Prologo - Il primo sguardo

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Prologo
Il primo sguardo

25 agosto 2016


La prima volta che Federico vide Giulia era ad una festa.
Sarebbe stato difficile il contrario, i party erano sempre stati l'habitat naturale del giovane attaccante, che amava divertirsi tra la confusione e il calore di corpi che si toccavano a ritmo di musica, l'odore di alcool nell'aria e le luci di mille colori sopra la testa.
Giulia invece era l'esatto opposto. Non che non amasse divertirsi, semplicemente era abbastanza riservata da preferire un pub tranquillo nel quale poter chiacchierare davanti ad una Coca Cola fredda.
La location di quel caldo giovedì d'agosto era una via di mezzo tra le due cose; la fidanzata di Davide Astori, compagno di squadra di Federico, compiva gli anni così per amicizie in comune anche Giulia si era trovata lì.
Sapeva della presenza dei giocatori della Fiorentina ma non ne fu poi tanto sconvolta: studiava giornalismo, era una sport blogger e opinionista per piccoli quotidiani sportivi, nonché accanita tifosa, il calcio lo mangiava a colazione.
Federico quella sera, incredibilmente, si stava annoiando.
Non aveva visto nessuna ragazza per la quale valesse la pena scomodarsi per prendere da bere, mentre i suoi compagni single sembravano provarci con tutte, inoltre non c'era musica così alta da potersi scatenare lì sull'elegante terrazza dalla quale si poteva ammirare tutta Firenze.
Così il ventiduenne si era lasciato sprofondare in uno dei divanetti, cellulare alla mano mentre giocava a QuizDuello contro quella testa matta del suo compagno di nazionale Alessio Romagnoli.
Federico, che a scuola non era mai stato una cima, veniva prontamente battuto alla grande.
Guardò stralunato la domanda di fisica che il cellulare gli poneva, più che deciso a buttarsi a caso come sempre, non sia mai che avesse qualche botta di culo, quando una voce soave disse alle sue spalle: "E' centripeta, l'accelerazione che nel moto circolare spinge sempre verso il centro della circonferenza"
Il ragazzo sfiorò rapidamente il pulsante con quell'opzione, che prontamente divenne verde brillante, prima di voltarsi verso la fonte di quella voce.
Fu quello il momento dell'impatto.
Per un nanosecondo, durante il quale gli occhi verdi di Fede incontrarono quelli del medesimo colore di Giulia, l'universo attorno a loro sparì mentre una scossa elettrica attraversava la spina dorsale di entrambi.
La ragazza trattenne il respiro, conosceva Federico come ogni appassionato di calcio ma averlo davanti era completamente diverso. Fede era perfetto. Il volto di angelo, in netto contrasto con i tatuaggi che gli coprivano il braccio e il costato, il ciuffo biondo... Giulia non aveva mai visto nulla di più bello.
Lui dal canto suo osservò attentamente la figura di Giulia come se fosse attirato da una strana forza di attrazione: era bella, ma non la solita bellezza tutta seno e fianchi perfetti. No, Giulia era di quella bellezza di tutti i giorni semplice e pura che la faceva apparire fragile e meravigliosa come un cristallo. Federico cercò di riscuotersi rapidamente, turbato da quei pensieri che non erano affatto da lui.
Sotto il suo sguardo Giulia arrossì e fece un mezzo sorriso imbarazzato.
"Scusa, passavo di qui e avevo letto la domanda sul display"
"No ma tranquilla, almeno stavolta un punto l'ho fatto" scherzò lui, alzandosi per porgerle la mano.
Giulia la strinse fissandolo sempre con quel sorriso a tratti intimidito e a disagio ma estremamente sincero.
"Piacere, Federico"
Ti conosco, avrebbe voluto dirgli, ma l'imbarazzo ebbe la meglio. Ora che lo vedeva da vicino non poteva far altro che pensare che il nome Federico per lui fosse perfetto. Il solo nome esprimeva l'ostentata sicurezza che traspariva dai suoi occhi e dal sorriso sghembo anche grazie alla fonetica: la dolcezza delle prime quattro lettere che si perdeva nella tenacia delle ultime sillabe.
