Capitolo: Flashback XVIII

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Sembra essere un giorno come gli altri.

Eppure tutto è diverso.

Il sole splende più forte. Gli uccellini cantano più melodiosi. Il fiume scorre più impetuoso. I fiori sono più profumati.

Tutto sembra perfetto intorno a me.

Mi dirigo all'ospedale con una nuova vitalità in corpo, pronta a raccontare alla mia piccola paziente che la vita, fuori da quel posto, la sta aspettando.

Ma arrivata sull'uscio di quel grosso edificio non trovo la stessa aria tranquilla che si respira fino a pochi passi da lì.
La solita inserviente mi aspetta vicino alla segreteria, l'aria cupa, il fiore del pranzo stretto in una mano.

Non chiedo nulla. In questo posto non si sa mai cosa può capitare di vedere.

Un'infermiera mi afferra prepotente per il braccio, strattonando per attirare la mia attenzione.

La donna è senza fiato, stremata per la folle corsa e pallida in viso.
-Cinzia! È tutto ok..?

Chiedo, sostenendola per le spalle.
Non ha bisogno di parole.
Il suo sguardo ha già detto tutto. 

In pochi secondi mi ritrovo a correre sulle scale dell'ospedale, il fiore appena raccolto stretto in mano.

Shey si è svegliata.

"Se solo tu sapessi quanto mi sei mancata..."

Prendo fiato prima di entrare nella stanza. Mi sistemo la maglia e mi pettino il ciuffo riflettendomi nel vetro della finestra in corridoio.

Un profondo respiro, il fiore stretto in mano, e un passo tranquillo.
Passo la soglia della stanza e la vedo: seduta su quel letto su cui ho vegliato giorni interi c'è seduta una ragazza che si fissa le mani come non le avesse mai viste prima d'ora.

Mi appoggio con nonchalance allo stipite della porta, facendo finta che il mio cuore non batta all'impazzata per quello sguardo vacuo e triste che mi ritrovo ad osservare.

-Ciao, dormigliona.

In a land Far Far Away...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora