Capitolo 3

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Antony la guardò, aveva timore di invitarla a parlare, ma fu costretto.
-Quale condizione?
Chiese per poi ingoiare un groppo alla gola.
-Voglio che tu mi insegni a fotografare e, so benissimo che questo laboratorio serve proprio a questo ma... io sono all'ultimo anno e imparerò poco e niente. Poi la scuola dice che tu sei il più "bravo" quindi sì, voglio fare delle ore extra.
Antony sentì la mascella fargli male, aveva ascoltato tutte le sue parole con la bocca spalancata come un perfetto idiota. Solo che non si aspettava affatto quello che lei gli aveva richiesto. Non la immaginava così tanto interessata alla fotografia o a qualsiasi altra cosa che non fossero i suoi interessi.
-Ore extra? Quindi dopo scuola?
Lei annuì e lo guardò come se fosse ovvio.
-Non dovrai dirlo a nessuno però.
Antony fece per chiedere il motivo ma il prof lo interruppe e lo invitò a raggiungerlo per iniziare l'accoglienza.

-Bene ragazzi, spero che la nostra spiegazione vi abbia convinto a continuare questo indirizzo.
Terminò il professore guardando dall'alto della cattedra tutti i nuovi alunni che lo guardavano a sua volta. Antony per tutta la spiegazione non aveva smesso di lanciare delle occhiate veloci a Greta, si mostrava poco interessata e lui non capiva perché volesse fare persino delle ore extra se non le importava nulla.
-Menchi, tu sarai in classe con noi, ma già lo sai. Antony ti aiuterà ad ambientarti.
Disse il professore indicando il ragazzo che ormai non si sorprendeva più di niente. Greta sorrise divertita e lo guardò scuotendo delle vibrazioni dentro lui. I denti bianchi erano messi in risalto dal rossetto rosso che si era messa durante la lezione.
-Oh bene, il mio tutor preferito.
Affermò Greta con sarcasmo, ma solo a lei quella frase non fece né caldo né freddo. Perché il compagno di laboratorio di Antony, che era di fianco al professore, gli lanciò un'occhiata confusa del tipo "cosa mi sono perso?".
Antony si sentì arrossire e si odiò per quello. Abbassò lo sguardo sulle sue mani incrociate e aspettò solo che l'ultima campanella suonasse.

Finalmente il ragazzo riuscì a scappare anche quel giorno dalla scuola, e a varcare la soglia che lo divideva dalla libertà del suo pomeriggio senza compiti. Era solo metà settimana, eppure si sentiva già stravolto.
-Ehi, Antony!
Matteo lo raggiunse e camminarono insieme verso casa di quest'ultimo, che era poco lontana dalla scuola e dalla casa di Antony.
-Devo chiederti un grosso favore.
Esclamò il moro con un tono quasi disperato. Antony lo incitò a parlare.
-Anna, mi ha chiesto di uscire, e io voglio che tu venga con noi.
Antony voltò la testa così in fretta verso di lui che il suo collo rischiò quasi di staccarsi.
-Che cosa?! Lei ti ha invitato ad un appuntamento e devo venire anch'io? Tu sei matto, non ci penso neanche!
Matteo tirò un sospiro teatralmente disperato.
-Ti prego, Antony!
Lui si fermò e si girò per guardarlo in pieno volto.
-Matteo, quella ragazza è cotta di te, non perdere questa occasione!
-Ma a me piace Greta, Antony!
Lui si lasciò sfuggire una risata.
-Se vogliamo metterla così, a te piacciono tutte.
Disse con un tono che non possedeva alcuna malizia, solo divertimento e, soprattutto, verità. Matteo ignorò il suo commento e riprese a camminare con un'espressione tristemente finta in volto. Antony non poteva assolutamente cascarci, doveva reggere. Alla fine tirò un lungo sospiro.
-E va bene, vengo con te.
Il ragazzo davanti a lui esultò senza riuscire a trattenere la felicità.
-Però porto la mia macchina fotografica e starò per affari miei.
Continuò Antony non togliendo l'espressione contenta di Matteo al suo volto. Lui annuì e si ritrovarono presto davanti al cancello di casa sua.
-Bene, allora alle 4 in piazza!
Affermò Matteo prima di salire le sue scale di casa.

Antony prevedeva una noia mortale per l'appuntamento con Matteo e Anna. Stava camminando verso la piazza e già aveva la sua adorata fotocamera appesa al collo. Finalmente riuscì ad intravedere il moro seduto su una panchina di marmo e decise di raggiungerlo.
-Ehi!
Disse Matteo appena lo vide, alzandosi anche.
-Non lasciarci mai soli, mi raccomando.
Lo ammonì Matteo facendogli aggrottare la fronte.
-Hai per caso paura di una ragazza, Matteo?
Lui scosse velocemente la testa, chiaramente irritato e incompreso. Incrociò le braccia e continuò a guardarsi in torno nervoso.
-Voglio solo farle capire che per me è solo un'amica.
-Uh, ok... anche tu mi aiuterai quando affronterò una questione con qualche ragazza, vero?
Matteo non poté fare a meno di ridere.
-Se mai accadrà! Non ti sei ancora deciso a fare il primo passo con Melissa.
Matteo metteva sempre in ballo quell'argomento, ed Antony lo odiava per questo, per lui era un tasto davvero dolente. Lo aveva già detto che lei era la causa dei suoi problemi, quando se la trovava davanti non riusciva a farsi vedere, per Melissa lui risultava invisibile, e questo lo faceva soffrire. I due ragazzi non continuarono la loro discussione perché vennero raggiunti da Anna. La rossa non sembrò molto contenta di vedere anche Antony lì, ma quest'ultimo non se ne sorprese, però si sentì ovviamente a disagio comunque.
I tre decisero di fare un giro tra le bancarelle della città e Antony cercò di mantenere le distanze da Anna e Matteo, nonostante il suo amico gli avesse implorato di non farlo. Era una bella giornata di fine Settembre e Antony non riusciva ad evitare di immortalare qualsiasi cosa lo ispirasse.
-Devo comprare una cosa qui dentro!
Affermò Anna indicando un negozio di antiquariato che aveva aperto da poco.
-Matteo, mi accompagni?
La ragazza lo prese per un polso e lo tirò dentro prima ancora che Matteo potesse rispondere. Antony sorrise per la faccia buffa del suo amico mentre veniva trascinato nel negozio. Lui nel frattempo si mise a guardare le cose in vetrina ma niente lo interessava più di tanto, non erano di certo cose che un ragazzo della sua età andava a guardare, infatti era rimasto sorpreso per tutto quell'interesse da parte di Anna. O forse era solo una scusa per restare sola con Matteo. Il moro si guardò intorno per vedere qualcosa di più interessante e per passare tempo  nell'attesa. Il suo sguardo venne catturato da una ragazza dall'altra parte della strada che discuteva animatamente con un ragazzo molto più alto e più robusto di lei. Antony socchiuse gli occhi e riuscì a collegare le voci alle figure davanti a lui: erano Daniele e Greta. Quest'ultima aveva una bandana rossa tra i capelli castani, per questo Antony aveva fatto fatica a riconoscerla. Il ragazzo non riusciva a capire che cosa si stessero dicendo, ma Daniele sembrava abbastanza infuriato e, per la prima volta, Antony vide Greta quasi vulnerabile e fragile. Il ragazzo più grande sembrò volerle tirare uno schiaffo ed Antony si mosse istintivamente verso il bordo del marciapiede, ma a quanto pareva la sua visuale lo aveva ingannato. Così rimase lì a guardare di sfuggita fino a quando non vide Daniele andarsene via con fare ancora teso e arrabbiato, mentre Greta rimase lì a braccia incrociate.
-Ehi, Antony!
Antony si girò verso Matteo e Anna che erano appena usciti dal negozio.
-Già fatto?
Chiese lui distraendosi finalmente dal suo fissare Greta. Anna gli mostrò una bustina chiusa e gli sorrise.
-Sì, possiamo andare.
Disse la rossa. Antony si guardò indietro, nel punto dove prima Greta era rimasta pietrificata all'andarsene di Daniele, ma non la vide più. Probabilmente aveva deciso di seguirlo, o era tornata a casa.
-Che ne dite se andiamo a prenderci qualcosa al bar?
Propose Matteo venendo acconsentito da entrambi i ragazzi. Così lo seguirono fino al bar che era poco lontano da dove prima si trovavano loro. Si sedettero ad un tavolo di fuori e aspettarono che la cameriera arrivasse a prendere le loro ordinazioni, ma, a quanto pareva non li avevano visti arrivare.
-Entro nel locale e vado a dirglielo.
Disse Matteo alzandosi.
-Vengo con te!
Esclamò Anna. Il moro lanciò ad Antony un'occhiata disperata e lui non poté fare a meno di ridacchiare. Entrarono nel bar ed Antony rimase nuovamente da solo, ma quella cosa non gli dispiaceva affatto. Si guardò intorno e notò che nel tavolino poco più lontano dal suo c'era seduta Greta. Qualcosa lo fece soffermare a guardarla di più, ma non riusciva a capire che cosa. Lei, sentendosi probabilmente osservata, gli rivolse uno sguardo, e lui rimase pietrificato, come aveva già detto Matteo, se qualcuno avesse guardato i suoi occhi avrebbe avuto quell'effetto. Per una volta la vide senza lenti, vide i suoi occhi marroni, non capiva perché quella cosa lo avesse colpito così tanto, forse perché così naturale era bellissima, le stava benissimo quel marrone quasi nero, era incantato, infatti quando lei rivolse di nuovo lo sguardo a qualcosa di più interessante di lui, Antony si sentì strano. Si scosse e si ordinò di tornare alla realtà, così cominciò a notare che la ragazza si stava ritruccando, infatti aveva già in mano uno specchietto e dei trucchi. Aveva pianto, forse era per questo che aveva il viso quasi limpido. Antony si costrinse a non guardarla e ad ignorarla come, giustamente, stava già facendo lei. Voltò la testa verso l'entrata del bar e di Matteo e Anna ancora nessuna traccia. Non sapeva cosa fare per passare tempo e non guardare Greta, ma con la coda dell'occhio lo stava facendo comunque.
"Non farlo, Antony, non farlo."
Si disse il ragazzo stringendo i pugni, continuò a ripetersi quelle parole fino a quando non si girò di colpo verso di lei, sospirò e si maledì prima ancora di compiere il gesto.
-Stai bene?
Chiese finalmente. Non sapeva perché lo aveva fatto, perché gli interessasse veramente di lei. Solo che non l'aveva mai vista così in quei cinque anni dove la conosceva solo come "l'amica della ragazza che amava." Greta però, non si smentì, infatti gli lanciò l'ennesima occhiataccia intimidatoria che colse in pieno Antony. Comunque non sprecò le sue parole per lui, infatti continuò a truccarsi.
-Allora, posso capire che ti senti superiore a chiunque. E quindi, io, comune mortale, non possa rivolgere a lei nemmeno un'accenno di sguardo. Però non capisco, se mi trovi così sfigato o semplicemente una nullità, perché mi hai chiesto di fare delle ore fuori scuola per insegnarti a fotografare, eh?!
Greta richiuse lo specchietto con riluttanza ed Antony si accorse con dispiacere che le sue parole non l'avevano nemmeno sfiorata.
-Sai, Antony, o come cazzo ti chiami, non credo sia questo il momento di parlare di fotografia, e, se vuoi mettere in ballo questa cosa: il fatto che io ti abbia chiesto di insegnarmi questa disciplina non giustifica che uno sconosciuto come te venga qui e si faccia i cazzi miei, non ti pare? Torna da quella puttanella di Anna e il tuo amico nerd, per favore.
Antony serrò la mascella.
-Ok, mi ero solo preoccupato per una ragazza che conosco, di vista, ma che comunque conosco. Ma, a quanto pare tu sputi così tanto velenoso odio che non sei abituata a qualcuno che si preoccupa per te. Dio, sai cosa? Mi rifiuto di farti il corso di fotografia, e ora sai che c'è? Vai pure a dire a Melissa che sono innamorato di lei, non me ne frega niente.
Antony si alzò indignato, ma a lei non lo diede a vedere. Non la guardò e lasciò il bar, ma, prima che potesse uscire definitivamente dallo spazio aperto, si scontrò con qualcuno.



#spazioautrice
Hi guyz, come potete vedere in questo capitolo Greta e Antony hanno avuto la loro prima discussione seria, wow?
Secondo voi con chi si scontra Antony? 😏
Comunque non preoccupatevi, dai prossimi capitoli la storia comincia a prendere un via!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto se è così fatemi sapere che ne pensate con un commento e una stellina!
A venerdì! 💌
~Sara

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