Capitolo ventiquattro. - "Il ritorno."

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Arrivammo al bar, decisi di aprire lo sportello della macchina e di scendere da essa, finalmente terra ferma.

Potevo considerare divertente quando Lauren correva con la macchina, anche se, avevo molta paura che succedesse un incidente o qualcosa del genere.

Sono dettagli, chiusi lo sportello dietro alle mie spalle facendo un rumore secco ma forte, che fu seguito da quello di Lauren.

Sentii un "blip", aveva chiuso la macchina con un pulsantino del telecomandino.

Aspettai la mia ragazza alla porta del bar, subito mi raggiunse dandomi un casto bacio, sorridemmo con amore, questo mi fece sciogliere il cuore, tutto in una volta.

La grande aprì la porta e mi fece entrare per prima all'interno di quel posto pieno di uomini, che avevano la birra già di primo mattino.

Rivoltante. Era una cosa che mi faceva quasi schifo, era forse l'unica pacca di questo posto.

Mi sedetti sulla sedia di un tavolino vuoto, non c'era molta scelta, i tavolini liberi erano massimo tre, il resto era tutto occupato. Ero contenta che il bar lavorasse tantissimo, mi dissero che della zona sono sempre stati loro ad aprire per prima.

Il loro orario di apertura era per le 05:30 A.M.

La grande si mise davanti a me, guardandomi con fare innamorato, i suoi occhi erano persi nei miei, come sempre... Ormai era una cosa abituale.

Sembrava così indifesa, così piccola e dolce, anche se ti prendeva e ti sbatteva al muro in un modo che non faceva nemmeno con un tappeto. Solo che come al solito, avevo sempre io la vittoria.

Ma era lei, dalla mia professoressa, divenne la mia ragazza, la più bella del mondo.

Finalmente ordinammo dopo che arrivò il barman, la puzza di fumo della sigaretta invase le mie narici, rimasi quasi schifata. Un'altra cosa che non sopportavo. Come faceva a lavorare e a fumare poi?

Lauren ridacchiò, capì subito la mia espressione di disgusto.

La grande alzò la testa per guardare la televisione al plasma davanti a noi, essa era ferma ad MTV.

«Siamo in ritardo?» chiesi piano guardandola cercando il contatto visivo.

«No, tranquilla.» mi rispose dolcemente.

Il barman arrivò, con un caffè ed un cappuccino.

Dopo aver finito di fare colazione, Lauren lascio i soldi giusti sul bancone avvisando che erano del caffè e del cappuccino.

Arrivate alla macchina salimmo per poi dirigerci a scuola, la grande accarezzò la mia coscia e l'interno di essa.

Rabbrividii, non ricordo che espressione feci, ma sentii Lauren ridere.

«Siamo quasi arrivate.» mi informò, intanto riprese il possesso del volante con entrambe le mani.

Eravamo puntuali, come sempre.

Parcheggiammo nel grande spiazzo, vicino alle piante, in modo tale che la macchina rimanesse all'ombra.

«Sei bellissima.» disse la grande con sguardo brillante. «Sei anche mia, vero?» chiese cercando certezze.

«Che fai, dubiti?» dissi ridendo. «Sì, sono tua.» sussurrai tra le sue labbra. «E tu sei mia.» la baciai.

«Mi piace sentirtelo dire, Camz.» ricambiò il bacio. «Anche io son tua.»

Andammo dentro, tenute mano nella mano.

Mi fermai da Dinah, Mani e Ally, Lauren intanto entrò dentro all'edificio.

«Allora?» chiese Dinah.

«Tutto a posto.» sorrisi. «È sempre bellissima...» rimasi con lo sguardo puntato sul corpo di Lauren, fino a quando non sparì dietro alla porta del grande edificio.

«Vi shippo tantissimo.» disse sempre la mia migliore amica con tantissimo entusiasmo.

«Lo sappiamo, DJ.» le diedi un leggero pugno sulla spalla facendola ridere sonoramente.

«Avete più visto quel bono del fratello?» chiese Ally con fare innamorato.

«Senti, facciamo una cosa. Ti prendo il suo numero di telefono e te lo do, almeno non rompi.» dissi incrociando le braccia sotto al mio seno.

«Mila, sempre simpatica.» disse fingendosi offesa per poi ridere.

«Ti voglio bene, lo sai.» ridacchiai e l'abbracciai forte, quasi l'alzai da terra.

La piccola ricambiò l'abbraccio e sorrise.

«Anch'io te ne voglio.» disse sincera, guardandomi.

Come sempre entrammo, la campanella suonava sempre alle 08:30 A.M., né un minuto di più, né uno di meno.

Le lezioni erano sempre noiose, anzi mica tanto, visto che passavo quelle ore a parlare con la mia amica di banco: Ally.

Era divertente parlare con lei, ma anche stressante visto che a finire la conversazione, lei mi parlava sempre del mitico Christopher Jauregui.

La ricreazione, la passai con Lauren. Eravamo vicine alla macchinetta, la grande impugnava il suo bicchierino di caffè ed io la mia cioccolata che sorseggiai lentamente visto la temperatura troppo elevata.

Ci furono una serie di sguardi, intensi e pieni di amore.

«Tra un po', vengo a fare lezione nella vostra classe.» disse lei sorridendo e guardandomi con sguardo incantato.

«Non vedo l'ora, Miss.» sorrisi compiaciuta alle sue parole.

Mi piaceva chiamarla così, le calzava a pennello.

Quanto l'amavo, finalmente potevo godermela per tutta la vita.

Soffiai all'interno di quel bicchierino di plastica, era finalmente della temperatura giusta, iniziai a bere con più tranquillità, senza preoccuparmi di bruciarmi.

«Sei davvero tenera.» disse mentre buttava giù il caffè, una volta finito il suo, buttò il bicchierino nel cestino.

Roteai gli occhi sentendo le mie guance prendere fuoco.

Dopo un po', la campana suonò ed io tornai in classe con Lauren, visto che subito dopo avrebbe dovuto fare lezione da me. Che cosa bella.

Mi sedetti, vicino ad Ally, che subito mi guardò con fare poco affidabile. «Tutto bene?»
«Sì.» le risposi contenta e passai una mano tra i miei capelli.

«Buongiorno.» disse Lauren, il rumore dei suoi tacchi mise a tacere tutta la classe, come sempre.

Io potevo ammirare quella donna e pensare a quanto fosse meravigliosa. Nemmeno Dio poteva saperlo, un giorno avrei dovuto ringraziare i genitori di Lauren per aver fatto una figlia così bella.

La grande iniziò a spiegare, a volte mi girai per vedere i miei compagni, alcuni dormivano, altri invece mi guardavano in un certo modo.

Cercai di ignorare quegli sguardi e di concentrarmi su Lauren che stava spiegando a fianco alla Lim.

Che bona, i miei occhi erano puntati su quel fisico perfetto, riuscii ad incrociare lo sguardo con il suo.

La sua voce fu interrotta da una domanda, quella di Ally.

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