"Io sono Giulia" disse semplicemente, scostandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
Giulia. Dolce, semplice, come lei, pensò il ragazzo.
Federico avvertì l'insana ed insolita voglia di iniziare una conversazione per tenerla ancora lì con lui, lui che aveva sempre preferito i fatti alle parole, specialmente con le donne.
"Non ti ho mai visto, conosci qualcuno dei ragazzi?" chiese, indicando con il pollice il gruppetto di compagni seduti più in là dietro di lui.
"No... Francesca, la fidanzata di Davide, è all'università con me"
"Studi?" Federico era sinceramente curioso, voleva sapere di più su quella ragazza che da subito lo avevo catturato in un modo così banale ed intenso allo stesso tempo.
Anche Giulia fu sorpresa del suo interessamento ma rispondergli le veniva facile, come se le sue  parole fossero pensate a posta per essere rivolte a Federico. Le sembrava di aver voluto parlare con lui da sempre.
"Si, giornalismo"
"Vero? Forte! Io faccio il calciatore"
Per la prima volta Giulia rise sinceramente, lasciando Federico a bocca aperta. La sua risata era anche meglio di tutte le canzoni latine del suo iPod. Si diede mentalmente dello stupido, ma da quando pensava quelle cagate romantiche?
"Si, lo so... mi occupo di giornalismo sportivo, principalmente. E tifo Fiorentina"
Di solito tutte le ragazze che lo riconoscevano ammazzavano per un selfie ed un autografo, lei invece no. Lo sorprese per l'ennesima volta in una sera.
Così finirono a parlare di tutto e di niente, seduti su quel divanetto di pelle, mentre la festa attorno a loro continuava. Entrambi facevano tacitamente a pugni con i sentimenti che l'altro gli provocava. Federico sperimentando sensazioni mai provate, Giulia già persa nelle iridi verde di lui come in un mare tropicale.
Il numero 10 della Viola diceva poco ma quel poco che diceva colpiva nel segno, schietto e sicuro, senza paura della reazione degli altri alle sue parole. Un leone anche fuori dal campo. Quel suo modo di fare colpì Giulia intensamente.
"Oi Fede andiamo?!" la terrazza man mano si svuotava e Cristian Tello lo richiamò, visto che doveva dargli un passaggio. Federico fece un cenno del capo nella sua direzione prima di voltarsi di nuovo verso Giulia.
L'imbarazzo iniziale era gradualmente passato, svelando così una ragazza dolce, disponibile e piacevole.
"Senti... non è che ti va di venire agli allenamenti, domani?"
Schietto, appunto.
Se la ragazza fu sorpresa da quell'invito Federico lo fu ancora di più di se stesso.
Prese un respiro, passandosi una mano tra i capelli pieni di gel.
"Mi piacerebbe rivederti" diretto, dritto al punto.
Non sapeva cosa gli passasse per la testa, visto che a quest'ora con qualsiasi altra non avrebbe esitato a portarla in bagno per una sveltina. Ma Giulia era diversa, aveva avuto spesso occasione di notarlo quella sera.
La ragazza sorrise dolcemente e Federico non poté fare a meno di ricambiare.
"Anche io ne sarei felice"
"Federico! E ti muovi?" il ragazzo represse la voglia di mandare a fanculo il suo compagno e rimase concentrato sul viso dai tratti delicati di Giulia.
"Iniziamo domani alle quattro del pomeriggio, se vuoi"
"Ci sarò sicuramente"
"Fantastico" disse, sempre sorridendo ampiamente e mozzandole un po' il respiro. Era un bel vantaggio conoscere l'effetto che faceva alle ragazze.
All'ennesimo lamento di Cristian Federico sbuffò, capendo che era proprio il momento di andare ma non prima di aver rivolto il dito medio a quel rompipalle dell'amico.
Giulia rise e gli lasciò un bacio rapido sulla guancia, prima di ritrarsi con il viso arrossato. Federico la guardò sorpreso, di nuovo.
"Ci vediamo domani, Fede"
" 'notte Giulia"
E' così che tutto ebbe inizio.

Philophobia | Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora