Capitolo venti. - "Soluzioni."

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Aprii leggermente la porta di camera mia, per fortuna non era chiusa a chiave, se mai lo fosse stata, beh, avrei fatto un casino madornale.

Decisi di mettermi le ciabatte e di scendere giù, nel modo più silenzioso possibile.

Notai mio padre entrare dentro casa, si strofinò le scarpe sul tappeto e poi andò a poggiare il suo giubbotto sull'appendi abiti.

Era raro che lo vedessi quando lavorava, il massimo in cui riuscivo a vederlo erano per le feste natalizie, pasquali o altro.

Mi sedetti sulla sedia, tenendomi le mani gelide.

Sapevo che sarebbe venuto qui almeno per sgranocchiare qualcosa.

Avevo ragione, mio padre entrò in cucina e si stupì nel vedermi ancora sveglia.

«Camila!» disse piano, si avvicinò e mi abbracciò.

Era così bello stare tra le braccia del proprio padre.

«Ma come mai sei sveglia?» chiese lui con un filo di preoccupazione. «Domani hai scuola... Ti devi svegliare presto.» disse ricordandomelo.

«Sono rimasta sveglia perché dovrei parlarti, di una cosa riguardante ad essa.» spiegai piano e lui si mise composto, mi guardò attentamente.

Mio padre mugolò, prese una piccola brioche e si sedette vicino a me, iniziando a mangiarla.

Andava pazzo per quel cibo.

«Dimmi cara.» disse dando un morso alla brioche.

«Come ti ho accennato, c'entra la scuola... Ma non so come dirtelo.» giocherellai con la tovaglia di plastica.

«Dimmi, hai preso una nota? Ti piace qualcuno? Hanno fatto qualcosa? Sospesa?» chiese lui con voce impastata, intanto si mise una mano davanti alle labbra mentre masticava.

Tutte quelle domande iniziarono a mettermi sotto pressione.

«Quoterei la seconda.» mormorai.

«Chi è quel qualcuno?» chiese lui e io mi sentii quasi male.
«È questo il problema. Non so come dirtelo.»

«Dimmi piccola.» disse con tono rassicurante. «Sono qui per te.»

Rimasi un po' in silenzio, con il respiro sospeso, poi decisi di parlare. «Si chiama Lauren.»

«Eh, cosa c'è di male?» disse mordendo la brioche alla marmellata.
«Non lo so, io non vedo nessun male... Ma è la mia... La mia professoressa.» dissi velocemente.

A mio padre andò di traverso il pezzo del cibo, gli diedi giusto qualche pacca sulla schiena.

Dopo avergli dato un bicchiere pieno d'acqua e dopo averlo fatto riprendere, mi risedetti vicino a lui.

«Davvero?» mi guardò sorpreso.

«Già.» dissi. «Ma c'è dell'altro.»
«Ormai mi aspetto che abbiate fatto cose ai bagni.» disse lui guardandomi.

«Già.» dissi arrossendo e quasi mi venne da piangere.

Mio padre si alzò dalla sedia. «Lo sapevo!»

«Eh...» sospirai. «Ci hanno scoperte ed in pratica Lauren l'hanno sospesa per un mese, invece per me hanno chiamato mamma e solo quando stavamo tornando ha detto che avrei cambiato la scuola.» non mi accorsi che dal mio viso scesero delle lacrime, me lo fece notare mio padre, passandomi i pollici sugli occhi.

«Ahi ahi Camila, sempre casini fai.» disse piano.

«Anche tu sarai d'accordo per farmi cambiare di scuola?» lo guardai mentre il mio labbro inferiore tremava.

«Quanto è importante per te, questa tua professoressa?»

«Davvero tanto...» dissi abbassando la testa.

«Mh-mh, hai una sua foto?» mi chiese dolcemente e io lo guardai.

"Ma che vuole fottermi la tipa?" pensai «Sì.»

Dopo aver chiesto se potessi fargli vedere la foto, feci come mi disse.

«È una gran figa.» disse. «Che materia fa?» mi guardò.

«Sessuologia.»

«Ah.» gli uscì solo questo dalla bocca.

Ci fu un piccolo silenzio imbarazzante.

«Te le scegli bene le tipe.»

Ridacchiai.

«Spiegherò a Sinuhe cosa significa quella donna per te, Mila.» disse lui e io mi sentii illuminata.

«Davvero?»

«Sì, insomma, infondo noi tutti sbagliamo, ci sono capitato pure io in questi casi, ma credo che tu non voglia sapere i determinati dettagli.»

Aveva ragione, sai che senso.

«Grazie papà.» lo abbracciai forte e lui ricambiò allo stesso modo.

«Ho due giorni in cui vado a lavoro più tardi, se vuoi ti porto io a scuola, anche se non ci vai, ci parlerò io con il preside.» mi suggerì e io mi morsi le labbra dalla felicità.

Lo strinsi di più ed ovviamente mi scappò pure il pianto.

Senza papà sarebbe tutto finito così, con Lauren non ci saremo più viste come prima, o chissà, sarebbe finito il nostro amore.

Invece una speranza c'era, ed era quell'uomo che lavorava per mantenere ben tutte noi, anche se stava poco e niente con noi, io lo consideravo un grande.

«Ora andiamo a letto, domani torni dalle tue amiche.» disse dolcemente staccandosi da me.

Dopo un po' andai in camera mia, e lui andò nella sua da mia madre.

Mandai un messaggio a Dinah.

[01:00 A.M.]
Camz 🌞:
DINAH, SO CHE
DORMI, MA NON ME NE
FREGA NIENTE,
DOMANI VENGO A
SCUOLA.

Dinah entrò su Whatsapp dopo nemmeno un minuto.

Era sveglia, era l'01:00 A.M., chissà che stava facendo.

[01:03 A.M.]
DJ 💕:
Mi hai interrotto
in un momento delicato con
Mani.

Ecco, lo sapevo.

[01:05 A.M.]
Camz 🌞:
Scusa...
VABBÈ A DOMANI

[01:20 A.M.]
DJ 💕:
CIAO MILA. 

Non mi ero accorta di un messaggio, non appena rientrai nell'applicazione, ci fu un messaggio da parte di Lauren.

[00:30 A.M.]
Lolo 🌜:
Camz, sto
sentendo troppo la
tua mancanza e del tuo
profumo. Mi manca poterti
toccare e amarti, davvero...
Eravamo così vicine a regnare su tutti ed è finita nel modo più brutto
che potessi immaginare...
Dire che mi manchi, è poco.
Ti amo tanto, principessa, mi dispiace davvero per tutto il casino...

Che dolce, ma avrei voluto farle una sorpresa, ovviamente non le avrei mai detto ciò che stava realmente accadendo, il che mi esaltava moltissimo.

[01:25 A.M.]
Camz 🌞:
Lolo, domani
vediamoci da Bar's Red Beard
Mi dispiace anche a me per tutto quello che ci è successo, spero che al più presto, le cose si possano risolvere...
Ti amo veramente tanto, Lolo, te lo giuro con tutto il mio cuore...
Mi manca anche a me, il tuo profumo e quando facevamo l'amore.

Sorrisi soddisfatta e inviai il messaggio, la cosa bella era che Lauren non era online in quel momento.

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