capitolo 1

928 38 9
                                    

Red Christmas

«Dai, Reb, muoviti. Le ragazze si stanno già mettendo in fila...» mi implora la mia amica Jo tradendo la sua impazienza.

A dirla tutta, non ho nessuna voglia di alzarmi dallo sgabello vicino al bancone del bar dove sono comodamente seduta e da dove mi posso concedere una panoramica dell'intera discoteca con un minimo di tranquillità.

C'è un fermento generale, la musica a volume alto e si respira elettricità nell'aria.

Mi lecco voluttuosamente le labbra assaporando con calma il mio invitante Alexander schiumoso. Mi godo quel dolce gusto di panna e cacao, lasciando che l'alcol mi scenda in gola provocandomi un lieve senso di bruciore mentre invece la testa sembra diventare più leggera.

Ho bisogno di una dose aggiuntiva di buonumore e, cosa che non guasta mai, una certa sfrontatezza.

Esattamente quella che mi serve in una serata come questa.

«Jo, che fretta c'è?» chiedo alla mia amica temporeggiando ancora un po' e scrollando pigramente la mia lunga chioma castana.

Lei mi lancia un'occhiata assassina che mi fa decidere di accontentarla e valutare di scendere dallo sgabello prima di scatenare la sua reazione.

È da settimane che mi tampina per non perdersi questa serata "Red Christmas" in discoteca, a cui sembra tenerci davvero molto.

Le avevo chiesto perché, visto il periodo natalizio, non l'avessero chiamata "White Christmas".

Lo dice anche la canzone...

Questo, almeno, secondo la mia logica, ma Jo si era premurata di informarmi, tutta eccitata, che l'ospite d'onore della serata alla New York Midnight sarebbe stato nientemeno che Babbo Natale, il che spiegava il richiamo al colore rosso.

«Stai scherzando, vero?» le avevo chiesto sorpresa strabuzzando gli occhi. «Special guest Babbo Natale? Magari con tanto di slitta e doni per i partecipanti? Mi sembra di essere tornata bambina...»

«No, è chiaro che ci hanno scherzato un po' sopra. Lo sappiamo benissimo che Babbo Natale non esiste...»

«Appunto!»

«Però Reb, un po' di atmosfera natalizia non guasta, dai!»

«Ho capito, ma sai che voglia ho incrociare il solito vecchio pancione con la barba bianca che mi accoglie all'ingresso della discoteca dicendo "ho, ho, ho" mentre scampanella con un sorriso finto?» le avevo chiesto sarcastica.

«Mhhh.» Jo aveva scrollato la testa rivolgendomi uno sguardo malizioso. «Se questo è quanto ti aspetti, mi sa che potresti restare delusa. Se va come penso, potremmo imbatterci in un modello alto almeno un metro e ottanta, tutto muscoli e testosterone...»

«Sì, il nipote di Babbo Natale...» avevo commentato ridendole praticamente in faccia.

«Sognare non costa nulla.» mi aveva risposto facendomi l'occhiolino. «Comunque, Rebecca, ai sogni devi dare almeno una chance!»

Di fronte alla mia espressione scettica, il suo tono giocoso si era subito fatto serio e mi aveva dato l'ultimatum.

«Il sedici dicembre non ammetto scuse: serata alla NY Midnight. E vedrai che ci divertiremo un sacco. Ok?»

«Se lo dici tu» ero capitolata alla fine, decidendo di assecondarla.

«Certo che lo dico io, fidati!»

«Va bene, ti accompagno.»

«Così si fa» e mi aveva goliardicamente dato il cinque con la mano.

CREDI ANCORA A BABBO NATALE?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora