• Questione di scelte •

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La forma del suo corpo era ben scolpita su quel letto, impresso del suo calore che era ancora presente nonostante fosse andata via ormai da un po' di tempo.
Infondo dopo la notte fantastica passata insieme, dovevo pur risvegliarmi da quel sogno impossibile che era diventato il nostro amore.
Ma sapevo che quel giorno sarebbe stato il più faticoso e difficile di tutta la mia vita, perché era quello della svolta, quello del per sempre mia, o del per sempre lontane.
Nonostante i tanti contro a nostro sfavore, non volevo e né dovevo smettere di lottare per lei, ci credevo fino infondo, e sicuramente la notte precedente aveva aiutato moltissimo a farmi capire che per lei non era mai finita.

Lei mi aveva cambiata nel profondo, mi aveva fatto riscoprire una me, più decisa, vera e diversa dalla persona che ero, forse era stata l'unica persona a conoscermi per davvero, ad amarmi per davvero, e non avevo intenzione di rinunciare con tanta semplicità a tutti i sogni che avevamo costruito insieme.

Così mi feci forza e mi alzai da quel letto che era stato la culla del nostro amore, ma che era ormai orfano della sua presenza.
Mi preparai per il grande evento, indossando la prima cosa che trovai nell'armadio e la sorte volle che fosse uno smoking nero, che sicuramente non mi faceva passare affatto inosservata.
Avevo una gran voglia di stravolgere tutto al suo matrimonio, a cui ovviamente non ero stata invitata e né ero gradita sopratutto dal suo sposo, anche se credo che nessuno si sarebbe mai aspettato una mia partecipazione, ma ero pronta a stupire tutti del contrario, e più che mai ero decisa a sabotare tutta quella farsa e riprendermi l'amore della mia vita.

Mi avviai a passo spedito nel scendere le scale di quella casa che ormai era deserta, perché erano tutti alla cerimonia, anche se in verità non conoscevo con esattezza l'orario preciso del matrimonio, ma la sera prima da alcuni invitati avevo sentito che il matrimonio si sarebbe tenuto al Church of Scientology of New York a Manhattan.
Chiamai un Taxi per riuscire ad arrivare il prima possibile sul posto, perché non conoscevo bene la città, nonostante ci fossi stata più volte sia per lavoro che per piacere, ma quel giorno non volevo sbagliare nulla, o per lo meno ci speravo.

Appena arrivai lì mi trovai dinanzi ad un palazzo immenso, con sopra la scritta enorme di "SCIENTOLOGY" che sembrava stare li come per volermi intimidire, ma niente riuscì a scoraggiare la mia determinazione che in quel momento fu davvero immensa.
Entrai, e ad accogliermi trovai subito una ragazza, che sembrava essere una hostess di sala.
"Salve è qui per la Cerimonia dei Foster?" Quella domanda mi fece rabbrividire, "già aveva preso cognome di quella specie di nano?" mi chiesi tra me e me molto infastidita da quel cognome.
"Si, e penso di essere in ritardo!" feci per andare con nonchalance, ma non me ne diede il tempo perché mi bloccò immediatamente.
"Il suo cognome?" ecco lo sapevo qualche intoppo doveva sempre pur esserci, infondo mica siamo in un film in cui vi è sempre un lieto fine.
"Il mio cognome dice? Dovrebbe saperlo! Voglio dire recito di fianco alla signora PREPON" dissi sarcastica e poco gentile, evidenziando il cognome di Laura.
"Non la conosco, qui a Scientology, non ci interessa agevolare le persone famose, sopratutto se non sono nella lista degli invitati." Disse glaciale e sgarbata anch'essa, quasi come fosse un robot.
"Come era possibile che Laura credesse in questa gente, la Laura che conosco io, è un agglomerato di emozioni pure, e non un robot senza cuore." Fui pensierosa e non riuscii proprio a spigarmi tutto ciò, la mia Laura era troppo diversa da quelle persone.
"Bene sai una cosa fanculo Scientology e pure la lista degli invitati!" Mi spostai dalla sua persona e andai avanti per la mia strada, senza guardarmi mai indietro.
"Sicurezza, sicurezza!" Sentivo urlare la ragazza dietro di me, mentre un tipo grosso mi affiancò rapidamente.
"Che palle, più che una chiesa sembra la casa bianca qui!" Esclamai sbuffando, gli ostacoli aumentavano a dismisura, e non avevo ancora fatto il passo più difficile, quello di affrontare tutto e tutti per il suo amore.
"Signora lei non può entrare, la preghiamo gentilmente di uscire da qui!" disse il tipo al quanto robusto con il suo vocione imponente.
"Perché altrimenti? Mi arrestate? Cazzo non si può neanche assistere alla cerimonia di una vecchia amica! Cioè è proibito tutto, in questa specie di tempio dei super ricchi?" Stavo urlando ormai, ne avevo abbastanza di tutto quel mondo assurdo, che già mi stava stretto.
"Abbassi la voce, altrimenti sarò costretto a cacciarla fuori con la forza!" Affermò con aria al quanto minacciosa, ma questo non mi intimidì minimamente.
"Siete ridicoli! TUTTI RIDICOLI IN QUESTO POSTO DEL CAZZO!" Stavo per scappare nuovamente, ma il tipo mi prese a se come un sacco di patate e in quel momento pensai che fosse finita per sempre, mi ero rassegnata all'idea di perderla senza poter fare nulla, finché non sentii una voce familiare che improvvisamente  mi ridiede la speranza perduta.
"Metta subito giù la mia amica!" Disse Natasha con aria minacciosa contro il tipo della sicurezza, che come un cagnolino ubbidì, allo sguardo aggressivo della mia grande amica.
"Cavolo Nat, non sono mai stata così felice di vederti!" Esclamai sorridente ed emozionata abbracciandola forte, sentivo di avere ancora una possibilità per riprendermi Laura.
"Non cantare vittoria, che ci fai qui? Perché vuoi rovinare tutto Tay! Non ne vale la pena." Scossi la testa istantaneamente a quelle sue parole.
"Nat, io non ho mai voluto così tanto qualcuno, come voglio Laura, lei è tutta la mia vita, io non posso stare senza di lei, e non chiedermi di smetterla perché non lo faró!" Dissi decisa.
"Spero per te, che questa pazzia ti porti qualcosa di buono! Perché credimi, sei una pazza innamorata, Taylor Schilling, e poi guardati come ti sei vestita!" Sorrise al mio abbigliamento da uomo un po' stravagante.
"Beh è stata la prima cosa che ho trovato nell'armadio!" Dissi imbarazzata, ma anche divertita.
"Non posso accettare però le scarpe da ginnastica sotto allo smoking!" continuò a prendermi in giro come era solito fare.
"Ora non pensiamo ai miei vestiti, piuttosto dov'è, a che punto sono con le nozze?" La inondai di domande, avevo l'ansia di non avercela fatta in tempo.
"Sono quasi alle promesse devi sbrigarti se vuoi bloccare tutto, dai su vieni, ti ci porto io." Mi prese per il braccio e ci dirigemmo insieme verso la sala dove si svolgeva la cerimonia.
Il mio cuore batteva a mille ad ogni passo che facevo verso quella porta che separava i nostri corpi così vicini, appena fui abbastanza vicina spalancai letteralmente quella porta, così senza pensare troppo alle conseguenze delle mie azioni.
Vidi subito dinanzi a me una sala immensa, fredda e grigia, quasi non sembrava si stesse celebrando un matrimonio al suo interno, perché gli addobbi erano scabri, troppo poco importanti per una sposa bellissima come Laura.
Notai che tutti gli invitati erano ormai intenti ad osservare solo me, quasi come fossi un aliena appena atterrata da chissà quale mondo lontano, dai loro sguardi notavo una sorta di disgusto, che forse derivava dai vestiti che indossavo. Più andavo avanti, attraversando la navata e più  tremavo come una foglia, così per trovare la forza necessaria per combattere tutti quegli sguardi inappropriati decisi di concentrare il mio sguardo solo su di lei che era lì inerme sull'altare, era stupenda vestita di bianco, una dea, il solo guardarla mi faceva riscoprire sempre più innamorata di lei.
Però scrutandola per bene capì che era assente, come se non fosse felice di quella scelta, tanto che il suo sguardo non riusciva a reggere il mio, era come intimidita da Ben, oppure forse dal resto degli invitati.
Sfilai una rosa rossa che era in uno degli addobbi che portavano all'altare e me la passai tra le mani, ero visibilmente molto nervosa, di solito riuscivo a gestire molto bene quel tipo di emozioni, ma quella volta fu più difficile del solito.
Quando le fui vicina in quel silenzio assordante, mi inginocchiai ai suoi piedi e iniziai a prendere la parola senza mai smettere di guardare nei suoi occhi splendenti in cui mi riflettevo.
"Sai Laura, non avrei mai immaginato, di riuscire a fare questo per te, perché io sono una che non ha mai creduto all'amore, sono una di quelle persone che neanche credeva di poterselo meritare. Ma poi sei arrivata tu, su quel set, mi hai baciata sotto quella doccia, ed è stato strano, magico, tu quel giorno hai aggiustato il mio cuore Laura, hai dato speranza alla mia vita inutile, sei riuscita senza saperlo a donarmi tutto ciò di cui avevo bisogno.
E poi quando è arrivato il nostro primo vero bacio, ho capito che forse tutto ciò che credevo e che desideravo, poteva essere molto più di uno stupido sogno o fantasia, e avevo ragione, perché noi due ci siamo amate oltre ogni confine possibile, ma ci siamo anche odiate, e pur facendolo abbiamo capito che l'odio non fa per noi, perché noi siamo così, litighiamo per le cose più assurde solo per fare pace e fare l'amore più bello della nostra vita." Sorrisi emozionata a quella mia stessa affermazione, mi accorsi che anche lei sorrideva tra le lacrime.
Ritornai seria subito dopo, gli presi la mano e la strinsi forte alla mia, come per avere un contatto più diretto con lei, e ripresi quel discorso così importante.
"Poi c'è stato quel maledetto incidente, che ci ha fatte allontanare, che ha spezzato il mio cuore, perché credevo ti fossi dimenticata di me, di noi, almeno fino a ieri sera, quando ci siamo ritrovate per l'ennesima volta, ed è stato come se nulla fosse cambiato in tutti questi mesi, nonostante il dolore, gli ostacoli e il volerti dimenticare a tutti i costi senza riuscirci mai.
Perché tu sei tutto il mio mondo, sei nel mare, nel cielo, nelle stelle, sei nella terra su cui cammino, tu sei nel labirinto della mia anima, tu fai parte di ogni fibra del mio corpo, tu sei nella parte più piccola e interna del mio cuore, tu sei l'unico amore che voglio nella mia vita, sei il mio ultimo pensiero quando vado a dormire e sei il primo pensiero quando mi sveglio la mattina, tu sei la mia speranza per vivere, perché senza di te riesco solo a sopravvivere.
E so perfettamente, che io non posso darti ciò che ti può dare lui, e so che non sarà facile, perché non tutti accetteranno il nostro amore, e si sarà una strada piena d'ostacoli, e forse anche fatta di litigi, ma l'amore che proviamo l'una per l'altra può superare qualsiasi cosa, lo so, l'ha dimostrato fin ora, e continuerà a farlo, il nostro amore è magico, e va oltre i confini del impossibile. Noi siamo come questa rosa, rossa come l'amore, candida come la dolcezza, decisa come la passione, e piena di spine come gli ostacoli che incontreremo sul nostro cammino, ma quale amore vero non ne ha?
Sappi che io voglio TE! e ti è vorrò per sempre.
ti prego scegli me! Scegli noi!" Dopo quel discorso lunghissimo contornato da così tanta emozione, gli porsi con dolcezza quella rosa rossa, come segno del nostro amore.
"Basta con queste stronzate!" Intervenne subito Ben.
"Tu sei una lesbica ossessionata, smettila di infastidire la mia sposa altrimenti dovrò chiamare la sicurezza. Mettiti bene in testa, che Laura è mia! SOLO MIA! lei ha scelto me, ha scelto un futuro fatto di amore vero, e non di stupide promesse impossibili! È ora basta! Continui!" Disse vicino a quella specie di prete che era come tutti scioccato dall'accaduto.
Mi rialzai nel silenzio della sala e senza proferire alcuna parola, presi posto accanto ad altri invitati, facendomi da parte come avevo fatto sempre fino ad allora.
Notai che la mia rosa era ancora stretta tra le sue mani candide, ma era se come se lei fosse spenta, come se non avesse abbastanza forza per scegliere me, mi sentivo impotente davanti a quella situazione davvero surreale, perché sapevo di aver fatto tutto il possibile per salvare il nostro amore.
"Ben foster vuoi tu prendere la qui presente Laura prepon e amarla ed onorarla per il resto della tua vita?" Continuó il celebrante, mentre quegli attimi di pura tristezza, mi sembrarono interminabili.
"Lo voglio!" Rispose lui privo di emozioni, infilandogli con decisione l'anello nuziale, per poi subito dopo strappargli via la mia rosa dalle mani in modo al quanto brusco.
Abbassai lo sguardo a quel gesto così rude che mi spezzò il cuore ancora una volta.
"Perché lei non lottava per noi?" e mi risposi che forse non mi amava abbastanza per poterlo fare, stava per finire tutto, e stavolta per sempre.
"Vuoi tu Laura Prepon prendere come tuo sposo il qui presente Ben Foster e amarlo ed onorarlo per il resto della tua vita?" Chiusi gli occhi come per prepararmi a quel dolore finale che mi avrebbe divorato l'anima... [TO BE CONTINUED...]

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*Spazio dell'autrice*
Eccoci qua arrivati al nuovo anno e quasi alla fine di questa storia interminabile, a cui penso di aver dato tutta me stessa senza alcuna riserva.
Ci sono stati dei momenti difficili, e ciò ha fatto si che ne risentisse anche la ff, ma ora sono ancora qui, per la felicità di molti e per chi invece non né fosse felice, beh chissenefrega.
Fatto sta, che mi sono divertita nel scriverla e sopratutto spero che questa storia vi abbia lasciato un qualcosa nel bene e nel male che non dimenticherete.
Grazie per avergli dato attenzioni e sostegno, questo capitolo tranquille non sarà l'ultimo, non sono così crudele...😂 o almeno credo!😈

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