«Rossi, la prego di ascoltarmi. In questa stanza sappiamo tutti che lei e la Fisica non andate a braccetto, quindi almeno ascolti la lezione e le assicuro che le rimarrà qualcosa.» Alzo gli occhi al cielo. Sempre la stessa storia. Per i professori non vado a braccetto con nessuna materia, e me lo rinfacciano ogni santo giorno.
«Mi scusi, prof.» rispondo, girandomi e sorridendo a Maria, seduta dietro di me. «Che rottura, eh?» «Preferirei vedere Harry Styles e Kendal Jenner baciarsi in questo momento più di ascoltarla.» Rido e mi giro. Scarabocchio qualcosa sul banco, quel povero banco, che sopporta i miei scleri e miei momenti d'artista pazza ogni giorno.
L'ora trascorre proprio in questo modo. Al suonare della campanella mi alzo e raccolgo le mie cose per dirigermi in cortile per l'intervallo. «Michela» mi fa un cenno Herman e ricambio.
Herman è un ragazzo del quinto anno che ci ha provato con me svariate volte. È alto, ha i capelli neri e gli occhi castani. È un bel ragazzo ma io non mi sento ancora pronta per una relazione, che sia seria o no.
«Maria, Sara » saluto e mi appoggio al muretto prendendo il cellulare e aprendo Twitter. «Ehi Michi!» mi sorridono entrambe. Maria è alta, ha i capelli biondi e gli occhi azzurri e un fisico da paura.
So che state pensando. Che Maria sia la ragazza popolare che amano tutti. E si, avete ragione. Sara invece è bassina, ha i capelli corti castani e gli occhi marroni. Mi trovo molto bene anche con lei.
«Stasera a casa di Marco c'è una festa e come voi ben sapete io ci andrò e voi verrete con me» Scrollo le spalle. Mi piacciono le feste. «Per me va bene, è solo un po' di svago...» le rispondo e Sara annuisce.
Mi guardo intorno e vedo quell'idiota di mio fratello parlare con due ragazze. Oh Dio, tutti amano mio fratello. In questa scuola è molto popolare e tante ragazze cadono ai suoi piedi. «Raga aspettatemi un attimo qui, vado a chiedere una cosa quell'idiota di mio fratello.» Sbuffo e mi dirigo verso di lui.
«Paolo» dico con le braccia incrociate. «Ehi, sorellina!» ride. Noto che la sua massa di gregge-amici si è avvicinata e inizio ad imbarazzarmi. «Oggi mi dai un passaggio a casa. E stasera alla festa di Marco ci vengo anche io, quindi mi ci accompagni tu.»
So già che mio fratello andrà alla festa, ecco perché glielo chiedo. «Un po' di gentilezza non te l'hanno insegnata?» ghigna prendendo una sigaretta dal pacchetto riposto nella sua tasca, consapevole di non poter fumare a scuola. «Idiota, mi hanno insegnato lo stesso che hanno insegnato a te, ma io sono riuscita meglio.» Sbotto e me ne vado. Che delusione, quel ragazzo. Ritorno in classe consapevole di avere un fratello idiota.
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«Mamma! Siamo a casa!» urlo. Mio fratello alla fine il passaggio me l'aveva dato, e se non l'avesse fatto l'avrei strozzato.
«Oh, tesori, eccovi! » dice guardandoci dalla testa ai piedi. «Come è andata la scuola? Tutto bene? ...» Ci inizia a riempire di domande, ma la liquido con un «Si, tutto bene mamma» e mi dirigo in camera.
Ora vi racconto una cosa che vi farà rabbrividire: condivido la mia camera con mio fratello. Si, compresa PlayStation e mutande sparse in giro. Un horror raccontato in così poche parole.
«Leva quel cavolo di zaino dal mio letto, Paolo!» urlo disperata, avere un fratello è stressante. «Oggi abbiamo le nostre cose a quanto pare...» ride e mi sorpassa per uscire dalla camera. «Ma da quando una ragazza arrabbiata ha per forza le sue cose?» sbotto e alzo gli occhi al cielo, come per voler rimproverare Dio di avermi dato un mainagioia così persistente.
Poi penso una cosa. Oggi è venerdì. Domani è sabato. Non c'è scuola. Oggi c'è una festa.
Euforica, apro l'armadio. Scelgo la cosa più adatta ad una festa che io abbia e ci ritrovo un vestito lungo fino al ginocchio bianco con un paio di scarpe con il tacco nere.
Alle 19:45 sono pronta, quindi deciso di informare mio fratello di ciò per uscire. «Paolo, io sono pronta, tu?» lo guardò indossare il suo giubbino verde militare di pelle ed uscire dalla stanza. «Ma ci vedi? Lo vedi che mi sto mettendo il giubbotto?» ride. «E poi, come siamo eleganti stasera. Dobbiamo uscire con Herman? » ghigna. Non so da chi abbia saputo tutto, ma suppongo da quei suoi amici idioti. «Muoviti, cretino, e accompagnami!» rido, prendendo il mio giubbotto di pelle nero e entrando in macchina.
La casa di Marco già alle 21:00 è completamente piena. Ci sono tutti, o quasi tutti, della mia scuola. All'entrata mio fratello mi aveva lasciata ed era andato al piano di sopra. Io avevo incontrato Maria e Sara ed eravamo state insieme fino a quando Maria non aveva deciso di andare a prendere qualcosa da bere e io di andare in bagno.
Incontro Herman sul mio tragitto per quest'ultimo, che però non so neanche dove sia. «Oh, Herman, sai dov'è il bagno?» chiedo gentilmente. «Al piano di sopra seconda porta a...» non riesce a finire di parlare che una massa di ragazzi lo spinge. «Eh che cazzo, stavo parlando con la tipa che mi piace!» riesco a sentire e sorrido, pensando sia proprio Herman.
Salgo quindi al piano di sopra e apro solo le porte a destra, come mi aveva indicato Herman. Aprendo la prima scopro che è la camera di Marco, aprendo la seconda invece scopro mio fratello e tutti i suoi amici fumare erba comodamente, in bagno.
«Uhm, dovrei andare in bagno...» guardo mio fratello, sperando in un suo 'smammate!! La regina d'inghilterra deve urinare!!' che però non arriva. Sento invece un ragazzo ridere e rispondermi «Beh, lì c'è il cesso, vogliamo lo spettacolo eh!» Aggrotto le sopracciglia e alzò gli occhi al cielo. «Paolo...per favore?» chiedo pietà a mio fratello. «Ah, ma chi è, la tua ragazzina? Haha, è così piccola!» sento di nuovo lo stesso ragazzo ridere. «Ehi bro, sono suo fratello!» mio fratello ride. «Falla qui! Non ti guardiamo.» dice serio. «Seh, aspetta che vi piscio davanti agli occhi!» sbuffo.
«Hai rotto i coglioni, non sei un bello spettacolo, fidati, e piscia.»
È un ragazzo biondo con gli occhi castani a pronunciare queste parole. Le parole più rudi che mi sono mai sentita dire. E dal ragazzo più bello che abbia mai visto.