Ero sotto quell'albero da non so quanto tempo. Avevo guardato il sole muoversi attraverso le sue fronde e creare giochi di luce meravigliosi. Mi aveva sempre affascinato il modo in cui la luce era in grado di cambiare il colore delle foglie, di renderle più luminose o più scure a seconda di come le colpiva.
Sdraiata tra le sue radici, sull'erba calda, mi sentivo quasi in pace, la mente libera da tutto; per un secondo pensai che se fossi rimasta li ancora un po' senza che nessuno mi trovasse mi sarei dimenticata anche il mio nome. Avrei dimenticato tutto e sarei stata felice.
Sentii l'erba accanto a me muoversi e qualcuno che si sdraiava al mio fianco. Non mi mossi e continuai a guardare le foglie che si muovevano nella brezza estiva.
-Finalmente ti ho trovata. Ho passato due ore a cercarti ovunque e poi mi sono ricordato che questo è sempre stato il tuo posto preferito.-
Conoscevo Matteo da quando eravamo piccoli, era come se fossimo due fratelli e come tali lui sapeva tutto di me e io tutto di lui.
-Ricordo che un giorno quando eravamo piccoli, avremmo avuto qualcosa come sette anni, litigasti con tua madre e scappasti via. Lisa era nel panico più assoluto e cominciammo a cercarti ovunque finché non ti trovai qui sotto nella stessa posizione in cui sei ora. Dicevi che se non si fosse scusata con te per aver buttato la tua bambola preferita non ti saresti mossa di un millimetro.- rise. Mi ricordavo quel giorno. Ero tornata da scuola e avevo scoperto che mamma aveva buttato via la mia vecchia bambola e mi ero arrabbiata tantissimo.
-Sei sempre stata così forte e decisa e ti ho sempre ammirato per questo. Hai sempre avuto il sorriso sulle labbra e la battuta pronta in ogni situazione, non ti sei mai lasciata andare allo sconforto. Cosa ti è successo?-
Alzai le spalle. Non lo sapevo cosa mi era successo. Mi sentivo vuota, fredda.
-Lucia, come stai veramente?- disse sollevandosi su un gomito per guardarmi in viso
-Bene- dissi a voce bassa. Come era diversa la mia voce, non era più squillante come una volta.
-Non mentirmi. Lo so che non sta bene, ti conosco.- mi voltai a guardarlo. I suoi occhi azzurri erano stretti in un espressione a metà tra la rabbia e la preoccupazione.
-Non lo so come sto. Vuota può andare?-
-Ti ha fatto molto male vero?-
Annuì e basta. Non volevo pensarci. Restammo in silenzio per un po': io a guardare le fronde e lui a guardare me con quel cipiglio preoccupato.
-Lo amavo-
-Lo so-
Silenzio.
-Ti manca?-
-Ha fatto la sua scelta-
-Lo prendo come un si. Lo so che non sono affari miei ma mi puoi dire cosa è successo?-
-Lui e suo zio hanno litigato. Gli ha detto che non era fatto per me, che meritavo di meglio e che lui mi avrebbe rovinato.-
-Ed è vero?- mi chiese
-No- sorrisi -Lui è così dolce e gentile...- mi bloccai sentendomi strozzare al solo parlare di lui. -Comunque,- mi schiarì la voce. -quando ha dovuto scegliere dove andare a studiare Roma è sembrata la soluzione migliore, se non fosse che è lontana da qui. Così tra suo zio e la lontananza ha deciso di lasciarmi.-
-Solo per questo?-
-Già-
-È un vero idiota. Voglio dire, ti ha lasciata andare solo perché suo zio gli diceva che non andava bene per te? Sbaglio o ha 22 anni? Non è un po' grande per farsi dare degli ordini?-
-Suo zio è come un padre per lui-
-Ho capito ma non può decidere della sua vita, guarda come ti ha ridotta!-
Rimasi in silenzio. C'erano tante cose che Matteo non sapeva.
-Ormai non ha più importanza-
-Si che ce l'ha! Non ti avevo mai vista così felice come quando eri con lui e adesso sembra quasi che tu ti sia spenta. Non hai nemmeno versato una lacrima.-
Vero. Non avevo ancora pianto. Quando mi aveva lasciata dopo due anni di relazione non mi ero scomposta minimamente. Non una lacrima, non un singhiozzo, nulla. Era come se mi avessero spento le emozioni.
-Lucia, per favore parlami- mi implorò
-Se n'è andato, Matteo. E non tornerà. È finita non lo capisci? Non è rimasto niente, di quello che avevamo non resta che qualche ricordo che sbiadirà pian piano fino a scomparire. E le cose non cambieranno!- urlai
-Se solo tu provassi a chiamarlo, per chiarire-
-Non voglio chiamarlo, non servirebbe a nulla. Non potrei dirgli nulla che lo faccia tornare e non voglio dirgli addio ancora, non ce la faccio. Non era più felice con me, io non lo rendevo felice.-
Restammo in silenzio a guardarci negli occhi e mi sembrava di annegare nei suoi. Mi voltai e lo sentì sdraiarsi accanto a me.
-Cosa gli diresti se fosse qui, adesso, di fronte a te?-
-Che cosa gli direi?- ci pensai un attimo. Cosa gli avrei detto se lo avessi visto ancora una volta? Se avessi avuto un ultima possibilità di parlare con lui?
-Gli direi che mi manca da morire ma che ho capito. Ho capito che devo lasciarlo andare perché voglio la sua felicità, e io non gliela posso dare.
Gli direi che avrei voluto salutarlo in modo diverso. Che avrei voluto un suo abbraccio, uno di quelli che mi dava prima, uno di quelli che mi faceva sentire protetta e amata, uno di quelli che mi arrivava fino all'anima.
Gli direi che avrei voluto un ultimo bacio. Diverso dall'ultimo che ci siamo scambiati, così freddo e teso. Avrei voluto un ultimo bacio di quelli che solo noi sapevamo darci: cosi caldi e pieni di tutto ciò che sentivamo e non possiamo sentire.
Gli direi che avrei voluto fare l'amore con lui ancora una volta. Che avrei voluto fosse lui il primo e l'unico a cui mi sarei donata completamente, anima e corpo.
Gli direi che mi dispiace che non sia andata così.
Gli direi che mi dispiace essere diventata un problema, non ne avevo intenzione. Mi dispiace essere stata causa di litigio fra lui e suo zio perché so quanto gli vuole bene, quanto è importante per lui.
Gli direi che vorrei potermi prendere cura di lui ma che non posso farlo e che gli auguro tutto il bene di questo mondo, gli auguro di trovare qualcuno che gli donerà tutto ciò che io non ho potuto donargli, perché se lo merita.
Gli direi che lo amo da morire e che non lo odio per quello che è successo tra noi. Non potrei mai odiarlo.
Lo ringrazierei, perché mi ha insegnato una delle cose più importanti al mondo: amare profondamente. E di questo gli sono grata.
Gli direi che non dimenticherò mai ciò che mi ha insegnato, ciò che abbiamo vissuto insieme, lo porterò sempre con me in un angolo di cuore.
Gli direi che proprio di quel cuore che gli avevo donato con tutta me stessa ora me ne prenderò cura io. Cercherò di trattarlo bene e lo curerò come posso, anche se magari rimarrà qualche cicatrice. Lo curerò nella speranza che, prima o poi, arriverà qualcuno per prendersene cura.
Gli direi che però del mio cuore gli lascio un piccolo frammento, non tanto grande perché non posso permettermi di lasciargliene tanto, e che quel frammento di cuore gli appartiene.
È il frammento del mio primo amore che sarà per sempre suo.
E io vivrò così, con un pezzetto di cuore in meno che spero qualcuno saprà ricostruire.
Gli direi di non preoccuparsi di me e di vivere la sua vita senza pensarmi; perché è giusto così.
È giusto che sia felice. E chissà forse fra dieci o vent'anni ci ritroveremo in un bar, faccia a faccia, io e lui, con una birra sul tavolo a ridere di tutto questo o a pensare a quanto siamo stati stupidi a non aver combattuto.
Chissà, forse troveremo quel coraggio che adesso ci è mancato e ci proveremo davvero ad amarci con tutti noi stessi.
Senza paure.
Gli direi che sarà per sempre il mio più grande rimpianto ma che questo non vuol dire che non penserò a lui come una delle cose più belle che mi siano mai capitate.
Gli direi che lo amo davvero tanto.
Gli direi che la vita va avanti e che noi andremo avanti in questo mondo che continua a correre. Che incontreremo persone diverse, che saremo felici e poi tristi ma che va bene cosi. Perché è cosi che deve andare.
Gli direi che non gliene vorrò se si dimenticherà di me, che se anche mi farà un po' male andrà bene.
Perché se anche le nostre strade si sono separate, se anche lui non si ricorderà di me, se anche lui non è più mio non dovrà mai aver paura del contrario.
Ci sarò sempre per lui qualsiasi cosa accada, ci sarò sempre per lui se avrà bisogno di me, ci sarò sempre per lui se vorrà...
Perché se anche lui non sarà più mio, una parte di me sarà per sempre sua...-
Non riuscì a dire altro, non riuscì a trattenere le lacrime che da giorni ricacciavo dentro. Mi coprì il viso con le mani, nascondendo le lacrime a quel sole che ormai stava svanendo dietro la collina. Sentì le forti braccia di Matteo avvolgermi per consolarmi e mi accoccolai sul suo petto come una bambina.
Lasciai che le lacrime mi bagnassero le guance, singhiozzando, mentre raccoglieva nella mia testa tutti i momenti passati insieme a lui, tutto ciò che avevamo vissuto insieme: il nostro primo bacio, la prima volta che abbiamo fatto l'amore, i nostri bisticci e le nostre risate. Il suo viso, con quegli occhi verdi che tanto mi avevano fatto innamorare. Raccolsi tutto e li chiusi in un cassetto della mia testa, un cassetto che non avrei riaperto per molto tempo.
STAI LEGGENDO
Per sempre tua
Short StoryI ricordi dei suoi baci mi tormentavano. Vedevo il suo viso quando chiudevo gli occhi e il suo sorriso era stampato nei miei sogni. Ormai era finito tutto... Non più noi... Niente... Ma cosa gli avrei detto se lo avessi visto per l'ultima volta? Vol...