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Quasi come ogni giorno, a causa del proprio ritardo Yoongi fu costretto a rimanere fuori dalla propria classe ad aspettare il termine della prima lezione mattutina.

Se ne stava seduto in mezzo al corridoio con il proprio telefono fra le mani ed un vecchio gioco aperto sulla schermata per riuscire a trascorrere quel tempo senza addormentarsi per terra.

Borbottava a bassa voce tutte le sventure che ogni mattina lo portavano ad essere sempre in ritardo, quale la sua pigrizia e le proprie manie di perfezionismo che lo costringevano a restare davanti lo specchio di casa propria per prepararsi al meglio. Tuttavia lui continuava ad insistere che non fosse colpa sua.

«Cazzo, ho perso...» si portò il telefono all'altezza della fronte sospirando.

Chiuse l'applicazione ed al suo posto aprì la propria galleria di foto. Iniziando a scorrere verso l'alto dove poteva trovare diverse foto rubate del ragazzo della classe accanto, quel ragazzo che sin dal giorno della cerimonia d'apertura gli aveva rubato il cuore.

Yoongi se lo ricordava ancora perfettamente quel giorno; era l'inizio del terzo anno e si trovava all'esterno della palestra, a lui non sono mai piaciute le cerimonie tantomeno tutto quell'ammasso di gente che vi si trovava.
Tutto sommato preferiva rimanersene fra le sue, nessuno gli aveva mai rivolto la parola nel corso di quei lunghi tre anni. Fu subito etichettato, sin dal primo superiore, come individuo da cui stare alla larga, lo trattavano da sociopatico, e per quale motivo? Tutta colpa dei suoi capelli color menta e del proprio carattere.

Era appena finita la cerimonia ed ogni classe si apprestava a raggiungere lo stabile principale, lui era soltanto una matricola ma spiccava dal resto della comitiva.

Gli occhi del maggiore iniziarono fin da subito a scrutarlo in ogni suo singolo dettaglio: dalle sue labbra carnose e rosse come delle ciliegie appena colte, delle guance leggermente paffute e rosee, il naso più dolce che abbia mai visto, due piccoli occhietti che si trasformavano in due fessure mentre il ragazzo rideva in mezzo agli altri ed ultimo, ciò che lo aveva estraniato dal resto del mondo, dei meravigliosi capelli di un colore particolare, proprio come i suoi, di un rosso ormai scolorito e tendente ad un tenero arancione albicocca.

Senza neanche accorgersene Yoongi finì per fissare il più piccolo, attirando la sua attenzione. Lui si voltò ed arrossì di colpo notandolo. Fece un piccolo inchino e gli mostrò un grande sorriso amichevole che non può più rimuovere dalla sua testa e che ogni notte gli riapparirà in sogno, come un augurio al giorno nuovo.

« Aaah... vorrei tanto sapere qual è il suo nome. »

La campanella delle 9:00 lo riportò contro la sua volontà alla realtà, ma non aveva ancora voglia di alzarsi dal pavimento. Come se stesse aspettando qualcosa, o meglio, qualcuno.

Le porte delle classi si aprirono, ed i corridoi si riempirono di ragazzi diretti nei vari laboratori, agli armadietti o semplicemente che aspettavano l'arrivo del professore dell'ora. Vi era un ritmo frenetico al quale Yoongi non riusciva ad andare dietro, se ne stava lì per terra con la telecamera del telefono accesa speranzoso di immortalare il suo lui.

Lui era fermo e tutto il resto continuava a scorrergli attorno, quasi come se non ne facesse parte e lui fosse solo l'ombra di un uomo, finché qualcuno lo fece integrare col mondo... inciampando su di lui.

« Aish! Ma insomma, sta più attento a dove vai! » Yoongi scostò subito dopo il telefono e notò la figura di un ragazzo dai capelli color albicocca che si massaggiava il sedere accanto a lui.

« M-mi dispiace! Andavo di fretta, non volevo... »

Il maggiore si mise in piedi borbottando e si chinò subito dopo per aiutare il più piccolo a rialzarsi ed a recuperare i libri sparsi per terra.

Una volta ricomposto, il ragazzo dalle guance paffute ringraziò con uno dei suoi inchini e porse la mano al più grande.

« Grazie mille per l'aiuto. Il mio nome è Park Jimin, tu sei... quello della cerimonia? »

Il più grande ricambiò con un leggero imbarazzo che cercò di mascherare con la sua solita sfacciataggine.

« ..Io sono Min Yoongi. Eh sì, è un piacere poterti conoscere di persona, frutto dei miei sogni proibiti. »

Si congedò subito dopo, lasciando quel ragazzo confuso in mezzo al corridoio, mentre continuava a benedire incredulo la propria fata madrina.

✨⭐️✨

Yoongi ti sei appena giocato il primo desiderio!
spero di poter aggiornare presto e che la storia vi piaccia.
-Tsuki🌙

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