Chapter 1

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16 Giugno
La luce del sole mi arriva direttamente in faccia e con tanta fatica mi alzai dal letto, scesi giù per le scale cercando di non fare rumore presi un bicchiere di succo dal frigorifero e quando lo richiusi il mio sguardo di poso su un post-it giallo "io e Patrick staremo a lavoro fino alla prossima settimana, in salotto c'è una lettera leggila. Mamma x"
Andai in salotto e notai vicino al divano nero di pelle una lettera insieme a tre valigie e due borse. Presi la lettera e lessi...
"Ally, tesoro, ho deciso che ci trasferiremo da Patrick. So che sei contraria e se fossi lì davanti a te mi urleresti che non posso decidere senza chiedere la tua opinione. Ma Patrick ci ha aiutate molto più di quanto tu possa credere. Sapevo che discuterne con te sarebbe stata una battaglia persa. Perciò ho deciso io. Alle 11:30 arriverà l'autista di Patrick che ti porterà già a casa sua, non sarai sola. Ci sarà suo figlio li, quello che non hai mai voluto vedere quando ti chiedevo di venire a cena da loro. 
È un ragazzo apposto ed è molto divertente. Spero che imparerete a convivere, dato il tuo carattere, in modo civile.
Sai non smetterò mai di chiedermi da dove tu abbia preso il tuo carattere, neanche tuo padre era così testardo e orgoglioso quanto te. per certo che in fondo tu non sei così fredda, però crescere senza un padre ti ha portata a crearti uno scudo che purtroppo io non sono mai riuscita, e non riuscirò mai,  a penetrare. Sai non è stato facile dimenticare, io ricordo ancora tutto come se fosse accaduto soltanto ieri, e non ho dimenticato, ho soltanto deciso cambiato capitolo. Io l'ho perdonato. Certo adesso penserai -ma è pazza?- no non lo sono, penso solo che se ha fatto quel che ha fatto un motivo c'era.
Forse dovresti farlo anche tu, dovresti andare avanti. Non ti chiedo di dimenticare perché so che non mi daresti ascolto, ma almeno, cerca di andare avanti, non pensare a quello che ci ha fatto, cerca di perdonarlo anche tu.
Sai le ultime parole che ha detto prima di uscire da quella stanzetta d'ospedale furono "proteggila" poi abbassando un po' lo sguardo disse "crescerà forte come la mamma"... "Scusa"
Anche io ero come te da ragazza per colpa dei miei genitori che mi abbandonarono in orfanotrofio quando avevo 15 anni.
Spero che accetterai questa scelta e che almeno dopo una settimana di convivenza, tu mi rivolga la parola.
Un bacio.

La mamma."

Rilessi le ultime parole moltissime volte, e notai anche che dopo "proteggila" il foglio era sbiadito, probabilmente da qualche lacrima...
Il mio cuore accelerò il battito però non piansi, non lo facevo mai, e di certo non lo avrei fatto per una cosa così banale.
Forse però aveva ragione, dovevo provare a voltare pagina, magari Patrick non era così male come credevo? Ah ma che dico ovvio che è come credo io, non accetterò questa cosa fine della storia. Dissi tra me e me in modo deciso.
Diedi un' ultima volta un occhiata alla lettera, alle valigie e all'orologio che segnava già le 10:30 così piegai la lettera e la misi dentro a una delle borse; andai con pochissima voglia su,  mi lavai e solo dopo mi venne in mente che tutti i miei vestiti erano già buttati nella valigia "dannazione" esclamai mentre aprivo la valigia prendendo le prime cose, top nero classico con una rosellina a lato, uno shorts largo un po strappato, vans, un po di mascara, eye liner e poi scesi giù aspettando l'autista.
Alle 11:40 sentii un clacson suonare, andai ad aprire e dissi all'autista che le cose da prendere erano dentro, poi entrai un po agitata in macchina.
Il viaggio durò quindici minuti scarsi, ma lo passai comunque con le cuffiette nelle orecchie guardando fuori dal finestrino un po malinconica. Sembrava che stessi cambiando città, stato o addirittura continente...
Quando ci fermammo dinanzi ad una reggia di tre piani rimasi scioccata fuori era color azzurro pastello e c'era una piscina che si intravedeva dalla cancellata.
L'autista mi disse di suonare al campanello e subito dopo averlo fatto sentii un "chi è?" Prodotto da una voce molto forte.
"La figlia di Lidia."
Vidi il cancello fare un piccolo scatto e poi entrai. Non mi sembrava vero. Quando varcai la soglia del cancello sussurrai istantaneamente un 'wow' c'era una piscina davvero molto grande circondata da prato molto curato dove giacevano una decina di sdraio, poco più distante dalla piscina c'erano due altalene e poi ancora prato.
Semplicemente fantastico. Era tre volte più grande della mia.
Andai ancora più avanti e aprii la porta per far passare l'autista con i bagagli, "Signorino Taylor" salutò successivamente l'autista uscendo di casa.
Mi soffermai un po' a osservare il ragazzo che stava dinanzi a me, era davvero carino, e indossava una canotta bianca, un pantaloncino blu molto acceso e una bandana anch'essa blu.
A spezzare il silenzio che si era creato fu lui "E così ti chiami Allyson eh" disse sorridendo
"E tu Taylor eh" Risposi accennando un lieve sorriso come aveva fatto ragazzo che stava a pochi passi da me.
"Ok mi mostri la casa?" Chiesi
"Si. Seguimi"
"Si ma" mi bloccai un attimo "e le valigie?" Chiesi riprendendo la frase
"Ah già, le valigie. Non ti preoccupare, le porterò dopo su io."
"Ok." Risposi un po secca ma con tono abbastanza gentile.

Quasi due ore più tardi...

Taylor aveva finito di farmi vedere tutta la casa e aveva portato le mie valigie nella mia stanza.
Era molto, molto più grande di quella che avevo nella mia vecchia casa. Aveva una parete nera e tre grigie, un letto matrimoniale, una scrivania, un comò, un comodino vicino al letto con la presa per attaccare il caricabatterie del cellulare e la lampada, in mezzo alla stanza contro la parete nera era disposto il letto con di fronte la porta che portava a quello che sarebbe stato il mio bagno, non molto grande ma neanche piccolo, e invece l'altra porta era una cabina armadio per mettere tutta la mia roba.
Dopo quella che mi sembrava un eternità finalmente era tutto apposto, cosi decisi di fare una doccia veloce mettendo gli stessi indumenti di prima ma prendendo il mio Skateboard e scendendo di corsa giù per le scale fermandomi dinanzi al divano dove Taylor era seduto guardando la televisione.
"Io esco." Dissi avviandomi spedita alla porta.
"Dove vai?" Mi chiese evidentemente curioso.
Nom risposi e dopo qualche minuti continuò
"Comunque anche io esco, devo vedermi con i miei amici quindi credo che uscirò tra non molto"
"Okay" dissi svelta aprendo la porta e uscendo tranquilla.

Non appena fuori dal cancello presi il telefono dalla tasca e digitai velocemente il suo numero, che ormai sapevo a memoria
Uno squillo Due squilli
*pronto?*
*buongiorno, ci vediamo allo stake park?*
*certo principessa arrivò.*
Chiuse la chiamata e iniziai ad avviarmi...

-------spazio autrice------------💕
Ciaooo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se avete qualche consiglio mi farebbe piacere sentirlo.
Domani mattina pubblicherò il secondo capitolo.

Un bacio💗

Tra odio e amore c'è una sottilissima linea, e io sono in mezzo||•Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora