Give me a reason

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Note: Non avrei mai pensato di arrivare a finire di scrivere questa OS. Davvero, ci ho messo ben tre mesi per riuscire a completarla. È la prima Sterek che mi sono messa a scrivere quando qualcuno, _Stranger_, mi ha quasi "costretta" perché pretendeva che io ne scrivessi una. Mi è venuta l'ispirazione ascoltando la canzone "Donde Está El Amor" di Pablo Alborán, una canzone bellissima e un testo che, me ne sono resa conto solo pochi minuti fa, è perfetto per l'intera O.S. Vi consiglio infatti di leggere la storia ascoltandolo almeno una volta.
Il titolo invece è ispirato "Give me a Reason" di P!nk, ma trovo che per la storia sia perfetta anche una strofa di New Divide dei Linkin Park (la trovate subito dopo il titolo), come mi ha fatto notare la mia beta che stravede per questa canzone.

La ringrazio moltissimo perché, nonostante siamo al telefono da quasi tre ore, nonostante abbia sonno tanto quanto me, ha preferito che pubblicassi la storia insieme a lei e, soprattutto, mi ha spinto a continuare a scrivere.

Avvertenze: La One-Shot segue il canon fino alla fine della quarta stagione, escludendo tuttavia la partenza di Derek.

Detto questo... Buona lettura!
Noi ci rivediamo alla fine della storia (a meno che non vi siate spaventati dalla lunghezza della O.S. e non siate scappati prima).

So give me reason
To prove me wrong
To wash this memory clean
Let the floods cross

The distance in your eyes
Give me reason
To fill this hole

Connect the space between
Let it be enough to reach the truth that lies
Across this new divide

New Divide –Linkin Park

Per lungo tempo Derek aveva vissuto nel silenzio. Sin da quando la sua famiglia era morta nell'incendio aveva smesso di essere quel ragazzino pieno di vita e desideroso di conoscere il mondo. Per anni aveva vissuto come un automa insieme a sua sorella Laura, ma anche lei era venuta a mancare e Derek aveva deciso che vivere non era più una priorità. Poi Scott era comparso nella sua vita e lui si era sentito responsabile di quel ragazzino che, improvvisamente, sembrava avere l'intero mondo sulle spalle. E insieme a Scott era arrivata anche una folata d'aria fresca, sarcastica e invadente che aveva dato un po' di colore alla sua vita monotona. Perché Stiles, per Derek, era questo. Quel ragazzino tutto pelle e ossa anche se non era un licantropo, anche se non aveva nessuna forza sovraumana e non poteva guarire, non si era mai tirato indietro. E lui, semplicemente, se ne era innamorato. Non era stato un colpo di fulmine, né un amore puro e assoluto come quello con Paige. No, quello che provava Derek ancora non se lo sapeva spiegare. Alcune volte lo avrebbe voluto uccidere – e ci era andato più vicino di quanto gli piacesse ammettere – altre volte entrava nel panico per una semplice chiamata senza risposta.
Lo aveva guardato dormire per tutta la notte, chiedendosi come avrebbe fatto ora a tenerlo al sicuro. Ora che era inutile.
Era stupido pensare che Stiles avrebbe rinunciato ad aiutare i suoi amici, ma come accettare con il cuore in pace che il suo ragazzo era costantemente in pericolo e che lui non poteva farci niente? In momenti come quelli Derek si odiava. Sapeva che Stiles non lo amava per la sua licantropia, ma non poteva fare a meno di domandarsi cosa sarebbe successo ora che la loro vita stava cambiando così drasticamente.
«Ehi... Non sei riuscito a dormire nemmeno questa notte?».
«Mi sono appena svegliato». Bugia. E Stiles s'irrigidì.
«Facciamo colazione? Cosa vuoi che ti prepari?». Sorrise. Anche se il suo ragazzo gli aveva mentito, anche se nemmeno lui aveva chiuso occhio, stando all'erta ad ogni minimo movimento del maggiore, Stiles sorrise.
«Non ho fame».
«Non mangi da due giorni, Derek». Era preoccupato, ma l'altro vi aveva sentito solo rimprovero.
«Ho detto che non ho fame». Si girò dall'altra parte, dandogli le spalle, un chiaro invito ad andarsene immediatamente.
Sapendo che se fosse rimasto avrebbero litigato, Stiles raccolse i propri vestiti sparsi per terra e si rivestì velocemente.
Quando il materasso si abbassò leggermente sotto il peso del minore, Derek avrebbe voluto prenderlo per il polso, tirarlo sotto di sé e baciarlo per ore e ore. Avrebbe voluto ma non lo fece perché lui era Derek Hale e non poteva permettersi di farsi vedere spaventato. Non da Stiles.
Quando Stiles si chiuse la porta del loft alle spalle non riuscì più a trattenersi e cominciò a tirare calci e pugni a tutto ciò che lo circondava, sapendo che Derek non lo avrebbe sentito. Non più.
Finalmente tranquillo scese le scale un gradino alla volta, sperando che il suo ragazzo avrebbe spalancato la porta e lo avrebbe raggiunto, baciandolo e dicendogli che tutto sarebbe andato bene.
Ma Derek non lo fece nemmeno quella volta.
Salì nella Jeep con una nuova consapevolezza: non poteva più andare avanti così. Vedere Derek sempre più debole, sempre più irascibile lo stava logorando. Doveva fare assolutamente qualcosa. Che Derek smettesse pure di combattere, lui non lo avrebbe fatto.

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