Capitolo 1

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-Mamma io esco-

-Va bene Marco. Ceni a casa?-

-...-

-Marco?-

-Ti voglio bene mamma-

La porta di casa Reinardi si chiude, e il ragazzo si avvia per la strada. Ha ancora un groppo alla gola: rispondere a sua madre non è stato facile. Scaccia il pensiero che quella sera scongelerà solo un piatto di pasta e siederà al tavolo da sola, con il sapore di fumo come unica compagnia. Il ragazzo si asciuga le lacrime e continua a camminare per i borghi della sua città, scaldati dal gelido sole invernale. La piazza é gremita da molte persone che hanno già iniziato la caccia ai regali di Natale. Il ragazzo cammina, calandosi il berretto sopra le orecchie, aprendo e stringendo i pugni per scaldarsi le mani come gli aveva insegnato suo padre tanto tempo prima. Suo padre...un altro ricordo doloroso che ha contribuito a spezzare il cuore del giovane, ormai ridotto in granelli di sabbia che volano nel vento come gabbiani solitari che atterrano su un lido abbandonato. Marco continua a camminare cercando di nascondersi negli angoli bui che offrono i gabuccini perché vuole che anche il sole si dimentichi di lui. Ad un certo punto si ferma e controlla il nome su un citofono: é arrivato. Alza il dito per suonare e come in un fermo immagine si blocca; ora non è più sicuro di quello che sta facendo, forse sta commettendo l'ennesimo errore che lo annienterà definitivamente. Le ombre del passato lo sovrastano, lo deridono, e ogni volta lo fanno crollare.

-Ce la posso fare- si dice a denti stretti perché sa che questa è l'ultima ancóra che lo tiene attaccato al suolo.

Come un automa suona il campanello.

L'eternità di chi amaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora