TERZA PARTE
«Stronzo». Allison dovette metterci tutta la propria volontà per fermare Scott dall'andare da Derek e "digliene quattro" come continuava a ripetere il moro.
La ragazza stava ancora leggendo la lettera, facendo fatica a comprendere ogni parola a causa dell'inchiostro sbavato in alcuni punti; ma non disse niente, si limitò a sedersi sul divano accanto a Stiles e a prendergli una mano tra le sue, portandogli la testa al petto, accarezzandogli i capelli e ripetendogli che sarebbe andato tutto bene.
Scott invece si era seduto per terra e, a gambe incrociate e rosso di rabbia, lanciava occhiate malevole verso il foglio abbandonato sul divano accanto ad Allison.
In poco tempo Stiles si addormentò tra le braccia della ragazza, esausto a causa di tutta quella situazione. Facendo attenzione a non svegliarlo, Allison sciolse la presa e raggiunse Scott per terra, accarezzandogli la base della schiena e baciandolo a fior di labbra.
«Starà bene. Ha noi». Scott annuì alle parole della sua Allie stringendola un po' più forte e affondando il volto nei suoi capelli neri.
«Se lo vedo, lo uccido». Prese ad accarezzargli i capelli, sospirando alle sue parole.Stiles era arrivato da loro con il borsone in una mano e la lettera nell'altra. Gli occhi rossi a causa delle lacrime e il volto nero di rabbia. Aveva cominciato a sbraitare, a dire che Derek era solo uno stronzo egoista e pure ipocrita perché quello ad avere paura e a non saper gestire la situazione era proprio lui.
Sapeva che se non se ne fosse andato, se lo avesse aspettato e avesse strappato la lettera davanti a Derek, avrebbero fatto pace, almeno fino al prossimo colpo di testa del maggiore. Ma la verità era che Stiles era stanco di vivere con una persona che amava fare il martire, che pensava di sapere cosa fosse meglio e che prendeva decisioni tanto drastiche senza consultarlo. Ma Stiles sapeva anche che prima o poi l'avrebbe perdonato perché loro erano Stiles e Derek e non potevano vivere l'uno senza l'altro. E adesso che si era aggiunta anche una terza personcina all'equazione, Stiles avrebbe combattuto con le unghie e con i denti per avere la sua famiglia unita. Sì, perché anche se Derek diceva che non era pronto, per Stiles loro erano la sua famiglia e non riusciva ad immaginarsi la vita senza di loro.Quel pomeriggio quando Derek e Claire ritornarono a casa, la bambina andò subito nella camera da letto dello zio e di Stiles per cercare quest'ultimo, dal momento che non lo aveva visto né in cucina né in salotto.
«Zio», ritornò da Derek e allungò le mani verso di lui per farsi prendere in braccio.
«Dov'è Stiles?», chiese con un sorriso talmente genuino e sincero che Derek non ce la fece a dirle la verità.
«Ha da studiare e in questi giorni non potrà stare con noi», mentì, sperando che in un paio di giorni non chiedesse più di lui.
Era quasi ora di pranzo quando Claire prese il telefono di Derek, facendo scorrere il ditino sull'ultima chiamata effettuata, sperando con tutto il cuore che quello fosse Stiles.
Con il cellulare ancora in mano raggiunse Derek che stava disteso sul divano in soggiorno, sedendosi ai suoi piedi con un broncio adorabile e gli occhi umidi.
Derek, che aveva osservato ogni movimento della bambina, finse di dormire.
Claire incrociò le braccia al petto guardando di tanto in tanto verso lo zio e arrampicandosi su di lui fino a sederglisi sulla pancia.
«Zio, ma Stiles poi ritorna, vero?». Derek non rispose e la piccola cominciò a scrollarlo con tutta la forza che aveva, picchiandolo sul petto per attirare la sua attenzione.
«Spero di sì». Un sussurro per convincere non tanto la bambina quanto se stesso.Dall'altra parte della città Stiles stava nella stessa posizione di Derek, disteso su un divano e ad occhi chiusi, pensando a quanto la sua vita fosse miserabile in quel momento. Scott intanto non si era mosso di un solo millimetro e continuava a fissarlo dal basso verso l'alto.
Allison invece, saggia ragazza, era uscita una ventina di minuti prima per andare a fare un po' di spesa e preparare a Stiles i suoi piatti preferiti. Anche se all'inizio della sua relazione con Scott i rapporti con Stiles non erano dei migliori, con il tempo avevano cominciato a conoscersi meglio, diventando a loro volta migliori amici. Non erano poche le volte in cui Stiles aveva deciso di sfogarsi con lei piuttosto che con Scott, e non erano poche nemmeno quelle in cui Stiles prendeva le sue parti in una lite con Scott.
Quando fu sotto casa Allison mandò un messaggio al suo ragazzo per dirgli di scendere per aiutarla a portare le buste in casa.
«Scott, forse è meglio se usciamo».
«Non lo lascio solo». Sussurrò con la bottiglia di latte ancora in mano.
«Ne ha bisogno». Cercò di convincerlo per dare a Stiles lo spazio e il tempo necessario per leccarsi le ferite da solo.
Scott era abbastanza restio a lasciare il suo migliore, ma si rendeva conto che Allison aveva ragione e che forse un po' di solitudine era proprio quello che serviva a Stiles.
Non appena si chiuse la porta alle spalle, Stiles aprì gli occhi e si mise a sedere sul divano, prendendo il telefono e fissando il nome che lampeggiava sullo schermo e alla cui chiamata non aveva volutamente risposto.
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Don't leave me behind
Fanfiction«Che c'è?». «Stiamo litigando». «Lo so». «E ci stiamo abbracciando». «So anche questo». «E quindi che si fa?». «Si fa che se provi a lasciarmi ti strappo la gola. Con i miei denti». «Ehi! Quella è una mia frase». «Nostra, Der...