Capitolo 2

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*ABBY*
Mi era sembrato di vedere mio fratello al cimitero, ma non è possibile non è mai venuto in tre anni, forse è stata solo una visione, forse ho bisogno di affetto, forse dovrò chiamare la psicologa per un appuntamento.
Vorrei rimanere qui per qualche giorno, ma mi fa troppo male stare qui e comunque dovrei ritornare a lavoro.
Se la psicologa è d'accordo a Natale vengo a passare qualche giorno nella vecchia casa dove vivevamo, magari trovo anche il coraggio di invitare i miei fratelli e chissá se il fato sará dalla nostra parte, questa volta.
La vera domanda è chissà se loro hanno voglia d vedermi, mettere il rancore da parte e dare l'un l'altro gli affetti che meritano, potrá sembrare strano che una ragazza della mia etá desideri degli affetti. Penso, peró, che non ci sia un'età precisa in cui gli affetti dovrebbero iniziare o finire, io penso che per queste cose non ci sia età, come i sogni. Il mio sogno è poter vederci uniti di nuovo, come prima del brutto incidente.

*MARTIN*
Avevo rivisto mia sorella dopo tre anni al cimitero, mi ero subito nascosto con la paura che potesse vedermi e riconoscermi, è un po' un controsenso dato che vorrei tanto che fossimo di nuovo uniti. È la testa che mi dice stop, non puoi andare avanti con loro, non puoi perdonare quello che hanno fatto, non puoi permettere loro di illuderti ancora. Il cuore invece non parla tende solo ad unirmi a lei,a loro, peró la testa ha più controllo ed è lei che ha l'ultima parola.
Appena vidi che non c'era più uscii; andai verso la lapide e già prima che arrivassi iniziai a piangere come un bambino, iniziarono i ricordi, quel luogo che tanto odiavo, mi procurava tanta ansia. Ricordo che quando la domenica uscivamo dalla chiesa era abitudine passaea dal cimitero per salutare i nonni ed io ogni volta inventavo una scusa diversa; quel posto mi sapeva tanto di malinconia e dolore ed era per questo che desideravo non andarci mai, avrei preferito qualsiasi cosa, perfino aiutare la mamma in casa, cosa che odiavo.
Decisi che era arrivato il momento di andare a riposarmi un poco, troppe emozioni e pensieri cattivi che mi facevano sentire triste e avvilito, per non parlare di quello che vedevo davanti a me: due nomi scritti su una pietra che non faceva altro che stilizzare tutto farmi sentire più triste perchè non potevo più vederli in carne ed ossa.
Prima di partire ho prenotato un albergo vicino la nostra vecchia casa, avrei tanto voluto dormire in quella casa, ma troppi ricordi mi avrebbero portato all'esasperazione e sarei scappato via il più presto possibile, cosa che già mi stava passando per la testa di fare.

*SEBASTIAN*
Aveva deciso che mi sarei preso qualche giorno dal lavoro per andare a vedere i miei genitori. Prima che il prete e gli invitati arrivassero stavo prenotando i biglietti per Madrid, avevo deciso di dormire nella nosra vecchia casa. Aveva sicuramente bisogno di una bella pulita, così decisi di chiamare la nostra vecchia vicina di casa, la signora Maris, per chiederle di fare pulizia.
Arivarono tutti e la messa ebbe inizio, io mi commossi e insieme a me il mio migliore amico, nonché mio capo, la persona a cui dovevo tutto, quello che mi aveva salvato dalla miseria, che mi aveva offerto un lavoro dignitoso e una buona retribuzione, colui che mi dava consigli e soprattutto la persona che da sempre mi diceva che avrei dovuto fare pace con mio fratello e mia sorella. Secondo lui, se una cosa doveva capitare sarebbe capitata in qualsiasi caso e che quindi nessuno aveva colpe. Mi stava convincendo, piano pianoà che avrei dovuto riflettere prima di agire.
Mi alzai e feci un discorso a tutti i presenti, ricordando e descrivendo le gesta compiute dai miei genitori, il loro sorriso quando scherzavano, le loro grida che si sentivano per tutto il quartiere e che tanto faceva ridere la gente, il loro lavoro che li aveva uniti e resi persone migliori, la loro vita prima che la disgrazia succedesse e rovinasse le vite di tutti noi. Quel destino maledetto che ci segue ovunque andiamo e decide per noi quello che deve accadere senza darci scappo o vie d'uscita.

Un bel errore sequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora