Aeternus

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Louis è una ninfa. È strano perché i figli delle ninfe dovrebbero essere solo femmine eppure Louis è... (continua)

Louis è una ninfa. È strano perché i figli delle ninfe dovrebbero essere solo femmine eppure Louis è così. Lo ha portato con sé al fiume e ha voluto fare l'amore sul prato lì davanti. E Harry non aveva resitito a quegli occhioni blu che lo imploravano, e allora l'aveva baciato e l'aveva fatto suo perché ogni suo desiderio era un ordine. Non poteva credere che quella meraviglia fosse sua, che Louis si donasse solo a lui, perché lui era perfetto in ogni sua piccola parte e avrebbe potuto sedurre Atena in persona se solo avesse voluto. E invece era lì con lui ad accarezzargli i capelli, ad affondare il naso nell'incavo del suo collo, ad amarlo, e Harry poteva immaginare l'Elisio e le Isole dei Beati. E mentre erano lì ad adorarsi un piccolo spiritello della natura si avvicino e chiese loro di raccontargli la loro storia. Ed Harry sprofondò nei ricordi...

Era un giorno come tutti gli altri, il sole, gli uccellini e il silenzio del bosco interrotto solo dallo scrosciare del fiume, come al solito. Era andato lì perche qualcosa lui e la sua famiglia dovevano pur mangiare, e quel giorno aveva deciso di andare a pescare. Era oramai sera quando si era diretto sulla riva a prendere la sua tunica sbrindellata, e lì aveva notato un anello, un anello che quando tornò a casa si accorse potesse appartenere solo ad un immortale. Il simbolo era quello delle ninfe, ed era rabbrividito nonostante fosse vicino al fuoco, perché gli immortali non vanno disturbati qualunque cosa accada. Il giorno dopo era tornato lì e aveva lasciato il gioiello sulla riva dicendo che gli dispiaceva averlo portato via e che non era nelle sue intenzioni dare fastidio alla divinità che possedeva quell'anello. Louis era venuto fuori dalle acque e gli avea detto che effettivamente c'era qualcosa che poteva fare per rimediare. E subito Harry aveva annuito, inimicarsi un dio era l'ultima cosa che voleva. Louis l'aveva guardato ed era rimasto incantato da quel mortale che in quanto a bellezza avrebbe potuto competere con Afrodite stessa. Era alto, muscoloso, con la pelle lattea, e tanti, tantissimi capelli ricci. Il viso era pulito, da ragazzino. E soprattutto due occhioni verdi risaltavano, di un verde perfetto, bellissimo. E Louis si era fiondato sulle sue labbra e il mortale aveva assaporato il gusto del miele, e la lingua della ninfa aveva esplorato a sua bocca quando improvvisamente si era staccato. E senza accorgersi che l'immortale gli aveva messo l'anello al dito se n'era scappato via, spaventato. Era tornato a casa tutto spaventato e per procacciare qualcosa da mangiare per la propria famiglia era andato a dare una mano al padre nei campi. Dopotutto era povero non si poteva permettere il tenersi le mani in mano, sua sorella, sua madre e sua padre, la sua famiglia era di quanto più importante avesse. Solo dopo un'altra settimana aveva racimolato il coraggio per tornare in quel luogo e di nuovo aveva lasciato l'anello sulla riva. Poi se n'era andato più avanti per il corso d'acqua per riuscire a prendere qualche pesce e durante la pausa per fare il pranzo due braccia abbronzate gli avevano cinto i fianchi. Si era girato e si era trovato davanti due occhi di un azzurro meraviglioso. Non aveva parlato, semplicemente gli si era piazzato davanti con quell'espressione dannatamente maliziosa e l'aveva baciato, il bacio più sporco della storia, lingue che lottavano, denti che si scontravano. E le mani di Louis avevano percorso il suo corpo, induguando sui fianchi stretti, i capezzoli induriti, le natiche sode. Aveva cominciato a strusciarsi su di lui, e le mani di Harry come dotate di propia volontà erano andate ad incastrarsi in quei capelli castani. La ninfa si era spinta sulla sua erezione e l'umano si era lasciato sfuggire un ansito, già fuori di testa. E Louis si era girato e si era strusciato sulla sua erezione e il riccio non aveva resistito, gli aveva tolto quel striminzito pezzo di stoffa che portava addosso e aveva cominciato a toccargli il sedere e soprattutto la fessura. L'immortale si era abbandonato alle sue carezze e quando si era sentito penetrare da due dita aveva a stento trattenuto un gemito di dolore, subito sostituito dal piacere. Quando Harry lo penetrò quasi urlò, ma l'umano cominciò a spingere dentro di lui e già era suo, perfino in quel momento. E quando vennero entrambi Louis aveva abbracciato quel ragazzino e il riccio si era stretto a lui. Non era stato lento, non era stato saturo d'amore, non si eano sussurati cose dolci nelle orecchie, ma era stato il preludio di qualcosa che sarebbe venuto dopo, qualcosa che li avrebbe travolti senza neanche chiedere il permesso.

Quel giorno Harry era tornato a casa con la consapevolezza di aver preso un dio e un gioiello in mano. Era stato il primo di tanti pomerigi assieme, fino a quando per un capriccio del fato la famiglia di Harry era stata uccisa. L'umano era distrutto da ciò che era successo, come avrebbe fatto ad andare avanti? Louis gli avrebbe volentieri dato un gioiello al giorno ma la ninfa non ne poteva più di veder due occhiaie sul quel bellissimo volto e la faccia emaciata di chi non dorme. E allora un bel giorno aveva preso Harry con sé e se l'era portato sull'Olimpo. L'aveva presentato al grande Zeus e gli aveva raccontato la triste storia dell'umano e il re degli dei, commosso per quello che il giovane aveva patito, aveva acconsentito a renderlo immortale. Aveva bevuto l'ambrosia, e Louis l'aveva baciato.

E ora Louis che gli accarezzava i capelli si diceva che sì ne era valsa la pena. Era il suo destino, l'unico di cui non si sarebbe mai stancato. Semplicemente non ne poteva fare a meno, dei suoi capelli, della sua voce e del suo amore. Era distesi sul talamo a baciarsi e a guardare il cielo, dall'Olimpo si godeva di una vista meravigliosa.

Gli sorrise. Avevano tutta l'eternità davanti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 09, 2014 ⏰

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