«Jonathan, alzati.» disse la ragazza sbadigliando, ma prima che potesse uscire dalla camera lui la prese per le spalle e la tirò verso di sé, facendola cadere sopra di lui.
«Auguri alla mia piccola sorellina!» disse a voce più alta del dovuto e le scompigliò i capelli, facendola ridere.
«Lasciami, scemo!»
«No che non ti lascio! Diciotto anni si compiono solo una volta e dovresti ringraziarmi per non averti svegliata a mezzanotte!»
«Dobbiamo andare a lavoro.» gli disse e lui sbuffò.
«Volevo stare con te tutta la mattina, non è giusto.»
«Non fare il bambino, staremo insieme pomeriggio.»
Gli lasciò un bacio sulla guancia e si alzò, andando in bagno.
Si lavò, si cambiò e andò in cucina, ma Jonathan non c'era ancora. Riempì un bicchiere di succo di frutta per sé e un altro per il ragazzo, che stava spuntando in quel momento nella stanza.
«Senti, pomeriggio cerca di venire qui, almeno dieci minuti, devo darti una cosa e vorrei poter stare un po' con te.» le disse e lei annuì.
«Certo che vengo, dove dovrei andare?»
«Sai, magari il principe ti ruba tutto il pomeriggio...»
«Non lo permetterò, non esiste solo lui. Adesso andiamo, o arriveremo in ritardo.»
Finirono di bere il succo di frutta e uscirono di casa, separandosi. Dopo poco più di cinque minuti arrivò alla locanda, dove appena entrò sentì un boato di auguri.
Raphael non la fece nemmeno parlare che andò ad abbracciarla, togliendosi subito per lasciare spazio a Charlotte.
«Cosa ci fai qui?» le chiese Jane mentre si abbracciavano.
«Non potevo non venire a farti gli auguri!» le rispose, accarezzandosi l'enorme pancione. D'altronde, era già all'ottavo mese e non si vedevano davvero da un bel po' di tempo.
«Auguri.» disse piano Rosy.
«Grazie.» le sorrise.
«Abbiamo una cosa per te.» disse sorridendo l'amica insieme al fidanzato.
«Vi avevo detto di non prendermi niente, dovete comprare le cose a vostro figlio!»
«Non preoccuparti di questo, sta' un po' zitta!» scherzò il ragazzo e lei uscì un pacchetto dalla bella da.
«Tutto per te! Scartalo, sù!»
Jane gli lanciò un'occhiataccia, sorridendo, e lo aprì.
«Siete impazziti? Anzi, non è una domanda, siete diventati pazzi.»
«Non lamentarti sempre e provalo!» le disse la ragazza e lei tirò fuori dalla piccola scatola il bracciale che le avevano preso.
«È stupendo, non dovevate davvero, io... Non so come ringraziarvi!» disse indossandolo e li abbracciò tutti e due.
«Meriti questo e altro.» le disse la ragazza e si strinsero più forte.
«Devo sistemare, resti qua?»
«Certo e, appena hai un po' di tempo, puoi portarmi un pezzo di dolce?»
«Te lo porto subito.» sorrise, andando in cucina.
***
«Sono tornata!» disse Jane entrando in casa, ma nessuno le rispose.
L'ultima volta che era successo c'era William e Jonathan era fuori con Marie.
Girò per tutte le stanza, ma non c'era nessuno oltre lei. Si mise un po' a sistemare la camera di Jonathan e poi passò alla sua, quando sentì aprire la porta.
«Jonathan? Sei tu?»
«Sì! Scusa il ritardo, sono stato trattenuto.»
«Non preoccuparti.»
Posò il cuscino sul letto e andò in cucina, dove il ragazzo stava posando un grosso pacco sul tavolo.
«Pure tu! Sapevi che non volevo niente! Perché nessuno ascolta quello che dico?»
«Come ti ho già detto, diciotto anni si compiono una volta sola e i miei non sono stati il massimo, quindi mi piacerebbe che per i tuoi vada tutto bene.»
«Per andare bene non servono regali.»
«Smettila ed aprilo, voglio vedere se ti piace.»
La ragazza si avvicinò e strappò la carta colorata dal pacco. Lo aprì e rimase bloccata. Era un abito stupendo, decisamente costoso dall'aspetto.
«Come diamine hai fatto?»
«Raccoglievo i soldi da un po', ti piace?»
«È stupendo, grazie.» gli disse e l'abbracciò.
«A novembre dovrai andare a fare la registrazione e volevo dirti che... Che qualunque cosa succeda devi essere forte. Devi lottare con tutta te stessa, non lasciarti andare adesso... Devi farlo per te e anche per me, perché non puoi lasciarmi da solo, va bene?»
«Cercherò di restare con te, te lo prometto.»
Si staccarono e la ragazza gli sorrise, vedendogli gli occhi lucidi.
Si misero a parlare e scherzare e avrebbero continuato per tutto il resto del pomeriggio, se non avessero bussato alla porta. Fu Jonathan ad aprire e, prima di far entrare la persona sulla porta, gettò un'occhiata a Jane, che stava osservando meglio il suo nuovo abito.
«Auguri!» sentì dire e sorrise, vedendo Damien.
«Grazie!»
Il ragazzo le diede un abbraccio e solo quando si staccò sentì parlare di nuovo.
«Auguri, Jane.»
«Grazie.» rispose. Non si aspettava di vedere anche Edward e non se n'era nemmeno accorta. Per un attimo le era mancata la terra sotto i piedi.
«Scusa se non abbiamo nessun regalo, ma tenevamo comunque a farti gli auguri.» le disse Damien e lei annuì, e le venne da sorridere.
«Non m'importa del regalo, e puoi dirmelo che ci tenevi soltanto tu.»
Il ragazzo diventò rosso e lei gli disse di non preoccuparsi. Gettò un'occhiata a Edward, a testa bassa mentre si mordeva il labbro. Non la considerava minimamente, come poteva pensare che fosse innamorato di lei? Jonathan aveva decisamente sbagliato, quella volta.
«Vuoi un po' di tè?» chiese a Damien, ma lui scosse la testa.
«Ce ne andiamo, è meglio.»
«Tu puoi restare.» continuò, cercando una reazione nel fratello maggiore. Reazione che non arrivò.
«No, davvero, va bene così. Passa un buon compleanno.»
Le diede un abbraccio veloce e salutò Jonathan, poi andò fuori, seguito dal fratello che, prima di chiudere la porta, le lanciò un'occhiata.
«Sei uno stupido.» gli disse una volta fuori il minore.
«Non mi parla nemmeno, fa come se non ci fossi, cosa dovrei fare?»
Il piccolo scosse la testa e tornarono a casa.
***
«Ti va se domani andiamo a prendere un libro nuovo?»
«Certo, ci andiamo dopo pranzo. Magari ne prenderò uno anche io.»
Jonathan le sorrise e le mise un braccio attorno le spalle, facendola avvicinare a sé.
«Non posso credere che hai già diciotto anni. Mi ricordo ancora di quando ne avevi nove.»
«Tu ne hai quasi ventuno, non dovresti sorprenderti.»
«Non sono sorpreso, sono soltanto incredulo. Il tempo è passato più velocemente di quanto sembri.»
«Confermo, assolutamente. Sembra una settimana fa quando sono venuta qui.»
«E invece sono passati ben tredici anni.»
«Da quando sei diventato così bravo con la matematica?» scherzò lei, ricevendo un leggero schiaffo sul braccio dal fratellastro, mentre rideva.
Sentirono bussare alla porta e Jane andò ad aprire.
«Oh, ciao.»
«Auguri.» le disse William lasciandole un bacio.
«Grazie, pensavo te ne fossi dimenticato.»
«Non avrei mai potuto dimenticarmene. Ti ho portato una cosa.»
«Non dovevi, lo sai. Entra, non stare qua sulla porta.»
Il ragazzo salutò l'altro e si sedettero, mentre lei chiudeva la porta.
«Hai dell'acqua?»
«Certo.»
Jane mise l'acqua fresca sul tavolo e si sedette insieme agli altri.
«Come ti senti ora che sei ufficialmente un'adulta?» le chiese.
«Sinceramente, è uguale. Ho sempre avuto cose a cui pensare, quindi non c'è molta differenza.»
«Tieni, è per te.» le disse porgendole una piccola scatola.
«Vi lascio soli, ho cose da fare nella mia stanza.» si intromesse un attimo Jonathan, andando via.
«Non dovevi portarmi nulla, hai già fatto troppo per me.»
«Aprilo.» la incitò e lei obbedì.
C'era una collana, fatta di piccoli diamanti, con un ciondolo con una grossa pietra al centro.
«È... Bellissima... Devi smetterla di regalarmi queste cose.»
«No, invece. Sono felice che ti piaccia e... Credo che adesso sia il momento giusto per parlarti di una cosa. Non l'ho mai detto a nessuno, probabilmente mi prenderai per pazzo, ma è il mio più grande segreto e voglio che tu lo sappia.»
La ragazza si mise in tensione. Cosa voleva dirle?
«Guardami, Jane...» sospirò e si mise a schioccare le dita. La prima volta apparve un fiore, la seconda una fiammella, la terza una piccola bolla d'acqua e la quarta un filo di vento.
La ragazza aprì la bocca, scioccata.
«C-cosa vuoi dire con questo?» gli chiese.
«È per questo che non uso mai la magia. È un po' difficile da spiegare, ma alcune volte capita che alcune persone si ritrovino appartenenti a tutti gli Stati, non so esattamente per quale motivo succede, ma ci chiamano-»
«Kalos.» lo interruppe lei.
«Come fai a saperlo?»
Era il momento. Doveva dirglielo.
«Perché lo sono anch'io.»
Il cuore di Jane stava battendo forte, aveva paura che gli uscisse dal petto.
«Come diavolo fai ad essere vivo?» gli chiese, tremante.
«C'è un modo per superare gli esami.»
«Davvero?»
«Sì, me l'ha detto mio padre. Io... Non posso crederci... Anche tu... Non lascerò che ti scoprano, ti dirò tutto.» le disse, passandosi una mano sul viso.
«Io... Io...» balbettò e le scese una lacrima di felicità. Lo abbracciò.
«Non so come ringraziarti, William.»
«Non devi farlo. Farò in modo che tutto vada per il meglio, te lo prometto.»||spazioautrice||
Buonasera! Non è il massimo come capitolo, lo so, ma da ora le cose cambieranno 🙈 come state? Spero tutto bene. Sono finite le riprese di Teen Wolf e io non sono pronta a vederne la fine, piangerò l'anima, lo so già, non posso farcela. E niente, Cody sta girando un film 😍 peccato che ci sia anche Bella Thorne e che interpreti la sua fidanzata... -.- odio profondo per quella ragazza. E boh, non so più che dirvi, passate una buona serata!
~Rob ❤️
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Kalos
Fantasy|IN REVISIONE| [19.09.16 #251 fantasia] [12.11.16 #251 fantasia] [01.12.16 #150 fantasia] [18.12.16 #144 fantasia] [21.12.16 #138 fantasia] Jane era diversa e lei lo sapeva. Sapeva anche che nessuno doveva venire a conoscenza del suo segreto, o avre...