Prologo.

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"Okay, stai calma. Respira; rilassati. Andrà tutto bene" continuava a ripetersi, mentre l'ansia la divorava. Come ci era finita, in quella situazione, ancora non lo sapeva. Era a corto di soldi, ecco qual era la realtà, ma mai si sarebbe potuta immaginare un tale risvolto degli eventi.
Ricordò le parole della sua migliore amica "Cosa vuoi che accada?" Aveva detto "Non puoi che trarre benefici da una situazione del genere".
Si sbagliava. Eccome se si sbagliava. E quella ne era la riprova.
Continuava a fissare la sua immagine allo specchio, con il cuore in subbuglio e la testa messa anche peggio. Si domandava come avesse potuto accettare una cosa del genere. Era iniziato tutto come un gioco, quasi per orgoglio, e nel giro di poche settimane si era ritrovata al centro di mille incomprensioni familiari che si sarebbero potute risolvere solo con un sacrificio da parte sua. Lei, con i suoi valori morali e la sua poca tendenza ad accettare gli ordini di chiunque, ora si ritrovava a sottostare ai comandi di una vecchietta in abito celeste che credeva di saperne molto di più di chiunque altro.
Se c'era una cosa che Alexa Thomson non sopportava era proprio questa: l'arroganza. Ed ora eccola lì, con il cuore impazzito, accanto all'uomo più detestabile, sexy ed arrogante che avesse mai conosciuto.
No, non poteva farlo. Non era il genere di ragazza che fanno queste cose solo per raccimolare un po' di soldi. Eppure adesso ci era dentro fino al collo.
Doveva rinunciare. Lo stava per fare.
Già sentiva l'odore di fritto delle patatine del pub in cui prima lavorava, quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui e la tempesta che si stava scatenando dentro di lei si calmò. Lui era la risposta a tutto.
Era per lui che lei aveva accettato tutta quella situazione. Nonostante si ostinasse a credere che facesse tutto per denaro, le farfalle che le facevano attorcigliare lo stomaco ogni volta che lui la guardava, le dicevano tutt'altro. Per lui aveva sotterrato l'orgoglio ed aveva accettato di guardarsi tutti i giorni allo specchio sentendosi una bugiarda. Ma ne era valsa la pena, e lei lo sapeva. Lui ne valeva sempre la pena.
E così, anziché scappare, come le suggeriva il buon senso, si fece coraggio ed afferrò quella mano, dalle lunga dita affusolate che lui le porgeva.

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