Speranza contorta

159 10 9
                                    

Il tempo sembrava infinito, e ogni attimo pareva togliermi il respiro, e di certo non in senso positivo. Le mie dita tamburellavano sul volante dell'auto insistenti, e ogni secondo che passava si facevano sempre più frequenti, finchè non segnai con le unghie la loro forma sull'oggetto utilizzato per far svoltare le ruote dell'abitacolo. Guardai fuori la gigantesca struttura, e ogni tanto veniva un'ambulanza allarmata. Era estenuante, non vedevo l'ora di sparire in quel momento, ma dovevo aspettarli, o avrebbero pensato che ero un buono a nulla. Oppure, un tipo che ha quasi ucciso una splendida ragazza solo per il suo orgoglio smisurato. Mi odiavo sempre di più, e mi rendevo sempre più conto di essere uno schifo come essere umano. Un verme, un parassita che striscia ai piedi delle persone, chiedendogli disperatamente aiuto con una corazza di ferro. Decisi di prendere il cellulare tra le mani e aprire dopo tanto, forse troppo tempo, Tumblr. 

C'erano un sacco di notifiche e messaggi, ma li ignorai. Navigai sulla home rebloggando immagini varie come fiori appassiti, montagne gigantesche piene di neve, frasi frustranti e canzoni malinconiche. Poi, qualcuno, con lo pseudonimo coldheart decise di contattarmi. Era un blog che seguivo da tempo, forse uno dei primi. Non ne capivo il motivo, ma ero entusiasta che una persona si era presa la briga di contattarmi. Certo, le ragazze spesso mi contattavano, ma solo per scopi sessuali, invece lei non era così. Forse, mi aveva conquistato senza accorgermene. In modo silenzioso. Invisibile.

coldheart: Ciao, ho notato i tuoi reblog dal mio profilo. La vita non ti sta sorridendo, eh?

BadBoy: Non proprio. E' una situazione abbastanza dura, ma non voglio fare lo splendido.

coldheart: Se vuoi, puoi semplicemente dirmi cos'hai.

BadBoy: Perché dovrei? Non hai già i tuoi?

coldheart: Potrei essere la tua ancora di salvezza.

Era così sfacciata...

BadBoy: Per via del mio orgoglio, una ragazza sta morendo. Non posso dirti di più.

coldheart: Okay BadBoy. Felice di averti ascoltato.

BadBoy: Dimmi qualcosa di te, qualsiasi.

coldheart: Ho avuto una giornata sfiancante. Non ho mai avuto relazioni durature fin ora, e adesso che sta funzionando, lui... se ne andrà.

BadBoy: Cosa intendi con 'se ne andrà'?

coldheart: Che partirà per l'esercito a breve. 

Oh... era fidanzata. E lo amava. Ecco il motivo del suo atteggiamento così... puro? Non sapevo più nemmeno cosa fosse la purezza. Conoscevo solo il traffico di droga, le belle ragazze e il sangue colato da innocenti persone.

BadBoy: Troverete un punto d'incontro... felice di averti ascoltato.

coldheart: Che ne dici di farci una promessa?

BadBoy: Di che tipo?

coldheart: Di aprirci. Di raccontarci giorno per giorno, magari. Di sfogarci a vicenda e ascoltarci.

BadBoy: Sì. Sì, accetto la promessa!

coldheart: Sei una persona fantastica! Adesso devo andare però, ci sentiremo presto. Un bacio.

BadBoy: A presto.

Mi uscì un sorriso dal nulla, e non ne capivo il motivo. Forse, per la conversazione, ma questo svanì quasi subito appena la portiera si aprì, mostrandomi la figura di Aaron con Shawn dietro di lui. Era stato solo un attimo di spensieratezza. Ho dovuto riaprire subito gli occhi allo specchio della realtà che in quel momento, avrei felicemente dimenticato. Scesi dalla macchina, guardando i due con diffidenza.

<<Justin. Cosa ti è venuto?!>>, chiese con rabbia Aaron. <<Non vedi che la situazione è già critica? Non è il momento di essere arrabbiati. C'è già tanta sofferenza>>, affermò infine malinconico.

<<Mi dispiace, non volevo fare il... coglione>>, ammisi nella speranza che mi lasciassero in pace con i miei demoni.

<<Non devi scusarti. E' comprensibile, ma se devi dirmi qualcosa, fallo ora>>, intervenne Shawn con aria di sfida.

<<Non devo proprio dirti qualcosa. Più che altro devo farla>>, dissi con nonchalance.

<<Meno male che ero io l'idiota. Vuoi risolvere la questione dandomi un pugno in pieno volto, eh? Bel modo di affrontare le cose>>,  ribadì per nulla minacciato.

<<Smettetela. Entrambi. Justin, accettiamo le scuse, ma che non accada più>>, si raccomandò consigliandoci di smetterla.

<<Aaron, perché lui è qui >>, decisi di chiedergli abbastanza nervoso.

<<È il suo ragazzo, Justin. Vuole ricominciare con lui. Giusto?>>, sintetizzò riferendosi a lui.

<<È così. Merita di meglio>>,ripeté. Lo odiavo quando pronunciava quelle parole, perché aveva terribilmente ragione. Purtroppo.

<<Quanto vorrei andarmene... >>,pensai ad alta voce. Magari, da coldheart... Chissà com'è. Per un attimo una sua casuale immagine mi balzò per la mente.

<<Puoi andare. Noi andremo con Shawn. E sicuramente mio zio ti chiederà spiegazioni. Decidi su cosa vuoi fare, Justin>>, suggerì.

<<Ricominciare da zero. Dimenticare tutto>>, dissi con lucidità. Forse, era la cosa migliore. Per tutti.

<<Dove andrai? >>,domandò preoccupato.

<<Lontano. Forse, in Canada o fuori Paese. Magari in Europa>>, risposi senza troppi giri di parole <<me la caverò>>,mormorai infine.

<<Ammirevole... Quindi, è questa la tua vera essenza. Sei un vigliacco, Justin. Lei ha lasciato tutto per te. Il suo lavoro, le sue amiche, la sua vita precedente! E tu la ripaghi così. Che malinconia... >>, disse Shawn che fino ad allora non aveva parlato molto. Si divertiva ad irritarmi, ma dovevo trattenermi dai miei impulsi.

<<A dirla tutta, vorrei curarmi da solo. Cavarmela da solo, magari con un lavoro ben pagato. Jessica per colpa mia sta morendo. Forse, è meglio che mi metta da parte>>, setenziai guardando i miei piedi. D'un tratto, sembravano più interessanti le mie Nike della conversazione troppo pesante da affrontare.

<<Quindi è questo il suo amore per lei? Bravo>>, e batté le mani lentamente. Ad ogni schiocco, mi veniva un impulso sempre più incontrollabile di schiaffeggiarlo per bene. Tanto, eravamo già all'ospedale. Ma lui voleva questo. Voleva farmi perdere le staffe, e non potevo permetterlo.

<<Tu, la ami, Justin?>>, intervenne impulsivo Aaron. Forse, voleva togliersi un sassolino dalla scarpa.

<<Non lo so neanche io>>, bofonchiai. Ero talmente preso dalla situazione, che i miei sentimenti erano come... Morti.

<<Che risposta sarebbe? Tu mi volevi picchiare a sangue quando le rivolsi solo la parola! >>, esclamò sconcertato.

<<Sentite, mi scoppia la testa. Ho bisogno di restare un pò da solo. Vi prego>>, chiesi esasperato da quel clima tanto asfissiante.

<<Va bene. Ti lasceremo i tuoi spazi, ma rifletti per bene. Jessica ha bisogno di te>>, disse Aaron. Era preoccupato dal suo tono di voce. Potevo metterci la mano sul fuoco.

Mi limitai ad annuire, per poi fare dietro front e camminare nell incontaminato parcheggio. Avevo un gran bisogno di sfogarmi, di prendere a calci qualcuno oppure parlare con qualcuno. Poi, mi ricordai della promessa di coldheart. Era il caso di contattarla? Non feci in tempo a chiedermelo che già le avevo inviato un semplice 'devo parlarti'. La risposta arrivò quasi subito, e mi sentivo straordinariamente meglio quando la lessi.

Forse, era la mia ancora di salvezza.

Tumblr |Justin Bieber|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora