Capitolo 1

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Abby aveva due fratelli gemelli piú piccoli di 10 anni. Erano passati  tre anni da quando i genitori erano morti durante un'incidente automobilistico. Vivevano tutti e tre in luoghi diversi,non si parlavano perché ognuno dava la colpa all'altro, durante le feste si sambiavano alcune lettere di auguri, nelle quali mai si era visto un po' di affetto.
Non si messaggiavano perché pensavano sarebbe stato troppo confidenziale.
Sapevano che non ci si doveva comportare così, ma nessuno voleva fare il primo passo; ognuno di loro sapeva anche di aver sbagliato e proprio per questo motivo che non voleva dare ragione agli altri.
Oggi, come ogni anno c'era il funerale in memoria dei genitori richiesto da tutti e tre, nei differenti paesi in cui vivevano: Abby viveva a New York, Martin viveva a Los Angeles e Sebastian aveva fatto carriera in una metropoli italiana.
L'amore per i genitori e per la famiglia univa i loro cuori, anche se non le loro teste; era come se tra loro tre ci fosse un filo invisibile che li collegava anche a chilometri di distanza.

*ABBY*
Era la solita giornata, come tre anni fa Abby era volata nel paese in cui avevano seppellito i genitori e li aveva salutati, omaggiandoli poi con una messa in loro memoria. Considerava Patrick come suo padre, anche se non lo era; non aveva mai voluto incontrare suo padre anche dopo che la mamma le aveva consigliato anche solo di conoscere la sua faccia lei, aveva rifiutato scegliendo come esempio Patrick. Era sempre andata d'accordo con i suoi due fratelli fino a che tre anni fa i loro genitori erano morti e i tre si erano dati la colpa l'un l'altro fino a dividersi completamente. Quando i genitorierano morti Abby aveva da poco compiuto 27 anni.
Aveva deciso di rimanere single perché aveva paura che se avesse avuto una famiglia tutta sua, quando sarebbe morta avrebbe causato lo stesso dolore che lei provava. Sentiva di essere la causa della morte dei genitori e questo piú volte l'aveva portata a diventare depressa, piú volte era andata da una psicologa e dopo l'ultima terribile crisi, avuta pochi giorni prima a causa di un sogno bruttissimo, aveva deciso di non lasciare piú passare il tempo e di affrontare per bene la cosa.
A New York lavorava come avvocato, aveva una bellissima casa e si poteva permettere qualsiasi cosa le venisse in mente peró non sprecava niente perché sapeva cosa significava vivere di poco, comprava quello che le serviva e spesso organizzava, a casa sua, delle feste di beneficienza. Faceva molto volontariato, aveva adottato 5 bambini africani che erano in punto di morte e li aveva salvati; spesso prendeva delle cause, che le risutavano più giuste, di persone che non potevano permettersi un buon avvocato perché erano in condizioni economiche poco felici. Era considerata un grande avvocato, ma non si metteva in mostra per questo anche se ne andava fiera perché dopo anni di studi aveva realizzato il suo sogno.

*MARTIN*
Non era una giornata felice per Martin, 3 anni fa aveva perso i suoi genitori, quelle persone che tanto lo avevano amato e compreso; non aveva nessuno con cui sfogarsi, aveva litigato con suo fratello e suo sorella. Ci stava male per questo, ma non poteva farci niente poiché era molto orgoglioso. Era un medico molto stimato, nonostante la sua giovane età, aveva salvato molte vite. Quel giorno, per la prma volta dopo tre anni, aveva deciso di andare a visitare la tomba dei genitori, aveva preso il biglietto d'aereo qualche ora prima. Stava preparando la valigia, aveva deciso di restare per un paio di giorni o poco piú.

*SEBASTIAN*
Dopo qualche mese dalla morte dei genitori aveva deciso di andare via, era stato il primo ad allontanarsi dal fratello e dall'amata sorella. Era andato in Italia in cerca di lavoro e aveva fatto carriera; in confronto agli altri due non aveva mai avuto un sogno nel cassetto, avrebbe accettato qualsiasi lavoro purché gli avesse garantito il sostentamento e magari lo avesse fatto sentire realizzato. Appena arrivato in Italia, aveva fatto amicizia con un imprenditore milanese che gli aveva chiesto di lavorare come suo consulente. Viveva in una bellissima villa in periferia, aveva molti amici e molto spesso organizzava delle fantastiche feste a casa sua, non erano feste di beneficenza come quelle della sorella, ma lui non era uno che sprecava. La maggior parte delle feste erano in onore di qualcuno.
Aveva chiesto al parroco della chiesa che frequentava di onorare i suoi genitori con una messa casa sua, dove ci sarebbero stati tutti i suoi amici; alla messa sarebbe seguito un pranzo sempre in memoria dei suoi genitori.

Un bel errore sequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora