Cap.1 - Topo di biblioteca

17 2 2
                                    

Era ormai giunto l'orario di chiusura della biblioteca scolastica ed ero rimasto solo, seduto al mio solito tavolino ed immerso nella lettura di uno dei tanti libri che la biblioteca del liceo St. Paul offriva ai suoi studenti. Intanto, gli sguardi pressanti che la bibliotecaria mi lanciava come se stesse per cacciarmi via a calci si erano fatti sempre più frequenti. Così, decisi di riporre il libro che stavo leggendo nello zaino ed avviarmi verso l'uscita quando, dietro uno scaffale, scorsi un ragazzo all'incirca della mia età, seduto per terra con le braccia strette attorno alle ginocchia e la testa bassa. Decisi allora di avvicinarmi lentamente a lui fino a che non gli fui di fronte:
-Va tutto bene?-  gli chiesi, senza aspettarmi chissà quale risposta. Il ragazzo alzò la testa e mi guardò con gli occhi rossi dal pianto.
-Sì, tutto bene- mi disse lui con voce fanciullesca senza però riuscire a convincermi. I suoi occhi erano grandi e castani ed i suoi capelli erano di color nocciola, leggermente più lunghi ai lati del viso rispetto che sul retro. Capii che doveva essere più giovane di me, i suoi tratti erano molto delicati e graziosi, probabilmente da piccolo veniva spesso scambiato per una bambina. Gli tesi la mano per aiutarlo a rialzarsi e lui la afferrò. In piedi era più basso di me, al meno di 15 centimetri, perciò per un attimo fui tentato di chiedergli se davvero frequentasse il liceo.
-Grazie- mi disse, poi raccolse il suo zaino e si avviò verso l'uscita della biblioteca senza più guardarsi indietro.
-Aspetta!- esclamai -Come ti chiami?-
Il ragazzo si voltò.
-Martin Smith, primo anno - mi rispose dal lato opposto della stanza.
-Samuel Dawson, secondo- mi presentai.
In qualunque altra occasione non avrei mai fermato uno sconosciuto incontrato per caso in biblioteca mentre piangeva per chiedergli il suo nome, ma avrei lasciato che se ne andasse tranquillamente per poi tornarmene a casa e vivere la mia vita, ma quella volta fu diverso; mi comportai in un modo che a stento si addiceva alla mia personalità timida e introversa ma non potei far altro, avevo voglia di conoscere quel ragazzo. Seppur frequentassi assiduamente la biblioteca non l'avevo mai visto lì, inoltre il motivo per cui se ne stava seduto dietro uno scaffale a piangere mi aveva incuriosito parecchio.
-Allora ci vediamo domani?- stentai a credere che quella domanda fosse davvero uscita dalla mia bocca ed anche lui ne restò sorpreso.
-Va...bene- rispose accennando un timido sorriso che cercai di ricambiare, sembrando ancora più impacciato. A quel tempo non mi ero reso conto che avevo appena fatto l'incontro che mi avrebbe cambiato la vita per sempre.

Quella sera decisi di chiamare la mia migliore amica al telefono per chiedergli se conosceva quel fantomatico Martin che per tutto il viaggio di ritorno da scuola non ero riuscito a levarmi dalla testa.
-Ehi, Rachel- la salutai.
-Ciao Sam, mi hai davvero chiamato di tua spontanea volontà?- chiese lei incredula. In effetti era piuttosto raro che io mi facessi vivo per primo, dato il mio odio per le telefonate, però volevo assolutamente sapere se la mia amica avesse idea di chi fosse quel ragazzo.
-Dovrei chiederti una cosa- le dissi, sistemandomi gli occhiali.
-Spara-
-Conosci un certo Martin Smith? Bassino, capelli castano chiaro...- iniziai ad elencare alcuni tratti che potevano aiutarla a riconoscerlo.
-Non credo, posso chiederti il motivo?- domandò lei incuriosita.
-L'ho incontrato in biblioteca, stava piangendo- spiegai.
-Davvero? E perché?- chiese sorpresa.
-Non lo so, ma vorrei scoprirlo- confessai.
-Sam, non ti starai facendo un po' troppo gli affari altrui?- insinuò Rachel.
-Ma infatti non ho intenzione di chiederglielo così direttamente domani...- mi giustificai.
-Domani? Hai intenzione di rivederlo?- mi domandò.
-Gli ho dato appuntamento in biblioteca-
-Ma cosa sei uno stalker? Faresti meglio a trovarti una ragazza...- mi prese in giro lei come al solito. Il fatto che in diciassette anni di vita io non avessi mai avuto una ragazza era per Rachel un grande espediente per prendermi in giro quasi ogni giorno.
-Non mi serve una ragazza, te l'ho già detto- ripetei per l'ennesima volta.
-E invece sì, ti distoglierebbe per un po' da tutti quei libri-
-Ma per questo ci sei già tu!- esclamai -Altrimenti a cosa servono gli amici?-
Rachel schioccò la lingua.
-Va beh, ci vediamo domani a scuola- dissi, lei mi salutò a sua volta e poi chiusi la chiamata.
Purtroppo nemmeno lei mi era stata utile, eppure riponevo parecchia fiducia in Rachel. Eravamo amici fin dall'infanzia, ci eravamo incontrati per la prima volta in un parchetto vicino a casa mia e visto che abitavamo entrambi nello stesso quartiere diventammo subito amici. Ci completavamo a vicenda, lei estroversa e solare, io timido e solitario. Facevamo lunghi giri in bicicletta, come piaceva a lei, oppure passavamo il pomeriggio a leggere al parco, come piaceva a me. Vivevamo di compromessi ed imparavamo l'uno dall'altro. Frequentammo insieme le elementari, le medie ed il liceo soltanto che il tempo da passare insieme diminuiva sempre di più nel corso degli anni a causa delle varie attività sportive di Rachel che la tenevano occupata quasi ogni pomeriggio. Ad ogni modo, riuscivamo sempre a vederci in un modo o nell'altro anche perché lei era l'unica amica che avessi, o almeno fino all'arrivo di Martin...

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Mi prenderó cura di te [Original Story]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora