Capitolo 10.

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NELLA FOTO: JOAN.

Sono passati esattamente due giorni da quando Jack ha deciso di portarmi via tutto. Di nuovo.

Passo la giornata stesa sul letto, sperando che Morfeo decida di farmi visita, portandomi via con se, per sempre.
Ma ciò non accade, e il campanello suona, facendomi sobbalzare.
È arrivata l'ora di andare.

Ma proprio mentre sono decisa a lasciarmi tutto alle spalle, capisco che c'è una persona che vorrei vedere per l'ultima volta.
Così corro giù, ma prima che possa raggiungere la porta sento la sua voce roca riempire la stanza "Ti trovo bene Shela"
E poi li vedo, li, uno di fronte all'altro.
Noto il viso di mia madre prendere colore: nonostante tutto quello che le ha fatto, lei lo ama ancora.

"Perché la vuoi portare via? Perché non resti qua? Ti ho perdonato, e ti perdono ogni giorno, perché spero ancora in un futuro." Sussurra mia madre con voce spezzata.
"Ormai è troppo tardi, ti ho amata davvero, ma la mia natura ha preso il sopravvento, e non posso farci nulla" dice in tono distaccato, ma sembrando quasi dispiaciuto.
"Ti prego Jack, non farmi questo" lo prega mia madre singhiozzando.
"Joan, è ora, andiamo" mi urla Jack compiaciuto, appena si accorge di me.

Senza drammi, scendo le scale, fotografando mentalmente quanto più possibile di casa mia. Soprattutto le stampe di Cousteau, che feci comprare a mia madre anni fa.
E, per l'ultima volta, inalo l'odore rilasciato dal profumo misto tra vaniglia e lavanda, che mia madre diffonde ogni mattina.

Senza rendermene conto mi ritrovo davanti a Jack, abbraccio mia madre velocemente, odio gli addii, "ciao mamma.." singhiozzo, cercando di trattenere le lacrime.
Nonostante sia stata poco presente, e concentrata su se stessa e sul suo fisico, e poco sulle cose davvero importanti, le voglio bene; forse provo risentimento nei suoi confronti, ma non importa orami. Resta solo il bene. Voglio avere un bel ricordo.
"Buona fortuna con la tua vita Joan, avrei voluto lottare di più per te, e so che non siamo mai andante d'accordo, ma ti ho sempre voluto un gran bene, sei la mia bambina, e avrei voluto il meglio per te, e perdonami, non sono in grado di impedire tutto questo" dice, lasciandomi senza parole. "Pensa a te mamma, non buttarti giù, ti perdono a patto che una volta per tutte ritrovi te stessa e smetti con quella merda che prendi" rispondo guardandola negli occhi, e aspettando che mi ribadisse per l'ennesima volta che le erano state prescritte e che non poteva smettere, invece per mia sorpresa, regge il mio sguardo e dopo un periodo di silenzio sussurra "te lo prometto Joan, lo farò questa volta. Non ricordarmi come una perdente. Ogni tanto pensami, e tienimi nel tuo cuore come una guerriera. Perché quando ne uscirò, io ti verrò a prendere, qualunque sarà la tua condizione, e ti porterò fuori da qualsiasi casino, lo giuro".
Non l'ho mai sentita parlare così, sono orgogliosa di lei, anche se in fondo so, che non lo farà, ma voglio crederci, voglio avere una speranza.
Entrambe ci lasciamo sfuggire una lacrima, che però, probabilmente, contiene le centomila mai versate.

Jack prende i miei bagagli e dopo aver caricato tutto sulla sua Maserati nera, sicuramente rubata, apre lo sportello del passeggero e salendo mi lancia le chiavi "guida tu" mi dice, con aria di sfida, senza aggiungere altro.

Mi volto, dando un ultimo sguardo al mio passato, salgo, e metto in moto, cercando di isolare il mio lato umano e fragile, e lasciando spazio a quella che da oggi, sarebbe stata la nuova Joan.

La mamma di Joan manterrà la sua promessa?
Chi vorrà vedere Joan per l'ultima volta, prima di partire?
🎈

Fuoco dentroWhere stories live. Discover now