo amato fratello Kurt dal ritorno della guerra non si aspetta di vedere con lui tanti prigionieri. Sperava che la guerra fosse finalmente terminata ma si sbaglia tanto. Il suo regno viene attac...