17. Il volo del cucchiaio su chi andrà mai a finire?

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«Blair? Blair?» la voce arriva ottavata e debole, e inizialmente non capisco se sia Jacob o Beverly, ma a giudicare dalla sua insistenza mi sembra chiaro che sia il primo nominato. Mugugno, come al mio solito prima di alzarmi, soprattutto la domenica mattina, qualcosa di incomprensibile, ma poi..il materasso sparisce magicamente, e il pavimento freddo, anzi no, gelido, mi colpisce come un pugno in faccia.

«Porca puttana.» impreco con forza. È raro che dica parolacce, ma qua davvero ci stava.

Individuo soltanto due ciuffi di capelli biondi che pendolano a due centimetri dalla mia faccia. «Cazzo, Blair, non ti svegliarvi più! Scendi a pranzare con noi?»

Pranzare?

Probabilmente le mie palpebre si stanno aprendo con ritmi differenti, e ancora fatico a capire quello che sta farfugliando, o forse lo sento solo io come un farfuglio, visto che non sono rinomata per alzarmi velocemente dal letto e capire subito tutto. «Dai, Blair. Abbiamo fottutamente fame.» impreca nuovamente cercando di alzarmi dal pavimento. Dio, mi gira tutta la testa. Mi aiuta ad alzarmi e ruoto gli occhi al cielo quando la mia testa capisce finalmente con chi diavolo sto parlando.

Jacob.

«Ti odio. Sai che non c'è cosa più irritante di essere svegliata di domenica mattina?» domando rinchiudendomi in bagno. Non ho né tempo né voglia di una doccia, dato che è l'una e un quarto, e che gli altri sembrano degli orsi affamati, o almeno è questo quello che ho capito dal discorso di Jacob. Non mi sembra proprio il caso di fargli aspettare.

Mi guardo allo specchio e con mio grande dispiacere mi ricordo che ieri sera non mi sono struccata. Meraviglioso. Ho due cerchi neri cenere sotto e sopra gli occhi. Mi lavo faccia e denti e mi rifaccio la coda, praticamente tutta sfatta.

Indossa un pantalone della tuta e una felpa. Una vera e propria ragazza, via. Se piaccio così a Jay sono apposto. Penso ridacchiando.

Esco non applicando neanche un filo di trucco. «Sono pronta.» bofonchio.

«Andiamo, è l'una e mezzo, neanche fossero le cinque!» ridacchia Jacob, cercando di tirarmi su il morale.

«Sai a che ora mi sono addormentata ieri sera? Alle tre! Sai questo cosa vuole dire? Che ho dormito solo..» faccio il conto con le dita sbuffando quanto capisco di aver davvero dormito troppo. «..circa 10 ore.» dico. Automaticamente iniziò a salterellare, sentendomi subito più sveglia e riposata. «Andiamo? Sto morendo di fame!» grido prendendogli la mano.

Gli altri ci aspettano al piano ' -1 ', nella sala mensa. Infatti, là troviamo Jay, Beverly, Kai e...Dio, Hanna! Ma cosa vuole?

«Buongiorno dormigliona.» dicono all'unisono Jay e Ver. «Ho provato a svegliarti, ma avevi proprio il sonno pesante.» continua la ragazza ridacchiando.

«Si, scusate.» dico ridacchiando e mettendomi seduta tra Jay e Kai.

«Dai, ragazzi. Per me riso al pomodoro con acqua. Blair? Beverly?» ci domanda Hanna ghignando.

«Ma..non dovremmo alzarci?» domanda Beverly confusa.

«I maschi sono qua a posta.» dice lei ridacchiando subito dopo. «Andiamo, cosa prendete?»

«Em..riso allo zafferano con anche io una bottiglia d'acqua.» dice il suo ordine la mia compagna di stanza, quella simpatica.

«Io prendo due uova al tegamino, con spinaci e pomodori, se ci sono le patatine fritte pure quelle e..o si la crostata alla Nutella con una bottiglia di coca cola.» dico arrossendo.

«Che obesa!» sbotta Jay ridendo. Mi unisco a lui facendogli la linguaccia.

I ragazzi si alzano andando al buffet e dopo poco ci portano sia i nostri che i loro ordini.

«Poi sono io l'obesa!» dico a Jay ridacchiando. Ha preso un piatto di lasagne, due fette di carne con le patate arrosto, poi ha i pomodori e l'insalata da parte, e infine una bella fetta di torta alla marmellata. Anche Kai e Jacob non sono da meno, hanno praticamente svaligiato l'intera cucina!

Iniziamo a mangiare, ma il cellulare di Biancaneve squilla, e, nel momento in cui si alza, il cucchiaio colmo di riso e sugo di pomodoro non so come vola, lei, non curandosi di niente, risponde con un gran sorriso al telefono, allontanandosi dal tavolo, e alla fine di questa patetica scenetta, su quale testa si conclude il volo del cucchiaio?

Esatto, sulla mia.

Gli altri scoppiano a ridere, mentre stringo i pugni cercando di pensare positivo. Se faccio una strage nella mensa della scuola come minimo mi sospendono, e non posso permettermelo.
Anche se un bello schiaffo ad Hanna non posso assicurare di scontarglielo.

«Scusate, oh-BLAIR!!» Hanna scoppia a ridere mettendosi seduta.

«NON C'È NIENTE DA RIDERE! L'HAI FATTO A POSTA! IO..IO..--»

«Blair..» mi avvisa Beverly mandandomi un occhiataccia. Mi alzo gettando il tovagliolo sopra il piatto, prima di prendere la mia coca cola e arrovesciargliela nei suoi capelli neri cenere.

«Non ti mettere contro di me, Hanna. Non ti conviene.» ringhio andandomene.

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«Dai, andiamo! Non puoi essere davvero incazzata!» ridacchia Jacob.

«Sono completamente ricoperta di sugo di pomodoro e di riso, che tra l'altro mi fa schifo, e voi avete tranquillamente continuato a mangiare, non curandovi di me!» sbotto trattenendo un sorriso.

«Sei proprio una mocciosetta, l'ho sempre detto!» So quando mi reputa una mocciosetta bambina, negli anni passati era il suo soprannome preferito, passava da piccolina a mocciosetta, e nonostante gli odiassi entrambi avevo iniziato ad abituarmi all'idea di avere una persona con cui scambiare i soprannomi, anche se quando lo facevo io non finiva mai bene. Quando fa quel sorriso..quando alza gli occhi al cielo in quel modo, vuol dire che siamo tornati in dietro di quattro anni, e siamo ancora quegli adolescenti che si schizzavano con l'acqua senza sosta.

«E tu..tu sei un bastardo che adesso deve andare a parlare con Beverly! Basta aspettare!» dico indicando la porta. «Va fuori.» dico cercando di restare seria, almeno un po'.

«Guarda che questa è camera mia..»

«Bhe, allora gli dico di venire qui.»

«TU COSA!?»

«Oh mio Dio, cosa c'è l'ha?» gli dico puntando il dici contro la finestra, guardando qualcosa che in realtà non esiste. Jacob ci casca sempre. Appena rigira la testa verso di me la prima cosa che vede davanti la sua faccia è il mio dito medio.

«Ah ah, come sei spiritosa e matura, Adams.» dice serio, mentre esco dalla camera.

«Fatti bello per Ver!»

«IO SONO SEMPRE BELLO, TESORO!» urla mentre corro verso i corridoi femminili.

«Ehi, stronzetta!» mi saluta mentre mi sfilo la maglietta piena di pomodoro.

«Ciao. Ah, ero da Jacob, mi ha chiesto se fra una decina di minuti puoi passare in camera sua..» si inumidisce le labbra arrossando. Eh, lo so, fa questo effetto anche a me. Scuoto la testa sorridendogli. «Tranquilla, l'ho castrato.» dico ironica. Entro dentro la doccia gettando i miei vestiti, per fortuna non proprio bellissimi, nel bidone dei panni sporchi, rilassandomi nel getto d'acqua calda.

«IO VADO ALLORA!»

«IMBOCCA AL LUPO!» gli urlo, sorridendo tra me e me.
Comunque vada, io la mia parte l'ho fatta.

My bad best friendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora