Che il mondo del calcio sia un mondo a parte, con le sue regole, le sue storie e la sua metafisica, dovreste averlo ormai compreso a fondo. Ma quando ci fermiamo a riflettere su certe storie, e su certi uomini,non smettiamo mai di stupirci.
20 anni, nell'universo delle persone normali, sono un tempo sufficiente a cambiare un sacco di cose. In 20 anni, nel mondo degli altri, quelli che il calcio lo guardano come un nemico, cambia tutto. In 20 anni si vivono intere esistenze, si costruiscono famiglie e si mettono al mondo eredi. In 20 anni si diventa uomini. Si, in 20 anni c'è tempo per vivere un paio di vite, là fuori.
Ma nel mondo del calcio, in 20 anni le cose possono rimanere esattamente uguali. Certo, anche nel calcio in 20 anni può cambiare tutto. Ma se c'è un universo in cui possiamo aggrapparci a qualche certezza, trovare qualche avvisaglia di immutabilità, quell'universo è il calcio. 20 anni, sono passati, da quel 19 novembre del 1995. 20 anni in cui sono cambiate regole, sono cambiati i protagonisti, è migliorato tutto ed è peggiorato tutto. Il mondo del calcio in 20 anni si è trasformato, ha cambiato faccia e facce.
Non tutte, però. Perchè quel 19 novembre del 1995 ce lo ricordiamo grazie a un ragazzo che ancora oggi è esattamente dove era 20 anni fa. In mezzo ai pali di una porta. E sembra che nulla sia cambiato, né per lui né per noi. Quel giorno l'allenatore del Parma, Nevio Scala, doveva prendere una decisione importante. Al Tardini, nel pomeriggio, è in programma il big match di giornata. Parma e Milan si stanno giocando la vetta della classifica, ma Luca Bucci, portiere titolare dei ducali, non è disponibile. Già da qualche settimana ha un fastidioso problema alla spalla, che gli impedirà di giocare la partitissima contro il Milan.
Nevio Scala, la settimana prima,ha fatto giocare in porta il suo numero 12, Alessandro Nista. Ma non è rimasto soddisfatto. Nista, seppur bravo, non gli offre le garanzie che gli offre Bucci. Gli balena in testa un'idea strana, quasi assurda. E' un lampo di genialità destinato forse a cambiare i prossimi 20 anni di storia del calcio italiano. Un momento di coraggio per il quale ancora oggi dovremmo ringraziare il buon Nevio.
Alla lettura delle formazioni, quel pomeriggio, al Tardini, nessuno crede a quello che ha sentito. Buffon, Benarrivo, Couto, Sensini, Cannavaro, Crippa...
"Come Buffon? Ma chi, il ragazzino della Primavera? Il nipote di Lorenzo? Ma ha 17 anni...Contro Baggio, Weah, Boban...Ma è da matti..."
Si, il ragazzino della Primavera. Il 19 novembre del 1995 Gianluigi Buffon ha solo 17 anni e 10 mesi, a gennaio dell'anno successivo festeggerà i 18 anni. Non può salire su una macchina dallo sportello del guidatore, ma può mettersi tra i pali a difendere la porta di una delle migliori squadre d'Italia. Quel pomeriggio poteva cambiare tutto. Gigi poteva avere paura, poteva sbagliare tutto. E sarebbe stato tutto perfettamente lecito. Aveva il diritto di sbagliarla quella partita, Gigi, ma non lo fece. Perchè forse, già da quel 19 novembre del 1995 c'era scritto nel destino che sarebbe diventato uno dei più grandi. Che si sarebbe conteso con Zoff la palma di miglior portiere italiano di sempre, e forse pure qualcosina in più.
Senza il coraggio di Nevio Scala in quel pomeriggio di novembre, forse, non avremmo mai sentito parlare di Gigi Buffon. E il nostro calcio sarebbe stato più povero.
Quel Parma-Milan, anche grazie alle sue parate, finì 0-0. Da quel giorno Gigi Buffon diventò ogni giorno più grande. Tra i pali i suoi 17 anni non si sentivano. Oggi come allora, per lui, l'età è solo un numero inutile su una carta d'identità. Perchè prima c'è stata l'epoca del "è solo un ragazzino, ma sta tra i pali come un veterano", oggi c'è l'epoca del "ha quasi quarant'anni, ma para ancora come un ragazzino". Ed è forse questa la magia di Gigi.Non essere cambiato di una virgola da quel 19 novembre 1995.
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BUFFON, 20 ANNI
RandomQuesta è la storia su Gigi Buffon, portiere della Juventus e della nazionale Italiana.